Capitolo 9

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Questo è il nostro ultimo capitolo, mentre il successivo è l'epilogo.
Buona lettura.

Camila's pov

Passando più tempo con Lauren, mi resi conto che la sua condizione era davvero grave. Un giorno mi aveva invitato a pranzo da lei, e l'emozione si era impossessata di me. Era da parecchio tempo che non passavo la giornata con la sua famiglia, siccome non eravamo andate molto d'accordo negli ultimi anni. E di nuovo, il pensiero di lei che stava male ed io che non lo notavo, troppo presa a ricambiare i suoi commenti di odio, mi ritornò alla mente.
Quel giorno stesso, passai del tempo con loro. Taylor si era unita al club di musica, e diceva di voler studiare nella stessa scuola di Lauren in futuro. Chris aveva invece iniziato a suonare la chitarra in una band, e finalmente aveva abbandonato la squadra di calcio. Anche se era bravissimo in quello sport, non era ciò che amava, quindi aveva deciso di seguire il consiglio di sua sorella.
Clara e Mike erano gentili e premurosi come ricordavo, ed entrambi mi trattarono come se fossi una figlia per loro. Io e Clara chiacchierammo del più e del meno, mentre con Mike mi limitai a parlare di ciò che avevo intenzione di fare dopo la scuola. Quando me l'aveva chiesto, il mio primo istinto era stato dire che avrei seguito Lauren ovunque andasse, ma il mio sorriso si era spento subito quando avevo notato il suo sguardo stanco e la realtà di quella situazione era tornata a farsi sentire. Avevo cercato di rispondere in maniera frettolosa, per non creare dei fastidi o delle incomprensioni. Sembravano una famiglia normalissima, se non fosse per il fatto che il dolore si poteva leggere negli occhi di tutti loro. Spesso, il loro sguardo cadeva su di Lauren, la fissavano per un paio di minuti e poi tornavano a fare quello che stavano facendo inizialmente. Ma cinque minuti dopo, era un altro membro della famiglia a fare la stessa cosa. Dopo un po', presi a farlo anche io.
Fu proprio alla fine del pranzo che vidi per la prima volta, una delle cause della malattia di Lauren. Stava aiutando sua madre a sparecchiare insieme a me e Taylor, quando il piatto che teneva tra le mani cadde a terra, rompendosi. Ci voltammo tutti a guardarla, per assicurarci che non si fosse fatta male. Mike e Chris corsero dal soggiorno per venire a controllarla. Clara ci aveva scherzato su, dicendo che tanto doveva cambiare il set di piatti, perché non le piacevano più di tanto. Sua figlia, tuttavia, non sembrava essere per niente divertita. Di fatti, si inginocchiò a terra tra i cocci rotti, e scoppiò a piangere. Non ci pensai su nemmeno due volte. Mi sedetti al suo fianco e la strinsi forte, lasciando che piangesse sulla mia spalla. Mormorava parole incomprensibili, ma la sentii perfettamente quando disse di sentirsi inutile. L'avevo solo stretta più forte, sperando di farle sentire che ero al suo fianco e che non andavo da nessuna parte.

La seconda volta che vidi uno dei suoi momenti di crisi, fu mentre andavamo a scuola. Stava guidando, ma accostò all'improvviso. Poggiò la testa contro il volante, impedendomi di vedere il suo volto. Toccai la sua spalla, poi accarezzai la sua schiena.
<<Qualcosa non va?>>, chiesi. Mi pentii subito della scelta di parole: era ovvio che qualcosa non andava, insomma, stava per morire.
<<Ho...solo mal di testa...>>, disse.
<<Vuoi che guidi io?>>, le proposi, gentilmente. Annuì. Quando scese dalla macchina per venire al lato del passeggero, notai che dovette tenersi alla macchina per camminare e una volta seduta dal lato opposto, mi guardò con un piccolo sorriso di scuse.
<<Ti amo>>, le dissi, prendendola alla sprovvista. Ormai, era logico che fossi follemente innamorata di lei. Avrei solo voluto rendere tutto più romantico, e non dirglielo in un'auto mentre aveva uno dei suoi attacchi. Tuttavia, mi sorrise e me lo disse anche lei, facendo nascere delle farfalle nel mio stomaco.
Al giorno d'oggi, ringrazio Dio per averglielo detto in quella macchina. Se avessi aspettato un momento perfetto, se avessi voluto pensare ad un qualcosa di romantico per poter rendere più belle quelle parole, allora non sarei mai stata in grado di farlo.

Insieme al malore di Lauren, si aggiunse anche lo stress dovuto allo spettacolo di fine anno. Alla fine del mese, puntuale come un orologio svizzero, il professor Thompson ci disse che aveva scelto: avremmo fatto Romeo e Giulietta. Immaginai che Lauren, Normani, Matty ed Halsey non fossero stati molto d'aiuto. Se Lauren stava sempre peggio, e Normani si prendeva cura di lei come se fosse sua sorella, Matty e Halsey si godevano il loro amore (era più probabile beccarli appiccicati l'un l'altro, che da soli), e quindi erano tutti e quattro distratti. Anche io non avevo dato il meglio di me, ma dalla mia parte avevo Dinah e Shawn, che non si davano per vinti nemmeno quando tutto sembrava perso. Avrei voluto parlare con loro due di tutta questa situazione, ma non era un mio segreto da raccontare, quindi me l'ero tenuto per me.
Per tenere vivo lo spirito della "competitività", il professore aveva deciso di prendere Giulietta da un gruppo- Gigi- e Romeo dall'altro gruppo- Zayn-. Perfetto, almeno non avevo molte battute da dover imparare.
Lauren aveva provato a dare il meglio di sé, lo vedevo ogni pomeriggio che trascorrevamo insieme. Si sforzava di scrivere un arrangiamento musicale, ma sembrava non essere abbastanza concentrata. Avevo provato ad aiutarla, ma venivo sempre ricompensata con dei fogli di carta che volavano. E poi, c'erano momenti in cui non riusciva a stringere la penna, quindi smetteva di scrivere e fissava il vuoto. Questo era uno di quei momenti.

With a kiss, I dieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora