Terzo capitolo

217 21 0
                                    


Decise lui il bar dove ci saremmo incontrati. Si chiamava " Le blanc" e già dal nome mi piaceva molto. Quando entrai, capì perché si chiamava così. Era tutto bianco con qualche eccezione sulle orchidee di color rosa che si trovavano intorno. Mentre stavo ammirando la bellezza di quel bar, sentì una voce che disse " Heyyyy. Ragazza nuova." e vidi Chris. Portava una felpa nera e dei jeans neri. Quel look non gli si addiceva per nulla. Lo faceva sembrare un ragazzo freddo ma non lo era per nulla. Mi avvicinai e dissi "Hey.Compagno di banco" sorridendo.

"Vedo che non fai più la distaccata."

"Io non sono distaccata." risposi quasi offesa anche se non lo ero.

"Va bene. Raccontami di te. Sono venuto qui apposta."

Rimasi quasi scioccata. Esiste veramente qualcuno che gli importa di me?

"Okay.Mi chiamo Emilia ma tutti mi chiamano Emi. Ho 17 anni e......"

"Dimmi ciò che ti piace" disse con aria curiosa

"Adoro la musica. Qualsiasi genere. Dal rock al classico. Adoro leggere soprattutto opere dell'epoca vittoriana e da poco vedo qualche anime"

"Davvero?"

"Si.Ho iniziato con "Attack On Titan""

"Wow.Vedo che dentro quell'involucro da ragazza fredda e taciturna c'èuna ragazza romantica e anche molto interessante." disse squadrandomi dall'alto verso il basso.

Cominciai ad arrossire ma presi coraggio e gli dissi:

"Piuttosto,raccontami un po' di te. Non so nulla."

"Va bene, curiosella. Mi chiamo Chris. Sono australiano di origine coreane. Mi sono trasferito qui dopo la separazione dei miei. Hoimparato abbastanza velocemente l'italiano. Le cose che adoro sono :la musica, gli anime e il calcio."

"C'èun altro ragazzo interessante qui" dissi ridendo.

Notai che da tanto non stavo così bene con una persona. Specialmente conun ragazzo.

"Dimmi la verità. Perchè hai cambiato scuola?" disse sempre con aria curiosa.

" Non mi va di parlarne". Smisi di sorridere e cominciai ad essere di nuovo fredda.

"Scusami"disse con aria dispiaciuta prendendomi anche la mano.

D'impulso la levai e gli dissi:

"Scusa,devo andare."

Il suo sorrisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora