Capitolo 20 - Tu portami via

1.2K 93 32
                                    

Cosa ricordava Ermal di quella sera? Luce. Baluginii di luce che si rincorrevano, si abbracciavano e si separavano un attimo per poi ricongiungersi. Punti deboli che venivano sfiorati piano, nient'altro che pelle a separarli. Brividi che percorrevano la spina dorsale.

Guardò Fabrizio che dormiva beato di fianco a sé, la bocca semi aperta e le lunghe ciglia che davano vita ad un'ombra morbida sugli zigomi, nascondendo parzialmente le lentiggini. Si sforzò di ricordare qualcos'altro della notte appena trascorsa e le immagini cominciarono a prendere forma nella sua mente come quelle di un cortometraggio. Si ritrovò a rivivere uno di quegli avvenimenti come se fosse rimasto bloccato nel tempo, fermo a quell'istante.

La musica si ascolta ad occhi chiusi, perché gli occhi distraggono. Ermal aveva sempre pensato che gli occhi fossero collegati alla mente ed essa racconta bugie, mentre le orecchie sono connesse al cuore ed il cuore non mente mai. Ecco perché della sera prima ricordava più tenebre che stralci di luce - ma di quelli che percepisci, quei flash che avverti anche quando hai le palpebre chiuse -, perché aveva tenuto gli occhi chiusi per sentire meglio le emozioni.

E ci fu un momento in cui si erano frantumate tutte le stelle ed il cielo era scomparso, risucchiato in un buco nero come un astro che muore in una galassia, fermandosi nel bel mezzo dell'infinito, allo stesso modo in un respiro spezzato in gola.

Gli mancò il fiato per un attimo, mentre le palpebre di Fabrizio cominciavano a tremolare per via della luce che lo colpiva piano, attraversando le fessure fra le tende. Si voltò per poterlo guardare meglio: Fabrizio aveva i segni del cuscino su di una guancia e gli occhi lucidi, in cui i filamenti di luce si inframmezzavano con il colore castano delle sue iridi. A quel punto, Ermal si calmò e riprese a respirare regolarmente, il petto che andava su e giù con tranquillità. Ermal ripensò a quando Fabrizio gli aveva detto che lui gli portava una buona dose di coraggio e ne era felice, ma l'aspetto migliore era che, finalmente, qualcuno portava a lui un po' di tranquillità ed era contento che quel quella persona fosse Fabrizio.

Fabrizio sbatté le palpebre un paio di volte, prima di mettere per bene a fuoco la stanza e la figura di Ermal in primo piano, i ricci scarmigliati ed il petto scoperto.

<< Buongiorno. >> disse Ermal e la sua voce al mattino sembrava capace di azzerare gli incubi e gli anni passati.

<< Buongiorno. >> replicò Fabrizio con voce roca, tirandolo verso di sé.

Fabrizio strinse Ermal in un abbraccio, l'unico luogo in cui tutte le loro differenze sparivano, in cui erano uguali e lui riusciva a godersi un po' di quella pace che tanto andava cercando. Ermal sorrise, quando Fabrizio gli posò un bacio sulla guancia ed il suo viso assunse lo stesso candore di quello di un bambino. Se avesse potuto, l'avrebbe difeso da ogni male, perché Ermal non si meritava altro dolore. Lui aveva il sorriso di chi ha oltrepassato l'Inferno, ma ne è uscito a testa alta. Era riuscito a tirare fuori il meglio di lui, parti di sé che ancora non conosceva e lo ispirava costantemente a fare di più. Pensò che persone del genere sono rare a questo mondo e quando si incontrano, bisogna tenersele strette e fu quello che fece lui in quel momento.

<< Mi hai fatto venire un'idea. >> disse Ermal, tutto ad un tratto e Fabrizio si allontanò da lui giusto quel quanto che bastava per guardarlo bene in viso, spostandogli un po' i capelli ai lati del volto per lasciare più spazio agli occhi ed alle fossette.

<< Quale? >>

Ermal si morse il labbro inferiore, poi scrollò le spalle e decise di parlargliene.

<< Ho scritto una canzone. L'ho scritta quando abbiamo dormito insieme a Bari, in un'ora. E stamattina mi sono svegliato con una strana melodia in testa e credo che siano le note che quel testo merita. >> spiegò. Fabrizio continuava a rimanere concentrato su di lui, senza togliergli gli occhi di dosso. << Ho pensato di fartela sentire, ma non è ancora pronta e non sarebbe giusto, anche perché la canzone è dedicata a te. >>

In due tempi | MetaMoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora