DIECI

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L'anno nuovo iniziò e insieme ai due ragazzi anche un nuovo capitolo della loro storia.
Dalla notte di capodanno Filippo aveva acquisito un atteggiamento diverso nei confronti di Rolex, forse per via della sbronza e del bacio a quello sconosciuto oppure il segreto lo stava pressando da troppo tempo.

ROLEX
Era il 7 gennaio.
L'anno nuovo era iniziato da una settimana e ancora mi stavo chiedendo come fosse terminata la festa di capodanno.
Filippo non mi guardava più come prima.
A dire il vero non mi guardava proprio.
Era una settimana che lo aspettavo a casa per pranzo, attendendo un suo caloroso abbraccio e il solito bacio che ero abituata a ricevere, ma niente.
Era davvero strano il suo comportamento.
Dalla notte di capodanno non mi guardava più.
Di quella festa non ricordo granché.
Anzi, non ricordo nulla.
L'unico ricordo sbiadito che ho è il tentativo invano di richiamare l'attenzione di Filippo, ma lui si rifiutava di venire a ballare con me.
Poi ho un vuoto, e poi ricordo il risveglio a casa, accanto a Filippo che, ancora vestito dalla notte precedente, dormiva.
Mi vesto in fretta e prendendo le chiavi di casa esco.

FILIPPO
Sono le quattro e mezza.
Io ed Einar stavamo passando molto tempo assieme ultimamente.
Nell'ultima settimana ci eravamo trovati quattro volte, e in quelle quattro volte avevamo discusso su come trovare un modo per dire tutta la verità a Rolex.
"Io penso che con le immagini sia tutto molto più semplice" disse Ein passandosi una mano tra i capelli sistemandosi il ciuffo
Mi persi a guardarlo.
In passato era successo qualcosa che mi segnò.
E da quel momento non riuscii piú a comprarmi da vero ragazzo quando ero in sua compagnia.
Lui se ne accorse, come l'altro giorno in macchina.
"Terra chiama Iraaaaa!"
Mi diede una gomitata e sorridendo si fermò a guardarmi.
"Allora, hai sentito il suggerimento,...Ira?" domandò lui chiamandomi ancora in quel modo
Quando eravamo alle superiori mi aveva soprannominato Irama, ovvero l'anagramma del mio secondo nome, Maria, e fu così che da un giorno all'altro io non fui più Filippo ma bensí Irama.
Adoravo quando mi chiamava Ira.
Lo pronunciava in un modo indescrivibile.
Poco dopo venni a scoprire che Irama in malese stava a significare 'ritmo' e da quel giorno lo apprezzai ancora di piú.
Lui mi guardò storto.
Io apposta non risposi.
Mi faceva troppo impazzire il modo in cui mi guardava.
Lui sbuffò.
Io risi.
"Certo, le fotografie,..." dissi così per dire
Però poi pensandoci su la ritenni una buona idea.
"Cazzo! Ein! Vero! Le fotografie! Le polaroid, i ricordi. Cazzo! Sei geniale..." esclamai abbracciandolo

EINAR
Quanto mi era mancato questo ragazzo? Quanto?
Stringendolo forte a me sorrisi.
"Lo so...Ira!" esclamai scompigliandogli i capelli
Lui si arrabbiava sempre quando lo facevo ma aveva imparato a stare al gioco.
Sorrise per poi distogliere lo sguardo.
"Quindi,...cos'aspetti?" domandai distaccandomi un po'
Lui mi guardò per poi alzare le spalle.
Detestavo quando faceva così, ma infondo era una situazione davvero complicata.
Gli diedi un colpetto sul petto.
Lui mi guardò per un attimo.
Ricordo che quando eravamo adolescenti facevamo sempre una specie di gioco che consisteva nel colpirci il petto con dei pugni, leggeri ovviamente, e il primo che aumentava la forza del colpo perdeva.
Lo so, era un gioco stupidissimo, avevamo preso spunto per la regola dai bulli che giravano per i corridoi della scuola, solo che per loro non era un gioco.
"Quindi... da quello che ho capito io prendo la scatola delle polaroid e le espongo tutte le immagini del passato?" domandò lui fissando il cielo
"Cosa vorresti fare con delle foto altrimenti?" domandai scocciato
Lui annuí.
Sapevo che quell'idea non gli andava molto a genio, perché lo conoscevo abbastanza per sapere quello che stava per fare, ovvero lamentarsi e cercare di cambiare il piano.
"D'accordo! Però vieni con me" disse lui sorprendendomi
Lo guardai sgranando gli occhi.
"Che c'è? Oh Ein,..lo so che non ti aspettavi una risposta così immediata,..perciò andiamo a casa prima che cambi idea"
Senza farlo aspettare lo seguii.
"Ai suoi ordini capo!" esclamai cogliendolo di sorpresa mentre era intento a guardarmi
Sorrisi e lui fece lo stesso.
Era da troppo tempo che aspettavo di passare del tempo con lui.
Da quando era saltata fuori la storia del segreto da mantenere era tutto cambiato.
Soprattutto lui.
Ma infondo era meglio così.
A nessuno piaceva il Filippo di prima, era una brutta persona, ovviamente da  quando è arrivata Rolex, perché prima del suo arrivo lui era totalmente un'altra persona.
Era solare, divertente e dolcissimo.
Io e lui eravamo una cosa sola.
Ci volevamo bene eravamo grandi amici,...forse provavo qualcosa per lui.
E forse provo qualcosa per lui tutt'ora.
Nonostante tutto, era una persona speciale, era molto simile a me, ci eravamo trovati molto bene.
Si era formato un forte legame che poi però, si era spezzato.
Per questo ora dico a tutti che mi era mancato.
Cazzo se mi era mancato.
Mi era mancato davvero.

Prima di andare a casa Filippo mi disse di voler passare alla libreria in centro, voleva comprare un libro a Rolex.
Il libro di cui lei gli aveva parlato tanto.
Entrammo nella libreria e lo persi subito di vista.
'Ci metto poco' mi disse poco prima di sparire tra gli scaffali.
Feci lo spesso e mi immersi tra le infinite pagine prestampate.
Afferrai un libro a caso e aprendolo annusai il suo profumo.
Non c'era niente di più buono dell'odore di un libro nuovo.
Lo posai al suo posto e ne afferrai un altro, 'Cime tempestose' .
Mi ricordo di quando lo lessi in terza superiore, lo terminai esattamente il giorno in cui conobbi Rolex.
Qual ricordo mi riportò indietro nel tempo.
Avrei preferito che quel ricordo restasse nel passato.
Lo rimisi a suo posto e andando avanti lungo la corsia dagli infiniti scaffali di libri profumati una voce familiare mi giunse all'orecchio.
Feci capolino dallo scaffale poco piú avanti a me e mi resi cinto che quella voce apparteneva a Rolex, che non era sola.
Ciò che mi venne in mente ritrovandomi in quella situazione fu la seguente frase: "e ora so' cazzi amari"
Facendo finta di niente presi un libro in mano e indifferente osservai in silenzio, attendendo con ansia l'intervento di Fil.

Non vedi che va meglio qui con me? •Irama Plume•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora