Capitolo 21 - Sorridi ancora

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Le tre settimane che l'avevano separato da Fabrizio erano trascorse lentamente, ma finalmente era con lui. Il concerto era andato benissimo: aveva cantato, raccontato aneddoti divertenti, saltato, ballato, preso in giro il pubblico, ma il momento migliore era stato sicuramente quello in cui aveva riabbracciato Fabrizio nel backstage. Aveva respirato il suo profumo, l'aveva stretto forte a sé, il viso sprofondato nell'incavo del suo collo ed aveva potuto farlo senza che nessuno dicesse loro niente, perché aveva chiuso a chiave la porta del camerino.

<< Come stai? >> gli chiese Fabrizio, staccandosi da lui, specchiandosi nei suoi occhi luminosi per via dell'adrenalina.

<< Bene, anzi, benissimo. Non vedo l'ora di tornare in albergo con te, ho prenotato una camera con il letto matrimoniale e... >>
<< Ermal, ti ricordi che ti avevo parlato di una sorpresa? >> gli chiese Fabrizio, interrompendolo.

Ermal corrucciò la fronte, confuso.

<< Sì, in un messaggio. >> rispose. Un secondo dopo, gli si dipinse uno sguardo inquisitorio sul volto. << Fabrì, che hai fatto? >>

Fabrizio gli rivolse un sorriso furbo.

<< Stasera si va ad una festa. >>

Fabrizio roteò gli occhi per l'ennesima volta, quel giorno. La prima casa che avevano guardato non gli era piaciuta per via del quartiere in cui si trovava. La seconda, perché non aveva una camera da letto per i bambini - e su questo aveva chiaramente concordato, ma si era già stufato delle lamentele di Ermal. Sulla terza, aveva messo lui un veto, perché la ragazza che gliel'aveva mostrata ci stava provando spudoratamente con Ermal e c'era mancato poco che ci litigasse.

Adesso stavano passeggiando per piazza di Spagna, le mani che si sfioravano di tanto in tanto, gli occhiali da sole sul naso e le luci di Roma che piano piano si affievolivano.

<< Peccato che a Roma non ci sia il mare, altrimenti sarebbe perfetta. Insomma, a meno che tu non vada ad Ostia. >> esordì Ermal. << Sai dove dovremmo andare in vacanza, la prossima volta? A Lisbona. Ho letto che lì c'è un mare bellissimo ed è molto bella. >>

<< Ci prenderesti una casetta? >>

<< Sì, magari per l'estate. >> rispose Ermal, poi cominciò a cantare assecondato da Fabrizio un verso rivisitato e corretto di Voglio andare a vivere in campagna di Toto Cutugno: << Voglio andare a vivere a Lisbonaaa! >>

E subito dopo, scoppiarono a ridere.

<< A me piace Roma. >>

<< Sì, anche a me, però... Ehi, aspetta! >> esclamò Ermal, fermandosi e mettendo una mano di fronte a Fabrizio per far fermare anche lui.

<< Cosa c'è? Ti è venuta in mente un'idea geniale? >>

Ermal sorrise in modo scaltro.

<< Mi sono appena ricordato di aver visto un cartello con scritto Vendesi sul muro di una casa di fianco al tuo studio di registrazione. Torniamoci un attimo, d'accordo? >>

Fabrizio annuì.

<< Incredibile come tu riesca a ricordarti persino di queste cose, ma non dei testi delle tue canzoni. >>

<< Un giorno te la farò pagare per tutte queste battute sulla mia memoria. >>

<< Non vedo l'ora. >> replicò Fabrizio, con un ghigno sul volto.

Ermal entrò in casa di Fabrizio con le mani che gli tremavano e per poco non cacciò un urlo, quando vide che la sua band e quella di Fabrizio si trovavano lì assieme, a bere birra e chiacchierare insieme tranquillamente.

In due tempi | MetaMoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora