Venezia, 15 maggio 1821
"Tutto è concluso, con sufficiente pompa e bastevole cordialità. Venezia è chiassosa e accogliente. Spero che il tempo mi permetta di apprezzare questo luogo e questa condizione. Tu non negarmi la tua amicizia, ora ne ho bisogno più che mai."
Venezia, 30 giugno 1821
"Sono come morta. Ho cercato di tollerare questa situazione leggendo ogni passo dell'Antico e del Nuovo Testamento sulla santificazione del matrimonio, ma nemmeno nelle Sacre scritture ho trovato una giustificazione capace di consolarmi; in nessuna si trova scritto: imponete alle figlie una marito che non desidera, in nessuna obbligatele ad unirsi contro volere. Purtroppo il IV comandamento ci impone obbedienza, e questo basta.
Il solo sguardo di mio "marito" - che parola blasfema - mi inorridisce ogni volta che si posa su di me: per questo cerco il più possibile la compagnia di mia suocera e delle sue amiche, per sentirmi al sicuro. Povera donna: è tanto buona e gentile, ma non riesce a comprendere il mio tormento fisico e morale. È convinta che il tempo mi farà comprendere i vantaggi di quest'unione, che alla fine Giovanni ed io andremo d'amore e d'accordo. Lei gli suggerisce pazienza, e grazie al cielo lui spesso ascolta sua madre. Ma a me non basta. Se prima lo potevo considerare quasi un caro amico, ora è divenuto suo malgrado il mio peggior nemico. Odio la mia vigliaccheria che mi impedisce di gettarmi nella laguna, odio il mio terrore di essere per sempre privata della gioia di ritrovare l'Aloisi almeno nell'oltretomba. Sono condannata a vivere, ma con quale sofferenza! Ora comprendo pienamente la tua scelta, Barbara, e mi tormento per non aver avuto il tuo coraggio. Che le tue preghiere assolvano i miei peccati."
Venezia, 13 luglio 1821
"Come sempre hai ragione, amica mia. Rimpiango una vita che non ho avuto il coraggio di intraprendere, che anzi ho cercato con ogni mezzo di respingere. Mi sono lasciata persuadere dalle mie paure più inconfessabili, ed ora ne sto pagando il prezzo.
La notte ascolto le gondole scivolare nel canale e il ritmo sommesso del lungo remo che si immerge nell'acqua evoca il ricordo di un'altra notte, secoli fa. Nel dormiveglia l'effetto ipnotico di quella cadenza produce a volte immagini nebulose, a volte nettissime, rievocando ricordi o rielaborandoli in modo nuovo. Spesso sogno una piccola imbarcazione piatta galleggiare in un lago di nebbia, e sulla barca giacere composto il corpo dell'Aloisi, come nella leggenda di Tristano. Ma nessun incantesimo può riportarlo in vita. È strano: sono sempre stata convinta che coloro che ci hanno amati in vita, continuano a farlo anche dal cielo, e la loro presenza costante la si può avvertire, se solo lo si vuole. Eppure io non riesco a sentirlo, come se fosse dimentico di me. Non merito altro. "
Venezia, 5 settembre 1821
"Oggi mentre passeggiavo per piazza San Marco con mia suocera, ho avuto l'inaspettato e sgradito incontro di una nostra vecchia conoscenza, Antonio Parini al braccio della sua giovanissima sposa. È stato promosso capitano di vascello col compito di fare la spola tra le due coste dell'Adriatico. Il suo aspetto abbronzato, l'uniforme elegante, il sorriso sicuro me lo rendevano ancor più ostile: quale contrasto con il mio perduto amico, come lo vidi per l'ultima volta. La sua allegria mi à stata odiosa e ipocrita. Lui vive, mentre egli non è più. Spero che la mia freddezza lo faccia desistere dal comparirmi ancora al mio cospetto. Vorrei che il suo vascello colasse a picco per mano dei Turchi: è ciò che si merita.
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Lettere, lettere... 1821
Ficção HistóricaUna storia d'amore italiana, ambientata tra Milano, il lago Maggiore e Venezia, durante i Moti carbonari del 1821, sotto forma di romanzo epistolare. Quasi un Jacopo Ortis al femminile.