Capitolo 16

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Quando mi svegliai, avevo una fortissima emicrania: << Giuro che se vedo Legolas lo uccido >> iniziai a massaggiarmi le tempie, non mi ricordavo nulla e non sapevo com'ero finita a letto, mi voltai e vidi Thranduil dormiente, presi il mio cuscino e lo lanciai sulla sua faccia: << È questo il modo di svegliare il tuo fidanzato >> aveva ancora gli occhi chiusi: << Se serve per svegliarti sì >> e risi, aprì gli occhi e in un balzo fui sotto di lui: << E ora come la mettiamo? >> mi domandò sorridente, stava per baciarmi quando qualcuno entrò dentro: << Padre >> mi voltai e vidi Legolas, presi il mio cuscino e mi ci nascosi dietro: << Dimmi Legolas >> non sentivo più il peso di Thranduil su di me, questo voleva dire che si era alzato: << Volevo informati che gli eserciti sono pronti per ripartire e tornare a casa >> ritornare a casa? Quindi non avrei più rivisto Thranduil? No non volevo: << Bene, dacci il tempo di vestire e arriviamo >> spostai il cuscino, mi alzai e mi vestii: << Così torniamo a casa, ognuno per i fatti suoi no? Dopotutto era quello che volevi >> infilai la spada nell'elsa: << Elanor, non fare la bambina >> non stavo facendo la bambina: << Piuttosto tu non fare il bambino >> uscii dalla tenda e raggiunsi mia sorella: << Lascio a te il comando dell'esercito, io torno con Aegnor >> non le detti nemmeno il tempo di rispondere che montai sul drago e mi diressi verso Gran Burrone.
Erano mesi che non vedevo Thranduil, non mi dovevo fidare di quell'elfo, più volte mia sorella mi ha detto che sarebbe venuto per farsi perdonare, o perché era impegnato con il suo regno, più volte le avevo risposto che erano tutte bugie; in quei mesi avevo smesso di allenarmi per imparare il galateo, per colpa di mio padre: << Elanor d'ora in avanti smetterai con gli allenamenti e inizierai a studiare un po' di galateo e buone maniere, se no, non troverai mai un marito, anche perché l'età è quella giusta >> mi disse appena tornata a casa; così mi tutte le mattine e tutti i pomeriggi mi trovavo in biblioteca in compagnia di mia sorella che mi aiutava a studiare: << Elanor non puoi camminare così, devi stare dritta con la schiena e con il collo. Prendi questi ti aiuteranno nel portamento >> mi posò due libri sulla testa, se cadevano giù vuol dire che non c'ero riuscita.

...Due settimane dopo...

<< Basta non ne posso più >> buttai i libri per terra e scappai dalla biblioteca, lasciando soli mio padre e mia sorella; mi sedetti sulla sedia della mia scrivania e buttai per terra la tiara: << Non ne posso più di questa etichetta >> mi scompigliai i capelli: << Elanor, possiamo parlare? >> mi girai e vidi Arwen sulla soglia: << Entra >> entrò e si chiuse la porta dietro di se: << Elanor sai perché stiamo facendo tutto questo? >> mi domandò, accennai un no con la testa: << Beh non sono io a dovertelo dire, ma te lo dirò lo stesso: Thranduil ha chiesto la tua mano a nostro padre >> aveva fatto cosa? << E sentiamo quando gli e l'avrebbe chiesta? Dato che in questi mesi non si è per niente fatto vivo >> misi il broncio: << Prima che iniziassimo le lezioni, è venuto una sera, te eri andata a fare una passeggiata non so dove con Aegnor >> dannazione a quell'elfo, mi fregava sempre: << Domani sera verrà al banchetto e ti farà la proposta >> ora mi era tutto chiaro: << Ecco perché mi volevate inculcare il galateo e le buone maniere >> raccolsi la tiara e me la rimisi in testa: << Andiamo Arwen? Ho un lavoro da portare a termine >> aprii la porta ma lei mi fermò: << Elanor, ti prego, fai finta di non sapere niente... nostro padre e Thranduil mi uccideranno se scopriranno che ti ho rivelato tutto >> le posai una mano sulla spalla: << Tranquilla non dirò niente >> e uscimmo dalla mia camera e ci dirigemmo verso la biblioteca.
La sera del giorno dopo arrivò, stavo facendo avanti e indietro per la camera: << Dannazione Elanor ti vuoi calmare? Mi stai facendo saltare i nervi >> mi disse mia sorella: << Scusami Arwen sono molto agitata >> mi sedetti sul letto: << Elanor andrà tutto bene >> si avvicinò e mi abbracciò: << É ora, dobbiamo andare >> mi alzai e seguii Arwen fino alla sala dei banchetti, quando entrammo lo vidi, il mio cuore perse più di mille colpi, era sempre bello; Arwen si diresse verso Thranduil, così feci anch'io: << È un onore averla qua re Thranduil >> e s'inchinò, feci lo stesso anch'io: << L'onore è mio per avermi invitato a questo banchetto >> fece un cenno e ci alzammo e ci sedemmo ai nostri posti; Thranduil non mi staccava gli occhi di dosso, ed io lo ignoravo; finalmente il banchetto finii e tutti si alzarono per andare nelle loro stanze: << Elanor vieni? >> mi domandò Arwen: << Vai tu, voglio fare una passeggiata al chiaro di luna >> la salutai e mi congedai; mi diressi verso il giardino e mi sedetti su una panchina: << Come mai tutta sola? >> mi alzai di scatto, mi girai e vidi Thranduil: << Vostra Altezza >> e feci un piccolo inchino: << Elanor non fare così, siamo solo noi due adesso >> mi alzai e mi sedetti: << Non so più come mi devo comportare con te Thranduil >> si sedette anche lui: << Elanor, so che ultimamente abbiamo avuto dei disguidi e abbiamo litigato, non riesco a rinunciare a te >> si alzò e si posizionò davanti a me: << Non credevo di potermi innamorare di nuovo, avevo perso ogni speranza, mi ero rinchiuso in me stesso e nel lavoro di sovrano di Bosco Atro, ma da quando ti ho conosciuto, mi hai fatto conoscere di nuovo l'amore, la preoccupazione, la rabbia e la tristezza, quindi >> si inginocchiò: << Vuoi diventare mia moglie? >> rimasi a bocca aperta, non mi aspettavo una dichiarazione di amore da Thranduil, mia sorella Me aveva detto che mi faceva una proposta di matrimonio, ma mai avevo pensato che me la facesse con il cuore in mano: << Sì, mille volte sì >> si alzò e così feci anch'io, gli saltai addosso e lo baciai con tutta me stessa.

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