Capitolo 6

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Come al solito mi svegliai nel primo pomeriggio, durante la notte non ero riuscita a dormire bene, per colpa delle ferite e avevo chiamato più volte Arwen per controllarle, ed ora eccomi qua seduta sul letto, con fianco Arwen che mi disinfettava per la millesima volta la ferita: << Ecco fatto Elanor, ormai ci siamo, ancora due medicazioni e poi sono guarite >> mi alzai e mi diressi verso lo specchio per guardarle: << Meno male che non rimane la cicatrice, grazie Arwen, cosa avrei fatto senza di te >> corsi da lei e l'abbracciai: << Ma ora mettiti seduta, voglio legarti questi capelli indomabili >> e iniziò a legarmeli, quando ebbe finito aggiunse una coroncina d'oro (vedi foto), poi si alzò e mi passò un vestito semi trasparente: << Metti questo Elanor >> lo presi e la guardai malissimo: << Ma Arwen questo vestito lo metto solo nelle occasioni importanti >> lo presi e lo indossai, solo per farla contenta: << Elanor questa è un importante occasione; ieri in tarda serata è arrivato Thranduil insieme a Legolas >> le gambe mi iniziarono a tremare: << Hai detto T-Thranduil? Ora si che sono morta >> si avvicinò a me e mi posizionò davanti allo specchio: << Guardati, di certo non sarai tu a morire, ma lui, rimarrà a bocca aperta e ora vai e fallo secco >> uscii dalla mia camera e mi diressi verso il ponte di Gran Burrone, il posto più bello secondo me;
<< Hai ragione è il posto più bello di Gran Burrone >> mi girai e mi trovai di fronte Thranduil: << Che ci fai qua? >> gli chiesi con un pizzico di imbarazzo: << Perché sei scappata? >> gli diedi le spalle e guardai il fiume scorrere, mi sentivo rossa in viso, perché doveva stare così vicino: << Non sono affari tuoi >> mi prese per un polso e mi fece girare, costringendomi a guardalo in volto, era serio e arrabbiato: << Invece si che lo sono >> abbassai lo sguardo: << Elanor guardarmi >> avevo paura, avevo paura che con il suo sguardo potesse incenerirmi: << Guardami >> alzò la voce, non avevo scelta e lo guardai: << Non farmi mai più preoccupare in quel modo >> e fece una cosa che non mi sarei mai aspettata: mi abbracciò, non sapevo cosa fare, ero immobile davanti a quel gesto, ma poi presi coraggio e l'abbracciai: << Thranduil m-mi dispiace, e-ero fuori di me e non ragionavo con la testa >> mi abbracciò ancora di più a se: << Ripetilo di nuovo >> sussurrò al mio orecchio: << Mi dispiace, ero fuori di me e non ragi... >> mi interruppe subito: << Non quello, il mio nome >> ci staccammo e lo guardai dritto negli occhi: << Thranduil >> si avvicinò ancora di più a me, le nostre labbra si sfiorarono: << Ancora >> chiusi gli occhi, ero pronta a ricevere il suo bacio: << Thranduil >> sussurrai con un filo di voce e così mi trovai le sue labbra sulle mie; aveva ragione Legolas sull'amore: avevo le farfalle nello stomaco, le gambe mi tremavano e volevo che questo momento non finisse mai; era un bacio delicato e dolce, quando aprii gli occhi si era appena staccato da me: << Ora che ti ho trovato non ti lascerò più andare >> erano più o meno queste le sue parole: << Volevo sentirmi queste parole >> confessai: << Lo so, torniamo dentro, sta iniziando a far freddo; indossa questo >> mi diede il suo mantello e me lo fece indossare, mi prese per mano e ci dirigemmo verso casa: << Non voglio che tutti ti vedono mezza svestita >> ora faceva il geloso? << Sì sono geloso, solo perché vestita così sei bellissima >> mi avvicinò a se e mi mise un braccio intorno alla vita; passammo davanti ad Arwen e a Legolas, vedevo i sorrisi sulle loro labbra e così diventai rossa come un peperone: << Ti lascio qua da tua sorella e mio figlio, devo parlare con Elrond. Il mantello tienilo pure >> e così lo vidi allontanarsi.
<< Come sei bella Elanor vestita così... ma ora raccontaci >> Legolas era peggio di una pettegola: << Dai Elanor non tenerci sulle spine >> disse mia sorella avvicinandosi ancor di più a me: << Abbiamo parlato e poi ci siamo baciati. Avevi ragione tu Legolas sul fatto dell'amore >> ecco l'avevo detto: << Visto? Vedrai che adesso lo vorrai vedere tutti i giorni >> Arwen stava sorridendo: << E non solo, quando non lo vedrai ti mancherà un sacco >> aggiunse mia sorella: << Sono felice ma so già che non funzionerà >> ora mi stavo facendo mille pensieri in testa: << Perché non dovrebbe funzionare? >> mi domandò mia sorella: << È più grande di me, è il padre di Legolas e potrei essere sua sorella >> indicai l'elfo: << Elanor ascoltami: mio padre è innamorato di te, questo te l'assicuro e fidati che quando è innamorato fa di tutto per rendere felice la sua donna, quindi scaccia questi pensieri dalla testa e poi sarei felice se diventassi la mia matrigna >> scoppiammo a ridere tutti e tre: << Scaccerò via i brutti pensieri, ma promettimi che non mi chiamerai mia matrigna, al massimo potrei essere la tua sorellina, affare fatto? >> alzai la mano e me la strinse: << Affare fatto sorellina mia... non ti offendi vero Arwen se la chiamerò così? >> mia sorella mise una mano sulla spalla di Legolas: << Assolutamente no, ma sappi che se tuo padre la dovesse di nuovo fare soffrire, o se tu la farai arrabbiare, te la dovrai vedere con la sottoscritta >> Arwen quando si arrabbiava faceva davvero paura: << Bene credo che sarebbe meglio andare a cenare, se arriviamo tardi chi lo sente nostro padre >> continuò mia sorella e senza obbiettare ci dirigemmo verso il banchetto.
Durante la cena, Thranduil non mi toglieva gli occhi di dosso e tutti se n'erano accorti, compreso mio padre, il mio cuore stava battendo a mille, così per calmarlo bevvi del vino, quando fu finito, ne versai ancora nel bicchiere e bevvi di nuovo, mia sorella di avvicinò al mio orecchio e senza farsi sentire mi disse: << Non ti aiuterà a farlo calmare, ma te lo farà accelerare ancora di più >> sgranai gli occhi, ora legge anche lei nella mente: << Leggi anche tu nella mente Arwen? >> mi sorrise: << No, ma ci sono passata anch'io con Aragorn >> posai il calice e non lo toccai più per tutta la serata. Quando la cena finii mi alzai, seguita da mia sorella ma mio padre mi chiamò: << Elanor, mi raggiungi nel mio studio? >> era serio, dissi a mia sorella di andare avanti e seguii mio padre nel suo studio.
<< Ho fatto qualcosa che non dovevo padre? >> domandai, anche perché non sapevo di che cosa volesse parlarmi: << Non hai fatto niente a parte far innamorare di te Thranduil >> ecco dove voleva andar a parare: << I-io non l'ho fatta apposta padre, te lo giuro >> ero sulla difensiva: << Lo so, come so che non l'hai fatto apposta a innamorarti di lui >> non so come sia potuto capitare: << Elanor sai che prima o poi lo scoprirà, vero? >> mi guardai le mani: << Lo so e non so come dirglielo, perché se glielo dico sono sicura che lo userà a suo vantaggio nelle guerre >> mio padre si avvicinò a me e mise le sue mani sulle mie spalle: << È un rischio che bisogna correre. Ti ricordi 1000 anni fa? >> mi domandò all'improvviso: << Sì, è stata la mia prima guerra >> mio padre mi sorrise: << Grazie al tuo aiuto abbiamo vinto, ma soprattutto a quante persone hai salvato la vita e a quanti padri e madri di famiglia hai fatto tornare a casa dai loro famigliari? Tanti non è vero? >> annuii con la testa: << Il tuo scudo è un dono figlia mia, usalo con saggezza. Tocca solo te se dirlo o no a Thranduil >>.
Mi stavo dirigendo verso le mie stanze e guardai le mie mani: << Per ora non gli e lo dirò >>.

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