Capitolo 8

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Camila's pov

<<...si chiama "Sindrome di Batten", anche se ha un nome specifico a seconda dell'età in cui si presenta. La mia è NCL3, ovvero quello che si forma prima o durante l'adolescenza>>, disse Lauren. Capivo tutto quello che mi diceva, ma al tempo stesso, mi sembrava di non sentirla.
Mi aveva appena rivelato di stare per morire, e me l'aveva detto con così tanta facilità che ero rimasta quasi senza fiato. Sembrava quasi che mi stesse raccontando una storia spensierata, tanto sereno e tranquillo pareva il suo volto. 

<<Io...non so che...Aspetta...Si è formato in età pre-adolescenziale? Quanti anni avevi quando l'hai scoperto? Tredici, quattordici?>>, domandai, guardandola con gli occhi fuori dalle orbite.

<<Sedici, ma già ai miei quindici anni avevo iniziato a mostrare dei sintomi. Tuttavia, non sono una a cui piace lamentarsi, quindi non dicevo mai nulla finché potevo resistere. Un giorno, durante gli allenamenti di softball, caddi a terra e dissi alla coach che non mi sentivo più le gambe. In ospedale, mi hanno fatto della analisi, poi con aria preoccupata hanno detto ai miei di farmi fare delle visite specifiche. E così, è venuta fuori la malattia>>, mi rivelò, guardandomi dritto negli occhi.
I suoi occhi erano così sereni, proprio come il mare che si trovava davanti a noi. Davvero, non capivo come potesse raccontarmi quelle cose senza un minimo di agitazione. Io ero rimasta seduta solo per la consapevolezza che se mi alzavo in quel momento, sarei caduta a terra in meno di un secondo.

<<Perché è...>>, mormorai, senza trovare il coraggio di finire quella frase.

<<Questa malattia si sviluppa nei neuroni, Camila. Come ti ho detto, caddi a terra e non mi sentivo più le gambe. Be', la sindrome di Batten atrofizza completamente i muscoli, quindi presto non sarò più in grado di muovermi. Mi sembra logico che non avrò tempo per vivere>>, disse, con un'alzata di spalle. Anche se provava a fare l'indifferente, finalmente potei sentire tutto il dolore presente nella sua voce. Menomale, stavo iniziando a dubitare della sua umanità.

<<O almeno, posso sperare che mi atrofizzi i muscoli. Potrei anche rischiare di perdere la vista, magari di avere delle convulsioni, dei vuoti di memoria...Sai che un giorno non mi ricordavo più come arrivare alla classe di musica? Dovetti farmelo dire da un ragazzo, che sicuramente pensò fossi sotto qualche effetto di droga>>, disse lei, ridendo amaramente. Mi sentii uno schifo.
Possibile che in tutti questi anni io non me ne fossi proprio resa conto? Non avevo mai notato prima i suoi occhi stanchi e spenti. Non mi ero mai resa conto dei piccoli lividi sulle sue braccia, forse dovuti al fatto che cadesse ancora. Non...avevo mai notato che...stesse per...No, non potevo perderla proprio ora che l'avevo ritrovata. Sarebbe stato troppo ingiusto.

<<Qualcun'altro sa della tua condizione?>>, chiesi.

<<Normani e Matty, ovviamente. Normani lo sa perché un giorno mi sentii male con lei presente, e dopo averglielo detto, insistette affinché lo dicessi anche a Matty>>.

<<Loro sono i tuoi migliori amici, quindi meritavano di saperlo. Ma perché ora lo dici anche a me?>>.

<<Sai qual è la cosa più bella della consapevolezza di star per morire? Fregarsene di quello che dici alle persone. Insomma, quanto vivrò per poter subire la furia di una donna se le dico che i un vestito le sta malissimo? Una settimana? Un mese? Due mesi? Alla fine, comunque diventerò una santa, amata e adorata da tutti quanti>>, disse, completamente persa nei suoi pensieri. Non avrei voluto spingerla a rispondere alla mia domanda, ma sentivo il bisogno di sapere perché aveva deciso di farmi entrare di nuovo nella sua vita quando...adesso. Poi, però, rispose alla mia domanda, proprio come le avevo chiesto.

<<Quindi, Camila, se vuoi essere furiosa con me, per favore, fallo anche dopo la mia morte. Ho voluto cercare di riallacciare i rapporti con te poco prima della mia morte, perché sono innamorata di te>>, disse, guardandomi con la coda dell'occhio. Non riuscii a credere alle mie orecchie, e se non mi avesse già lasciato senza parole con la prima rivelazione di quella sera, lo sarei sicuramente rimasta in quel momento.

With a kiss, I dieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora