Amiche olandesi

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Ciao a tutti! Prima di iniziare voglio ringraziarvi per l'enorme successo che sta avendo questa storia, vi chiedo di consigliarla a tutti quelli che trovate (anche a Favij).

In più, vi invito a leggere Nashville, dentro la quale sto mettendo tutta la mia passione per la scrittura perché, davvero, tratta di un argomento che mi impressiona ogni volta.

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Buona lettura! (scusate per la lunghezza - o meglio, cortezza, del capitolo)

I tre ragazzi si girarono di scatto e la diciannovenne li guardò con un sorriso da orecchio a orecchio. Jadee se ne incantò subito.

«Mi chiamo Lara» si presentò. Luke non ne sembrava intimidito e Ash ne era invece incantato. JJ era... letteralmente pietrificato. Luke allora mosse la mano e la salutò con un sorriso timido. Lei si chinò di fronte a loro e poterono osservare con piacere la sua bellezza. Due zigomi sporgenti e due labbra sottili e rosee, con del lucida labbra sopra. Gli occhi, del color della nocciola, li fissavano incuriositi e si abbinavano con i suoi capelli biondi, lisci e lucidi come la seta.

«E voi?» chiese rivolta ai due bambini.

«Io sono Ashton Irwin,» disse il bambino paffutello e mise il petto in fuori, con un'aria orgogliosa del suo cognome, «il mio papà è un pasticcere!»

«Davvero? WOW!» esclamò, poi si rivolse direttamente a Luke. «Tu come ti chiami, piccolo?» Non era spaventato, ma per lui era difficile comunicare, soprattutto davanti a persone sconosciute.

Quel giorno, Ash lo aiutò in un modo diverso: gli diede un piccolo colpetto sulla spalla. Allora, Lukey si sbloccò e borbottò il suo nome all'orecchio della donzella china di fronte a lui.

«Bellissimi nomi,» annuì convinta, poi indicò con il pollice Jaden e bisbigliò, con la mani davanti alla bocca, «lui invece?»

Ma prima che potessero svelare il suo odioso nome da femmina, Jadee si mise in mezzo, offrendo la mano alla ragazza.

«Jadee Hemmings, Lara.» Poi si domandò quale fosse il suo cognome.

«Lara Varigent» rispose con un accento lievemente olandese. Si sentirono dei passi verso di loro sullo sterrato sotto i loro piedi, poi un urletto strozzato. Una bimba, bionda come la ragazza, con gli stessi occhi, ma con labbra più carnose, era appena caduta. Era seduta che piangeva in silenzio, tenendo le mani su un ginocchio. Istintivamente, Luke corse verso di lei e la aiutò ad alzarsi. Jadee sorrise, guardando quella scena così tenera, a suo parere. Non aveva mai visto suo fratello parlare con un estranea, ma a stupirlo di proprio che suo fratello stava aiutando un'estranea.

«Lei è Cassie, mia sorella. È così sbadata!» esclamò e si buttò una mano sulla fronte. Ash rise a quella scena, poi corse dalla bambina dai corti capelli biondi, con una simpatica frangetta che arrivava fino alle sopracciglia chiarissime, e il suo migliore amico.

Luke la stava tenendo con un braccio sulle proprie spalle, mentre lei avanzava con un'espressione orgogliosa.

«Cassie, ma che hai combinato? Non guardi mai dove metti i piedi!» la rimproverò sua sorella, poi si chinò a guardare il ginocchio sbucciato, ma non sanguinava nemmeno più. «Che ne dite di continuare la visita allo zoo tutti insieme?»

E così, quella mattina fu una delle più belle del mondo per Luke, che aveva avuto modo di fare amicizia con una bambina bellissima che giocava come piaceva a lui. A volte si tenevano per mano mentre camminavamo tra le gabbie, le recinzioni e sullo sterrato. La ghiaia si muoveva sotto i loro piedi e se lei inciampava non si sarebbe più fatta male perché a proteggerla c'era Lukey.

Lara e Jadee lo guardarono inteneriti nelle ore successive, quando poi gli stomachi di tutti e cinque cominciarono a brontolare.

Luke tirò un lembo della maglia di Jadee, dietro di lui c'era la bimba, mentre Ash parlava del più e del meno con Lara. «JJ ho fame» disse, con meno timidezza del solito, ma la voce era comunque ridotta a un borbottio.

«Andiamo al Mc?» chiede il ragazzo e i bambini applaudirono eccitati.

«Dove ci sono le giostre?» chiese Ash quasi urlando. Intendeva quei giochini tutti colorati che ci sono fuori da ogni McDonald.

«Ma certo» intervenne Lara.

Entrarono ognuno nella propria macchina, una volta usciti dallo zoo, e i due coetanei più grandi fecero a gara per chi sarebbe arrivato prima dal Mc, chi avrebbe perso, avrebbe dovuto pagare tutto.

Fu una lotta all'ultimo sangue, i bambino tifavano a gran voci e per fortuna non incontrarono nemmeno un ostacolo di troppo, ma la vittoria andò a Lara che superò all'ultimo secondo, nel parcheggio, la macchina dei ragazzi.

I bambini scesero di fretta e puntarono subito l'indice contro l'autista.

«Scemo! Scemo!» cantilenarono e lui alzò le mani in segno di arresa.

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