3. L'amica migliore e la fidanzata peggiore del mondo

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«Tu mi stai prendendo per il culo!» grida la mia migliore amica, Nina, dopo averle raccontato quanto accaduto nella mia insolita giornata di lavoro. Dopo l'invito di Jackson ho deciso di invitarla a casa mia per un improvvisato pigiama party, in modo da non dover sentire le sue urla isteriche ed incredule dalla cornetta del telefono. Per fortuna mia sorella, l'altra fan sfegatata del ragazzo che si è catapultato nel mio negozio come una furia,  si trova fuori Los Angeles per studiare ed io posso risparmiarmi almeno la metà degli scleri per quanto accaduto. E soprattutto, la lotta all'ultimo sangue per decidere chi delle due avrebbe dovuto accompagnarmi domani sera.

«Secondo te potrei dirti una stupidaggine sul tuo futuro marito?» la prendo in giro, lanciandole una patatina e gettando la testa sul cuscino, distrutta dall'infinita giornata di lavoro che il mio capo, una volta salutato Jackson, non ha perso tempo a farmi pesare.

«È quello che fai più o meno da quando ti conosco. Ricordo quella volta in cui mi dicesti di averlo incontrato in pizzeria, o quella in cui era accanto a te alla posta, o dal gineco-»

«Va bene, ho capito.» la zittisco, riconoscendo le mie colpe. Effettivamente sono state svariate le volte in cui, dopo i suoi numerosi scleri con i quali mi ha molestata durante il giorno, in particolare modo quando sono impegnata in qualcos'altro, le ho fatto credere di aver incontrato Jackson da qualche parte. La differenza però è che ora non le sto dicendo una cavolata e che, al tempo, non ricordavo quasi per niente che faccia avesse. Ed il fatto che io non l'abbia riconosciuto finché non mi ha praticamente sbattuto in faccia la sua identità in stile Hanna Montana che si leva la parrucca, ne è sicuramente una prova lampante. «Ma stavolta ti giuro che sono seria. Ti avrei forse raccontato della mia figura da rincoglionita se fosse stata una mia fantasia?»

«In effetti, questo te lo concedo.» afferma, mettendosi a sedere sul letto, con le gambe incrociate e le mani impegnate a legare i suoi lunghi capelli castani in una crocchia. «Anche perché non credo che tu sia informata sulle date dei suoi concerti ed io di certo non ti ho detto nulla. O forse sì, potrei aver accennato ad un concerto per il quale mi sentivo morire nell'anima dato che i biglietti sono terminati nel giro di mezzo minuto.» continua a blaterare ma io ho smesso di ascoltarla quando mi ha dato ragione ed ora sto solamente pensando a come la prenderà Sam, quando gli comunicherò del concerto.

«Mi stai ascoltando?» mi domanda infatti ad un certo punto e non sono sicura che a quella domanda non ne fosse preceduta un'altra che ovviamente, io non ho sentito.

«Ovviamente, no.» ammetto, tirandomi a sedere al suo fianco e porgendo in avanti una mano, esortandola a continuare ciò che io fino ad ora non ho ascoltato.

«Dicevo che, escludendo il fatto che non è giusto l'abbia incontrato tu e non io che lo amo come la mia stessa vita, è davvero strano che ti abbia invitata ad un concerto. Quanto avete parlato? Cinque minuti?»
Nina sta agitando le mani sopra la testa disegnando ghirigori immaginari e confusi e sono certa che il suo cervello stia elaborando dei film mentali molto più complessi di quelli che ha fatto il mio nel momento in cui Jackson ha affermato di volersi sdebitare nei miei confronti ed ora che sono con lei, capisco che non erano dovuti al caldo ma alla cattiva influenza della mia migliore amica e delle sue strambe fantasie.

«Te l'ho già detto, vuole solo ringraziarmi. Insomma, avrei potuto lasciarlo in balia delle fan, dato che non lo avevo neanche riconosciuto, ma non l'ho fatto.»

«Ok, ti concedo anche questa, ma-» alzo gli occhi al cielo e sono certa che il suo terzo grado non finirà mai. Sapevo sarebbe andata così quando le ho detto di venire da me per qualcosa che riguardava il suo amato Jack ma di sicuro sta superando le mie aspettative. Sembra quasi uno di quei poliziotti cattivi dei film, manca solamente una luce puntata sul viso e sarebbe perfetta. «Perché vuoi andarci? Hai sempre detto che la sua musica ti faceva schifo. Hai cambiato idea, eh? Il suo fascino ha colpito anche te? Porcellina!»
I suoi occhi ammiccanti e la sua bocca alzata da un solo lato mi fanno scoppiare a ridere ed inizio a domandami di quale strana malattia soffra la ragazza di fronte a me perché di sicuro non può essere normale.

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