Epilogo: Do I ever cross your mind?

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SHAWN'S POV

"Shawn cos'hai combinato?" Mi aveva chiesto mia madre appena rientrata dal lavoro.

"Mi è... mi è caduto lo sciroppo... Scusa mamma, non l'ho fatto apposta" Confessai con la voce che tremava, avevo fatto un disastro, mi avrebbe fatto pulire, potevo dire addio alla festa di fine scuola elementare.

"Questa roba non verrà mai più via da qui" Borbottava mentre strofinava con la spugna.

Mi era scivolata la ciotola dalle dita, guardavo la televisione e in un secondo il danno era fatto. Ero rimasto ad osservare la macchia guadagnare terreno velocemente, la carta non bastava, non faceva altro che incollarsi ed impregnarsi, le dita appiccicose mi rendevano impossibile afferrare altre pezze senza impiastricciare tutti i mobili della cucina.

Era rosso ciliegia, aveva superato le suole delle mie scarpe scorrendo come un fiume in piena tra le assi dissestate del pavimento, penetrando in ogni intercapedine del legno logorato, corposo e affamato si mangiava ogni granello di polvere. Un attimo prima era dorato e zuccherino, un secondo dopo era amaro, metallico e scuro: i flash si susseguivano e si mischiavano nella mia testa tra l'odore dei pancakes di mia madre e quello di fumo di quella topaia infernale, nelle orecchie un fischio senza fine al quale il cervello si era quasi abituato, facevo fatica a rimanere in piedi, mi girava la testa.

Alzai gli occhi verso il muro: sembrava un dipinto di Pollock, sangue e macchie di grasso.

Persi l'equilibrio e dovetti rannicchiarmi con il peso sulle punte dei piedi e le mani appoggiate a terra.

Dov'era la terra?

"Questa roba non verrà mai più via da qui".

Avevo le dita intrise di sciroppo, rosso, vivo, lo sentivo ribollire sui polpastrelli ancora caldo. Sfregai le mani sui pantaloni della tuta perché si pulissero.

"Questa roba non verrà mai più via da qui"

Vomitai.



RIDLEY'S POV

Scattai verso Chris nascondendogli la scena con il mio corpo mentre lo trascinavo fuori dalla stanza; gli feci aderire la schiena al muro al di fuori della porta e gli sistemai il ciuffo dietro l'orecchio, poi gli sfilai il maglioncino intriso di sangue e gli infilai la mia felpa faticando a chiuderla con le dita che ancora tremavano.

-Come stai? - Gli sussurrai - Andrà tutto bene, capito? Tutto bene - Cercavo di convincere più me che lui mentre facevo cenno ad Axel di portarlo in auto.

-Ci penso io - Mi disse - Penso a tutto io, a voi da ora ci penso io - Rimise la pistola dietro la schiena dopo aver inserito la sicura, la canna lanciò un ultimo sbuffo di fumo prima che la sistemasse nei pantaloni.

Scese le scale con il bimbo tra le braccia e il cellulare all'orecchio: "abbiamo un problema" fu l'unica cosa che riuscii a carpire della telefonata prima che girasse l'angolo.

Rientrai.

Il corpo senza vita di Pam era nascosto dalla scrivania, il segno di un impatto circolare con un foro al centro segnava l'esatto punto della finestra dove aveva esalato l'ultimo respiro, dove si era finalmente lasciata alle spalle tutte le sue stronzate.

Nell'angolo opposto della stanza Shawn seduto per terra teneva la testa tra le mani con le ginocchia vicine al petto e la schiena appoggiata al muro, le dita insanguinate e i pantaloni zuppi  dal ginocchio in giù suggerivano che si era trascinato fino a quel punto senza riuscire a reggersi in piedi. 

Do I Ever Cross Your Mind? || Shawn Mendes ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora