DODICI

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Il danno ormai era stato fatto.
Niente o nessuno avrebbe piú potuto cambiare le cose.

THOMAS
Quella cosa mi aveva lasciato sconcertato.
Inseguii Rolex e cercai di fermarla, ma lei si rifiutò piú volte di fermarsi.
Non smetteva di piangere.
"Rolex, ti prego. Fermati un attimo" dissi dolcemente
Lei si bloccò e si girò a guardarmi.
"Perché dovrei fermarmi? Fino ad ora non ho fatto nient'altro che stare ferma e ascoltare. Per una volta vorrei prendere il comando della mia vita, dato che per anni è stata tra le mani di altre persone" disse lei senza smettere di piangere
Aveva dei capelli in faccia e il viso arrossato.
Mi avvicinai lentamente ma lei indietreggiò.
"Pensi sia facile non sapere chi tu sia? Pensi sia facile vivere quest'attimo senza pensare a cosa diamine mi successe in passato? Quelle foto, rappresentano una parte di me che tutt'ora non conosco! Perché mi ha fatto tutto questo?! Perché? Lui che tanto mi ama! Perché?"
"Non so il motivo del perché lo abbia fatto, ma, ascoltami. Lui ti ama. Si vede tanto che ci tiene...certo, prima ovviamente non era così,..." dissi attirando di più la sua attenzione
"In che senso,...non era cosi?" domandò lei
"Non penso sia compito mio spiegarti chi fosse lui veramente. Quello che ti voglio dire però è che lui non è mai stato la persona che vedi adesso"
Si asciugò le lacrime con la manica della giacchetta di jeans.
"Non voglio andare da lui, non ora" disse ricominciando a piangere
Mi avvicinai a lei e l'abbracciai.
Improvvisamente mi mise le braccia al collo e mi strinse forte.
"Mi dispiace,...mi dispiace che sia successo tutto questo" dissi con un tono piuttosto basso
Lei scosse la testa.
"Dispiace a me. Ora voglio solo sapere chi fosse lui prima, ma non lo voglio sapere da lui, chissà se mi direbbe la verità. Non penso che riuscirò più a fidarmi di lui dopo tutto quello che mi ha tenuto nascosto"
Infondo la capivo.
Non doveva essere affatto facile vivere all'oscuro di tutto.
"Senti, io lo conosco abbastanza bene, cioè lo conoscevo, al tempo delle superiori,...ti dico solo che dal momento un cui tu sei entrata in quella scuola lui è diventato una persona piuttosto cattiva, con te, con me, con tutti quelli che cercavano di starti vicino. Solo lui voleva starti vicino. E farti del male"
"Cosa?" domandò lei guardandomi con gli occhi carichi di lacrime
Adorava farla stare male, dal primo giorno in cui la vide aveva da subito capito che lei fosse una persona debole, si divertiva a distruggere lentamente le persone, e con lei ce l'aveva fatta davvero.
"Appena tu sei arrivata a scuola, dopo aver cambiato città hai iniziato la terza superiore qui a Roma. Non avevi amici, eri una persona piuttosto solitaria, eri diffidente e sempre triste. La prima persona che ti venne accanto quel giorno fu Einar, il ragazzo che era con..."
"...il pianista..." sussurrò lei
Io annuii.
"...ecco, si, proprio lui. Lui e Filippo avevano un'intesa particolare, erano inseparabili, alcuni pensavano che tra loro ci potesse essere qualcosa, andavano d'accordissimo, solo che con il tuo arrivo qualcosa cambiò. Filippo si infastidì dal suo comportamento ed iniziò a prenderti di mira. Poi passò a me. Si era stancato di prendersela solo con una persona, non gli bastavi tu. Era venuto a sapere della nostra relazione, tra me e te,..."
Lei mi guardò piegando la testa di lato.
"...so che è strano sentire queste cose, ma è essenziale che tu lo sappia, devi sapere tutto, o non capirai il resto..." lei annuí
"...non ho mai capito perché lo facesse, oltre al motivo di Einar, ma non ho mai capito cosa centrassi io"
"Per quanto tempo siamo stati insieme?" domandò lei
La guardai speranzoso.
"Fino al giorno del tuo incidente,... Il giorno in cui ti ho chiesto se volessi essere la mia ragazza era il 15 maggio 2014,...poi il 15 novembre 2016 ci fu l'incidente, e io non ne sapevo niente...pensa,...lui non mi aveva avvertito di tutto l'accaduto...e nessuno sapeva, o meglio, poteva dirmi che fine tu avessi fatto" le confidai addolorato
Lei mi abbracciò di nuovo per poi riprendere a piangere.
"Non posso davvero credere che lui mi abbia fatto tutto questo. Perché tenermi nascosta una cosa simile? Perché?"
La guardai per poi scuotere la testa.
"Piú che altro mi ha deluso per il fatto che non volesse che tu,...tu che eri stato il mio fidanzato, e lo eri anche nel momento in cui io subii quel trauma,...che stronzo!" disse lei per poi sedersi su un muretto poco distante da noi
"Lo so, ha sbagliato, ma forse aveva paura,... È vero, è stato stronzo ed ha sbagliato a non dirmelo, ma in fondo ormai il danno è fatto,... L'importante è che tu stia bene" le dissi sedendomi accanto a lei
Posò la testa sulla mia spalla.
"Beh, dire che sto bene sarebbe un reato" disse lei asciugandosi le lacrime con la manica della giacca
"Ti capisco" dissi accarezzandole la testa
Lei sospirò.
Ci fu un momento di silenzio, nel quale solo i nostri cuori si potevano udire.
"Thomas,..." iniziò a dire lei spezzando il silenzio
"Si" risposi guardandola
Sospirò nuovamente.
"...se ti baciassi,...ora..."
Il mio cuore prese a battere un pò più veloce della norma.
Lei fece per riprendere a parlare ma io la interruppi prendendole il viso tra le mani e baciarla.
Lei si alzò senza staccarsi da me e mi si posizionò davanti.
Le mie mani le presero i fianchi e l'avvicinai ancora di piú a me.
"Non mi sai affatto di una persona così lo sai?" disse lei accorgendosi delle mie mani su di lei
Riprese a baciarmi e io sorrisi facendo spallucce.
"Thom,..." disse tra un bacio e l'altro
Passai a baciarle il collo.
"Dimmi" le sussurrai all'orecchio
Ansimò un secondo e poi mi prese il viso tra e mani.
Mi guardò negli occhi.
"Lo ammetto. Provo sensazioni familiari, diverse..."
Sorridendo la baciai prendendola tra le mie braccia.
Ora non me l'avrebbe più portata via.

Non vedi che va meglio qui con me? •Irama Plume•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora