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La luce che penetra dalla finestra arriva diritta al mio viso, è così forte e calda da costringermi a svegliare, apro gli occhi ma li richiudo l'istante dopo, è troppo forte ed io in questo momento mi sento come un vampiro, temo possa bruciarmi gli occhi. Per completare il quadro presente, ho anche un mal di testa insopportabile, sento la testa quasi scoppiare, tolgo il cuscino da sotto al capo e lo appoggio sulla faccia.

Ora va meglio.

Ma proprio quando sto per rilassarmi un po' sento la porta di camera sbattere provocando un rumore assurdo e facendomi scoppiare le tempie, con fare lento sposto di poco il cuscino e vedo Axel su l'uscio della porta, è vestito in modo semplice, sembra così rilassato e tranquillo, perché io devo essermi ridotta così e lui no?

Cammina in modo felpato verso me, ammiro le sue gambe ricoperte da dei pantaloncini neri di jeans, mentre sul torace porta una semplice t-shirt chiara e, come sempre d'altronde, mi perdo ad ammirarlo.

«Buongiorno» urla ed io grugnisco.

«Mi scoppia la testa, potresti non urlare?»

«Non sto urlando» e allora perché a me sembra il contrario?

Sento i suoi passi allontanarsi da me e riesco a sentire le tende chiudersi, poi il cuscino viene tolto dal mio viso e lui mi guarda in modo serio.

«Ti ho portato un'aspirina» porta il bicchiere verso me, mi alzo a fatica mettendomi seduta e prendo il bicchiere tra le mie mani scolandone il contenuto.

«Perché mi scoppia così tanto la testa?» sbuffo massaggiandomi le tempie.

«Ieri hai bevuto più di quanto avresti dovuto» la sua voce è piatta.

«Sul serio?» d'istinto sposto i miei occhi sul mio corpo assicurandomi di essere vestita e grazie al cielo lo sono.

«Tranquilla, non è successo nulla tra di noi» e non so perché ma sembra lui abbia marcato molto sulle ultime parole.

Decido di non pensarci e mi rigetto sul letto con un tonfo, «Sono stanca e ho sonno»

«Tra poco si pranza» sussurra.

Ma che ore sono? Guardo la sveglia sul comodino accanto al letto e noto che sono quasi l'una, ma quanto ho dormito?

Decido di alzarmi e di fare una doccia in modo di arrivare a pranzo pulita e profumata «Io vado a fare una doccia» dico guardando Axel, ora è seduto sul letto e i suoi occhi sono fissi al pavimento, riesco appena a vedere il suo capo annuire alle mie parole, non capisco cosa abbia, sospiro e mi chiudo in bagno spogliandomi e gettandomi sotto al getto di acqua calda.

🛁

La mamma e Lucy sono andate a fare le prove per il vestito, papà non so dove sia e non vedo Axel da ora di pranzo, mi sento sola in questa casa così immensa, da quando sono arrivata qui non l'ho neanche mai visitata tutta, mi alzo dal grande divano posto in salone e mi dirigo in cucina per prendermi un bicchiere d'acqua.

Non so perché ma mi sento strana, ho come la sensazione che ieri sia successo qualcosa, ma cosa? Oggi a pranzo Lucy mi mandava dei segnali che non ho capito per nulla, il suo viso faceva delle smorfie e anche le sue mani, non è mai stata brava nel comunicare senza parlare e gliel'ho sempre detto.

Sbuffo e apro il frigo ma nel vedere ma nel vedere un cartone di succo alla pesca decido di bere quello, ne verso un po' in un bicchiere e mi accomodo vicino al bancone.

Mi sento stanca, stressata e vorrei solo ritornare a casa, voglio che questo matrimonio e soprattutto questa finzione finisca il primo possibile, non ne posso più di mentire, io che non ho mai detto una bugia in vita mia -a parte quella di Harry alla mamma- ora sono diventata una bugiarda professionista. Passo le mani tra i capelli e poi mi fermo portandole sotto al mento, sento ancora un po' la testa pesante, ho bevuto davvero troppo ieri.

Solo noi dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora