38. Everest is only a mountain

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RIDLEY'S POV

-Dobbiamo chiamare la polizia e fare la denuncia - Maya sembrava piuttosto risoluta.

-Potremmo parlarne un secondo? - Fece Axel, era in piedi con la schiena appoggiata al muro e le gambe accavallate.

-Parlarne? - Gli rispose spostando una delle sue lunghe ciocche ricce dietro l'orecchio - Tua sorella deve andare in prigione, è psicopatica! - Disse puntando il dito sul suo petto.

Lauren piangeva accoccolata in un angolo silenziosamente e con le mani nascondeva il viso - Componi il numero - Sussurrò tra i singhiozzi.

-Nessuno andrà in prigione - Biascicai cercando di riabituare gli occhi alla luce, la voce non mi sembrava neanche la mia.

-Rid? - 

L'avrei riconosciuto tra mille, ma mi sembrava impossibile fosse lì.

-Shawn? - Cercai di tirarmi su, mi accorsi che avevo la gamba sinistra completamente ingessata.

Era seduto accanto al letto, gli occhi gonfi, i capelli spettinati, avrei potuto contare le ore di sonno mancate nei cerchi violacei e concentrici che gli sfioravano gli zigomi. Mi toglieva il fiato il solo incrociare il suo sguardo, le mie dita che si incrociavano con le sue sprigionavano quell'elettricità, quel brivido che era solo nostro. Gli buttai le braccia al collo e lui mi strinse delicatamente: per un momento dimenticai dove fossi e le litigate di qualche mese prima mi sembrarono infinitamente piccole, per un secondo fu come se quell'abbraccio avesse messo davvero le cose a posto, costole rotte comprese.

-Credimi, scricciolo, non vorrei interrompere questo momento, ma è veramente il caso di chiamare le autorità... Voglio dire ti hanno investita, di proposito - L'intera faccenda doveva aver sconvolto la mia migliore amica ben più di quello che lei voleva dare a vedere, la Maya che conoscevo io, quella secondo cui non c'era problema che non potesse essere risolto davanti a una tazza di tè fumante, aveva ceduto il posto a una versione dieci volte più agitata e duecento volte più apprensiva dell'originale.

Sciolsi l'abbraccio con Shawn a malincuore, il calore del suo corpo mi faceva sentire a casa e il suo profumo mi faceva venire voglia di togliergli i vestiti seduta stante, ma evidentemente non era il momento giusto per certe cose.

-Maya - Sospirai - Lo so che hai vissuto un incubo, ma la prigione non mi sembra... Insomma cosa risolveremmo? Sarebbe comunque fuori prima che io anche solo inizi a pensare di riappoggiare entrambi i piedi sulla terraferma... Senza aggiungere che ci andrebbe di mezzo anche Lauren che non ha fatto nulla... - Cercavo di farla ragionare.

-NULLA?! - Alzò gli occhi al cielo - Nulla? Era lei al volante! Poteva essere in panico o quello che vuoi, ma appena ha potuto ha cercato di scaricare la colpa su Axel! -

-Ero spaventata ok? Terrorizzata! Non sapevo cosa fare! - Gridò Lauren da sotto la chioma di capelli rossi arruffati e bagnati dalle lacrime.

-Guardala, Maya... - Lei si asciugò una lacrima, mantenendo lo sguardo fisso sul pavimento e mordendosi leggermente l'interno della guancia - Guarda me... Io sto bene, sono qui - 

Quando i miei occhi incontrarono i suoi si fece largo tra gli altri e mi si lanciò addosso, la sua taglia 38 non avrebbe potuto farmi del male nemmeno se avesse voluto, era leggera come una piuma e, in quel momento, fragile come un lampadario di cristallo durante un terremoto.

-Quella stronza di Meredith non è neanche venuta in ospedale... - Mi sussurrò all'orecchio.

-Non mi aspettavo altrimenti - 


-


-Mi sembra tutto a posto - Disse il dottore con la voce da dottore.

Do I Ever Cross Your Mind? || Shawn Mendes ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora