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Una forte luce mi penetra gli occhi, anche se sono chiusi riesco a sentire quanto sia forte, provo ad aprirne uno e capisco che è il sole che entra dalla portafinestra, la tenda non è stata chiusa.

Aspetta... Ma io non ho una portafinestra in camera mia.

Sempre con un solo occhio aperto riesco a vedere un braccio appoggiato sul mio addome e non è tutto, delle gambe maschili sono intrecciate alle mie, ma che cazzo è successo qui?

Subito mi ricordo di Axel e di Miami, ma ricordo perfettamente anche di aver messo dei cuscini fra noi, quindi come cavolo è possibile che lui mi sia attaccato come una sanguisuga?!

Mi volto lentamente alla mia destra e il suo viso è vicinissimo al mio, dorme ancora, gli occhi chiusi in modo rilassato e le labbra leggermente socchiuse.

Mi prendo qualche minuto per osservarlo, so che non dovrei ma, è più forte di me, meglio farlo ora che lui non può vedermi. Ammiro il suo viso per bene, la mia mano non resiste e si appoggia sulla sua guancia, poi percorre le sue labbra che sembrano così morbidi e soffici cazzo, lì decide di fermarsi un po' di più, con l'indice ne percorro i contorni ma, d'un tratto lo sento sospirare e allontano immediatamente la mia mano da lui.

«Perché ti sei fermata?» biascica con una voce del tutto impastata dal sonno, ma anche dannatamente sexy.

Non so cosa dire, così decido di restare in silenzio, lui apre un occhio e lo punta su di me.

«Buongiorno» fa un mezzo sorriso e gli sento stringere la presa sul mio bacino, sento il fiato quasi mancare e per non essere derisa per l'ennesima volta provo a scostarlo in modo invano.

«Ti levi?» sbuffo acida.

Non parla ma rotola poco più lontano da me, mi alzo senza più degnarlo di una sguardo "certamente, l'ho inquadrato per bene, che altro potrei fare?" e mi dirigo in bagno per lavare faccia e denti.

Mi guardo allo specchio e guardo le mie grandissime occhiaie, i capelli disordinati e posso solo immaginare quanto cazzo puzzi il mio alito, non ho il coraggio di sentirlo. Lavo subito faccia e denti e aggiusto i capelli alla bene e meglio, ritorno in camera e lui è ancora sul letto, solo questa volta con la pancia schiacciata sul materasso.

Prendo i panni da indossare e il cellulare per vedere l'ora «Sono le nove, io mi vesto e vado a fare colazione» dico per poi catapultarmi di nuovo in bagno, non aspetto neanche una sua risposta. Spero solo che continui a dormire e mi stia lontano il più possibile.

Ma con mia grande sorpresa come esco dal bagno lui è seduto sul letto, vestito, che si allaccia le scarpe.

«Come è possibile? Si può dire che stavi russando quasi»

«Hai detto bene, quasi» sorride compiaciuto e va in bagno «Cinque minuti e sono pronto» sbatte la porta ed io mi sento costretta ad aspettarlo.

Mi stiro in modo agitato le grinze immaginarie che ho sul vestito azzurro chiaro e batto le scarpe per terra andando ad un ritmo inesistente.

I cinque minuti sono passati e lo zoticone ancora non è uscito dal bagno, vado avanti e indietro per la stanza e sento il mio stomaco brontolare in modo incontrollabile.

Esce dal bagno, lo guardo come cammina in modo felpato e sexy, guardo le sue gambe ricoperte dai dei jeans chiari e la sua t-shirt grigio chiaro, si riesce a vedere perfettamente il suo fisico palestrato e posso solo immaginare come reagiranno le mie cugine a tanto ben di Dio.

«Andiamo?» mi intima con la porta della stanza aperta e un sorriso compiaciuto sul viso, mi ero incantata a fissarlo, che imbranata oserei dire.

Solo noi dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora