Laveno, 14 febbraio 1821

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"La contessa Bossi si mostra sempre molto felice delle nostre visite (alle quali ogni tanto si aggrega la signora Perego, continua latrice di novità e di pettegolezzi), dato che il conte marito la lascia spesso sola e i suoi quattro figli, tutti maschi, non sono in grado di allietarla con conversazioni tipicamente femminili, sebbene zia Adele si comporti più come una vigile chaperonnei miei confronti che non come un'ospite. Accetto thé e biscotti, serviti in un salotto delizioso dal soffitto affrescato, credo rappresenti Ganimede rapito Zeus in forma di aquila; ma ben presto mi rifugio nella biblioteca. Si tratta di una stanza non particolarmente grande, posta nell'angolo ovest della villa, con due finestre ad illuminarla: tutte le pareti sono coperte da armadi a vetro che custodiscono volumi degli ultimi cento anni, nulla di particolarmente prezioso. Pare infatti che sia proprio l'attuale conte ad aver aggiunto un discreto numero di volumi alla biblioteca di famiglia, per lo più romanzi e trattati di scienze e agricoltura moderna, molti in lingua straniera.

(segue cifrata)

Pescando qua e là, ho notato anche la serie completa del Conciliatore ed anche una copia del Filangeri: trovo molto imprudente tenere dei testi proibiti alla portata di chiunque.

Quasi sempre vi incontro l'Aloisi, di cui temo e gradisco allo stesso tempo la compagnia. Di solito si accontentava di sedermi accanto sul divanetto a sorseggiare il caffè, partecipando alla nostra conversazione: ultimamente mi raggiunge nella biblioteca, e mi suggerisce una nuova lettura, ovviamente di stampo liberale, ma io non mi lascio mai convincere, e spesso la conversazione prende toni decisamente polemici. Oggi, ad esempio, mi proponeva:<<Potreste leggere, fresco di stampa, il Sismondi: "Storia delle repubbliche italiane del Medio Evo". È molto istruttivo: parla di come il nostro paese vivesse prosperamente quando i liberi comuni e le repubbliche marinare non conoscevano il giogo dello straniero>>.

Al ché gli ho risposto: <<Mi pare che in realtà il mondo, anche allora, fosse diviso tra papato e impero.>>

<<I comuni potevano parteggiare per l'una o per l'altra potenza, ma di fatto erano autonomi.>>

<<Per un periodo molto breve: la storia insegna che piccole forze non possono contrastare i grandi eserciti.>>

<<Ma non ne avete abbastanza di quattro secoli di sudditanza agli Absburgo?>>

<<Se ci troviamo in questa situazione è per colpa della rivoluzione francese e dell'Impero Napoleonico in conseguenza dei quali tutti i progressi teresiani e di Giuseppe II sono stati cancellati. E se ci troviamo adesso in questo regime di polizia, è colpa vostra e dei vostri amici cospiratoro, per aver costretto il governo ad estreme misure!>>

<<Ammettete dunque che la situazione attuale è peggiore di prima: è proprio per ripristinare le antiche autonomie che noi ci battiamo!>>

<<Per me siete tutti dei folli, dei suicidi.>> reagii: sai quanto detesti ammettere ciò che non riesco a condividere.

<<Allora lo sono stati anche i tanti martiri del cristianesimo, che sono morti per un'ideale utopico.>>

Mal tollero quando la dialettica altrui non mi permette di far valere il mio pensiero.

<<Scherzate con i fanti e lasciate stare i Santi.>> sentenziai, ed uscii dalla biblioteca."

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