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È passato un giorno da quando io e Axel abbiamo discusso, da quando lui mi ha dato della poco di buono ed io gli ho dato uno schiaffo in faccia. Ed è esattamente un giorno che ci evitiamo, lui ieri sera è andato a dormire in un motel e non si è fatto vedere per tutto il giorno, la cosa ovviamente è stata notata da tutta la mia famiglia, mia madre vuole sapere cosa sta succedendo tra me e Harry e anche mio padre, mentre mia sorella mi condanna dicendo che è colpa mia e del bacio che ho dato a Lucien.

Io invece vorrei solo urlare a tutti loro che quell'essere dai capelli biondo scuro e gli occhi color nocciola non è Harry, ma suo fratello gemello, che io e lui non stiamo insieme e che quindi tecnicamente non stiamo passando nessun momento di crisi, ma poi automaticamente dovrei spiegare tutta la storia, la bugia detta alla mamma, ma soprattutto i miei occhi che brillano ogni volta che lo vedo.

In momenti come questi vorrei poter essere parte di un libro, vorrei che tutto questo non fosse reale, che io non fossi reale, che tutto questo faccia parte solo di uno stupido libro scritto da una qualsiasi persona e, sinceramente se fosse così andrei anche da lei urlandole in faccia "Pensi di migliorare la mia vita? Perché non mi hai resa perfetta con un principe magari come marito?"

Ma non posso farlo, sono io a decidere il mio destino e nessun altro, solo io con i miei gesti e i miei movimenti.

Probabilmente quattro giorni fa non avrei mai pensato fosse successa una cosa del genere, non avrei mai pensato di poter desiderare di sentire la voce di Axel risuonare per la camera, oppure le sue mani sfiorarmi le braccia o le sue dannate labbra perfette incastrarsi con le mie, mai avrei pensato di poter soffrire per una persona che conosco appena, la cosa sembra così assurda e irreale.

Ma la cosa che mi fa più male sono state le sue parole e il dolore che mi hanno provocato, in quel momento ho realmente capito che lui non mi conosce, non sa chi sono o come sono, perché se lo sapesse non avrebbe mai detto nulla del genere.

Ma nonostante ciò, ho bisogno di lui, forse perché la sua presenza era l'unica cosa bella in questo viaggio.

Mi getto sul grande letto a pancia in giù e sbuffo sonoramente prima di affondare la testa nel cuscino.

«Odio la mia vita!» impreco.

Poi un lampo di genio mi invade, alzo la testa dal cuscino e mi metto seduta in mezzo al letto con le gambe incrociate, posiziono il cuscino davanti a me e sorrido perfida.

Immagino la faccia di Axel nel centro ed inizio a prenderlo a pugni «Io non ho bisogno di te» do un forte pugno «Te ne vuoi andare? Bene, fallo!» ancora un altro pugno, sfogo tutta la mia rabbia e come vorrei che in realtà fosse lui questo dannato cuscino, ma mi blocco non appena sento una voce alle mie spalle.

«Cosa ti ha fatto di male quel cuscino?» è lui, so che è lui. Riconoscerei la sua voce in mezzo a mille, mi giro lentamente e aggiusto una ciocca di capelli caduta per il troppo casino fatto fino ad ora.

Axel è ai piedi del letto, le mani nelle tasche dei jeans scuri e una maglia nera a maniche corte sopra, lasciando scoperti i suoi bicipiti enormi. I suoi occhi si spostano da me al cuscino e un sorriso sbilenco compare sul suo viso.

«Bentornato» dico con voce fredda, o almeno spero sia uscita così. In modo lento mi alzo e mi stiro i pantaloni di tuta blu.

«Ti sono mancato?» sorpresa alzo di scatto il mio capo verso di lui, ma non per ciò che ha detto -è suo tipico dire sciocchezze- ma per il modo in cui l'ha detto, nessun sorriso ammiccante, nessun sguardo da sex symbol, solo una voce bassa e gli occhi imbarazzati.

«Freya, volevo chiederti scusa per ieri sera» sussurra notando che non rispondo, continuo a guardarlo, ammiro il modo in cui si passa una mano tra i capelli agitato e poi mi soffermo sulla sua gamba destra che non smette per un attimo di tremare.

Solo noi dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora