6. Suo cugino e restare a piedi

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«Piaciuto il concerto?» mi domanda Jackson dopo aver fatto "il tour" dei presenti che non hanno perso tempo a congratularsi con lui per l'ottimo show. Devo ammettere che, a differenza di quanto abbia creduto negli ultimi anni, in cui sono sempre stata abbastanza prevenuta nei suoi confronti, a causa dei continui scleri da parte delle persone che mi circondano, il concerto non è stato poi così male. Le sue canzoni sono orecchiabili e durante un paio di pezzi ho quasi finito per commuovermi, anche se questo non lo ammetterò mai a nessuno. Nè a lui, né a nessun altro, tantomeno a Nina.

«Non è stato male.» ammetto con finta aria sostenuta, lasciandomi scappare una risata.

«A te è piaciuto?» domanda, voltandosi verso Nina che davanti al suo cantante preferito da circa una vita, sembra essere interessata a qualcos'altro, dall'altra parte della stanza. O meglio, a qualcun altro.

«Assolutamente!» rispondo per lei, dandole una gomitata sul fianco destro.

«Sì, scusatemi. È stato sensazionale come sempre.» afferma, lasciando che un sorriso a trentadue denti prenda possesso del suo viso, «Posso chiederti una foto? La desidero più o meno da tutta la vita.»

Il sorriso di Jackson si allarga e senza rispondere si avvicina alla mia amica, alzando il braccio sinistro per farla posizionare al suo fianco, in un abbraccio amichevole.
Il "dito da selfie" di Nina, come lo definisce lei, sembra essere quasi impazzito sotto i mille "click" ai quali lo sta sottoponendo e, dopo aver scattato quelle che credo siano almeno trenta foto, mi lancia il telefono tra le mani e ordina «Ora scattane una tu!»
Sbuffo divertita e metto a fuoco le due figure di fronte a me. Jackson sta ridendo verso l'obiettivo e la mia migliore amica ha un sorriso tanto grande da prenderle tutto il volto, anche se i suoi occhi sono chiaramente puntati altrove.

 Jackson sta ridendo verso l'obiettivo e la mia migliore amica ha un sorriso tanto grande da prenderle tutto il volto, anche se i suoi occhi sono chiaramente puntati altrove

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«Perfetta!» affermo, porgendo nuovamente il telefono a Nina che ora mi osserva con sguardo contrariato. La conosco e so perfettamente che si aspettava almeno un'altra decina di foto ma credo che ne abbia già scattate abbastanza per la serata ed inoltre, sono realmente sincera quando dico che la foto è perfetta. La fortuna della mia amica è proprio quella di essere più o meno la persona più fotogenica del pianeta e a differenza di tutti noi comuni mortali che abbiamo bisogno di un'infinità di scatti prima di trovare la foto perfetta, lei viene sempre bene al primo colpo. Anche se questo chiaramente non la ferma da scattare un numero di selfie in grado di riempire in pochi secondi la sua galleria. E spesso e volentieri, la mia.

«Vuoi una foto anche tu?» mi domanda Jackson, il suo tono di voce è ironico ma percepisco un fondo di verità nella sua richiesta. Non sono una sua fan quindi il pensiero di fare una foto insieme ad essere sinceri non mi aveva sfiorata ma potrebbe essere un'ottima occasione per mettere in atto il mio piano d'azione.

«Uhm, ok. Potremmo fare una foto tutti insieme, come un gruppo di amici.» affermo con aria convinta, voltandomi in direzione del punto in cui l'attenzione della mia amica è rivolta, senza pudore. «Andrew, vuoi unirti al nostro selfie di gruppo?»

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