13. Now you're gonna say "pretty please forgive me"

241 16 28
                                    


Inutile dire che dormii poco e niente. L'alba tingeva il cielo di rosa mentre, nella penombra della mia camera, strimpellavo qualche nota alla chitarra: storie di ragazze imprevedibili dagli occhi scuri e sicurezze color verde smeraldo. 

Verso le sei uscii di casa per andare da Lauren sapendo di trovarla sveglia: si alzava alle 05:30 precise, ogni giorno, che dovesse andare all'università o meno. Tutta quella famigliarità, il conoscere ogni centimetro di una persona mi faceva sentire al sicuro. Mi rispose cordialmente al citofono invitandomi a salire nel suo appartamento. 

Mi sarei sistemato anche io per conto mio a breve: avevo appena comprato un attico luminoso a pochi chilometri dal centro di Toronto, in una palazzina con una vista mozzafiato. Ero elettrizzato all'idea di vivere da solo, ma con tutto quello che avevo avuto per la testa in quegli ultimi giorni me ne ero quasi completamente dimenticato. "La mia prima casa" pensai "forse sto crescendo davvero".

L'arredamento di Lauren rispecchiava perfettamente i suoi gusti, tanto che già prima di entrare avrei potuto immaginare nel dettaglio ciascuna stanza e non avrei sbagliato di una virgola: il bianco regnava sovrano con qualche spruzzata di rosa chiaro e quei gingilli minimali quanto inutili che piacevano tanto alle ragazze del ventunesimo secolo. Ci accomodammo sul divano, fui io a parlare per primo:

- Elle... Io non sono sicuro che la nostra storia possa avere un futuro, ma voglio provarci... Voglio dire... Voglio capire... - 

Un sorriso enorme le comparve sul viso:

- Non sai quanto questo mi renda felice, Shawn! Io... pensavo che... che ti fossi scordato di me... Ho capito i miei errori. Sarà tutto diverso, tutto migliore! Non ho mai smesso di amarti, il cuore mi scoppia... - Mi buttò le braccia al collo ed io la strinsi a me.

Pensavo che avrebbe mollato la presa e avremmo guardato un film invece iniziò a stamparmi dei piccoli baci appiccicosi di lucidalabbra sul collo percorrendo tutta la mandibola fino al mento. Alzò gli occhi per controllare la mia reazione ed io affondai le mie labbra nelle sue cogliendola di sorpresa, con una mano le scioglievo la coda di cavallo tirandole leggermente i capelli per avvinghiarmi ancora di più a lei. Cercavo disperatamente di provare qualcosa: ogni bacio era più soffocato, più avido, come se stessi cercando di scavare più a fondo. Le mie dita accarezzavano i suoi fianchi snelli mentre si sfilava il vestitino a pois appoggiandolo delicatamente sul tavolino di fronte per non stropicciarlo e scoprendo un completino di pizzo bianco che lasciava ben poco all'immaginazione. Mi sbottonò la camicia mentre io pensavo ai pantaloni. Era lei a volermi, aveva pianificato tutto: mi era bastato vedere la sua biancheria intima per capire che aveva già infilato la scopata in agenda, che tutto ciò che stava accadendo aveva ben poco di spontaneo. Avrei voluto fermarmi perché non riuscivo ad andare oltre l'immagine di Ridley con gli occhi lucidi che barcollava verso la porta di casa, ma non lo feci. Lauren era incredibilmente bella, sexy, con le curve al posto giusto e il fisico di una sportiva professionista, ma era fragile: non avrebbe mai superato un rifiuto quando ci metteva mesi per digerire anche la più piccola delle critiche; viveva per l'opinione degli altri, per apparire sempre perfetta, per l'ammirazione dei suoi fans. Scivolai dentro di lei con dolcezza e la toccai dove sapevo che le sarebbe piaciuto perché la conoscevo come le mie tasche. Lei non si era mai sforzata di capire nulla di me: Lauren era il tipo di persona che tendeva a plasmare gli altri a sua immagine e somiglianza, iniziandoli a nuovi gusti, nuove opinioni, anche nuove esperienze. Stare con lei era estremamente stimolante ed interessante, ma profondamente vuoto. Affondai un altro paio di spinte, un morso sulla spalla mi avvisò che era pronta a concludere quindi aumentai il ritmo: pensai ad ogni movimento, controllai ogni muscolo perché sapevo quello che voleva. Venne con un grido, il suo corpo si irrigidì sotto il mio e io le baciai delicatamente i seni mentre uscivo da lei provvedendo a sfilarmi il preservativo. 

Do I Ever Cross Your Mind? || Shawn Mendes ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora