TREDICI

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EINAR
"Filippo, aspetta! Cazzo!" gli gridai rincorredolo fuori dal locale
Si allontanò dall'entrata avviandosi in strada.
"Sapevo che sarebbe stato tutta una grande cazzata!" esplose lui voltandosi dalla mia parte
"Ora dai la colpa a me?" me la presi perché non poteva fare così
"Se non sbaglio sei stato tu a dirmi che avevi problemi a mantenere il segreto e avevi bisogno di una mano per trovare un modo per dirglielo!"
Non mi piaceva parlargli con questo tono, ma quando ci voleva ci voleva.
"Si, è quello che ho fatto! Ma tu avresti dovuto sapere del casino che sarebbe uscito da sta storia! Sai che io non ragiono quando mi faccio prendere dall'ansia, il casino diventa ancora più grande. Io sono come la benzina sul fuoco!" disse rigirandosi e riprendendo a camminare
"Aspetta!" gli dissi prendendolo per il braccio
"E adesso cosa vuoi? Non ti è bastato spingermi a fare sto casino?"
"Cazzo Fil! Smettila di darmi la colpa! Tu mi hai chiesto una mano e io da buon amico ho accettato a darti una mano! Avrei potuto lasciar perdere lasciandoti combinare altri casini, e, credimi, quelli si che sarebbero stati veramente come benzina sul fuoco..."
Lui mi guardò negli occhi.
Sospirò un attimo.
"L'ho fatto solo per aiutarti a non fare altri casini. So come sei fatto. So che ora andrai da lei, ma io ti consiglio di non farlo. Non ancora. È arrabbiata, delusa, lasciala respirare... Tornerà da te, se lo vorrà...solo così capirai se ci tiene davvero a te..."
Lui si voltò.
"E perché? Perché hai voluto aiutarmi?"
Lo guardai per poi abbassare lo sguardo.
Lui si avvicinò.
"Ein,...perché?"
Mi posò una mano sulla spalla.
Non avevo coraggio di rispondergli, così gli presi il viso tra le mani e lo baciai sulle labbra.
Fu un bacio rubato.
"Perché io ci tengo a te. Avevo paura che ti potesse succedere qualcosa,...so come sie fatto. So che ti ci vuole poco per esplodere e farti trasportare dalla marea"
Lui mi guardò strabuzzando gli occhi.
Era arrossito.
E probabilmente anche io.
Lui abbassò lo sguardo.
"Grazie, Ein,..." sussurrò lui per poi abbracciarmi
"Farei di tutto per te,..lo sai?"
"Si,...anche tu puoi contare su di me fratello" disse lui versandomi una lacrima sulla spalla
Sapevo che lui amava davvero Rolex, e sapevo anche che lei era arrabbiata.
Avrebbe potuto fare di tutto, ma ero sicuro che lei non lo avrebbe tradito.
Poteva stare tranquillo.

ROLEX
Non avevo voglia di farmi fregare di nuovo.
Thomas mi prese per mano e sorridendomi mi accompagnò a casa.
"Ti prego, non andartene, non voglio rimanere sola,...lui potrebbe rientrare da un momento all'altro,... E non voglio affatto parlare con lui" gli dissi invitandolo chiaramente a restare con me
Lui sorrise e mi segui dentro casa.
"Wow,...è una bella casa,..." disse lui guardandosi attorno appena entrò dalla porta
"Si...è bella,...ma piena di segreti" dissi io togliendomi la giacca
"Accomodati pure" dissi sorridendo
Lui sorrise e si sedette sul divano.
"Prendi qualcosa da bere?" domandai andando in cucina
"Oh,...si, volentieri, grazie..." rispose lui dal soggiorno
"Cosa preferisci?" dissi aprendo il mobiletto degli alcolici
'Vino, wisky, vodka,...'
Presi piú bottiglie possibile.
Prima che mi rispondesse gli parlai io.
"Il menú è fisso, ho deciso" dissi portando tutte le bottiglie in soggiorno
Le appoggiai al tavolino di vetro.
"Caspita" disse Thomas guardando le bottiglie
Predi due bicchieri dalla dispensa.
"Non c'è cosa migliore di bere per dimenticare" dissi versando della vodka nei bicchieri.
Lui sorrise.
"Giusta osservazione" disse lui alzando il bicchiere
"Alla salute" dissi io facendo scontrare il mio bicchiere con il suo
I nostri sguardi si scontrarono.
Da tempo non mi sentivo così.
"Facciamo un gioco?" domandai per poi buttare giú la vodka
Lui annuí.
"Che tipo di gioco?"
Pensai un attimo e poi mi venne un idea.
"Dato che non ci conosciamo,... Cioè io praticamente non ti conosco..." dissi sorridendo timidamente
Lui sorseggiò lentamente guardandomi.
"...ci facciamo delle domande l'un l'altro,...e,...ogni volta che dobbiamo rispondere a delle domande complicate,...beviamo!" esclamai consapevole della stupidaggine che avevo appena inventato
Lui aggrottò la fronte.
"Ma si, dai, infondo è un buon metodo per conoscerci...e per farti scoprire cose di te che non puoi ricordare..."
"Esatto. Era quello il mio intento" dissi per poi versare dell'altra vodka nei bicchieri
"Allora iniziamo,..."
"D'accordo" disse Thomas avvicinandosi a me
"Aspetta,...ma non voglio che salti fuori Filippo, non voglio sapere altre cose su di lui,...sto già abbastanza male" dissi guardandolo negli occhi
"Tranquilla,... Lo avrei evitato" disse toccandmi la punta del naso
Sorrisi.
Lui fece lo stesso.
"Quindi,... com'ero prima?"
Decisi di iniziare io.
Ero troppo curiosa di conoscermi veramente.
Lui allungò le braccia e mi strinse a se.
"Beh,...eri una persona diversa, eri sfiduciosa nei confronti di molte persone, eri sempre triste e sola, non è stato affatto facile  conquistarti" disse ridendo
Gli baciai la guancia.
"Quando ti vidi per la prima volta indossavi una felpa grigia e dei pantaloni neri strappati con delle calze a rete sotto..."
"Cosa?! Stai scherzando vero?" domandai alzandosi a guardarlo ridendo
"Si, ti giuro,...te l'ho detto che eri diversa..."
"Wow, ma non pensavo davvero mi vestissi così..."
Lui sospirò.
"Che c'è?"
"Niente, è solo che oltre a quello eri diversa caratterialmente,... Non avresti mai fatto ciò che hai fatto oggi, ti sei fidata di me subito, una volta non l'avresti mai fatto,...eri sempre sola e preferivo la penombra..."
Chiusi gli occhi.
"Altro?" chiesi per poi appoggiarmi a lui
Lui mi guardò per poi buttare giú della vodka.
"Avevi molti tagli sui polsi,...una volta mi raccontasti il motivo, mi fece stare male, ma non mi arresi, pur vedendoti cosí abbattuta e desiderosa della solitudine io cercavo sempre di starti vicino,...poi piano piano mi innamorai di te..."
"Oh,.." dissi per poi guardarmi i polsi
"Non sai quante volte durante il giorno il mio sguardo cadeva sui tuoi polsi"
Li continuai a guardare.
Si vedevano ancora le cicatrici.
"Non posso crederci,...e non mi ha mai detto niente" sussurrai tra me e me
"Shh,...non preoccuparti,.. È tutto passato. Ormai non ha senso pensarci" disse lui
Mi alzai a guardarlo.
"Mi sono stancata di questo gioco...ma una domanda voglio farla io" dissi per poi bere
"Nel periodo in cui siamo stati assieme,..." feci una pausa
Presi il suo bicchiere e me lo portai alle labbra.
"...lo abbiamo mai fatto?"
Lui mi guardò imbarazzato.
"Ehm,...a dire la verità no..." disse a bassa voce
Qualcosa mi diceva che fosse sincero.
Senza aspettare mi fiondai su di lui.
Lo baciai e poi lo presi per mano.
Ci direigemmo in camera da letto.
Chiusi la porta e feci girare la chiave nella serratura.
In quel momento non stavo pensando davvero a niente.

Non vedi che va meglio qui con me? •Irama Plume•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora