Only in Dreams - Time To Pretend

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Only in Dreams

Time to Pretend

Parte 3


«But there is really nothing, nothing we can do

Love must be forgotten. life can always start up anew».


♦♦♦


Quel suono tamburellante come una campana, irritante come lo stridere di unghie affilate su una lavagna è l'unica cosa che riesce a svegliarti da un sonno che sai che è durato fin troppo. Non riesci tuttavia ad aprire gli occhi, a dar loro modo di vedere dove accidenti sei, cosa sta succedendo intorno a te e forse non lo vuoi nemmeno sapere.

Hai troppa paura di scoprirti lontano; troppo lontano da casa per poterlo accettare e quando infine trovi il coraggio di aprirli, ti senti come se ti trovassi all'inferno.

C'è un vento leggero e caldo ad accarezzarti il viso e se solo piccoli e infimi frammenti di sabbia non ti graffiassero la pelle, diresti che è quasi piacevole.

Annaspi aria con difficoltà. La sabbia ti entra nella gola secca, la graffia e senti un sapore salato e allappato sotto al palato. Ti stringi una mano sul cuore, spalanchi gli occhi, ti senti mancare. Senti le vie respiratorie restringersi e un forte boato ti fa trasalire e alzi il viso sopra di te, dove una raccapricciante coltre di nebulosa viola e blu mischiata ad altri gas atmosferici che non conosci fa da tetto a quel posto orribile.

Tuoni fortissimi esplodono prima lontani, poi vicini e lampi squarciano quella pantomima horror di un cielo autunnale in un tramonto piovoso.

Il terreno è una lunga e infinita distesa di sabbia rossa come il sangue, dove i tuoi piedi sono sprofondati ed è bollente.

Poi c'è quel suono insopportabile, infinito, che echeggia e allo stesso tempo è continuo, puro e solido, quasi puoi toccarlo.

Sembra un gong che non ha alcuna intenzione di fermarsi; sembra scandire ogni istante come se quello dopo potessere essere l'ultimo ed è qualcosa a cui non ti abituerai mai. Lo sai.

Stringi i denti e gli occhi, premi le mani sulle orecchie e inizi a piangere, le ginocchia al petto, la voglia solo di vivere, di sopravvivere.

C'è odore di pioggia ma anche di morte, di putrefazione e speri davvero di non essere tu quello che sta morendo, anche se senti che presto succederà.

Hai una sensazione di vomito incontrollata, la bocca dello stomaco è come una morsa, come se l'esofago si fosse arrotolato su se stesso e volesse uscirti dalla gola.

Hai un conato e piangi ancora, ti disperi, non sai dove sei. Ti premi la mano sulla bocca, disperato come non lo sei mai stato.

Non voglio morire!, pensi.

Vuoi andare a casa, a casa tua. Vuoi tornare da zia May, abbracciarla, dirle che stai bene e che non farai più niente per farla preoccupare ed ora sei solo, in un posto che non conosci, che non riconosci e l'ultima cosa che hai visto, prima di arrivare lì, è lo sguardo preoccupato di Tony sul tuo; le sue braccia salde intorno al tuo corpo e hai quasi creduto potesse salvarti.

E invece non lo ha fatto.

Urli, urli più forte che puoi. Qualcuno potrebbe sentirti, qualcuno deve sentirti.

Tales About a SpiderKid and an Iron Guy - Starker [ Tony X Peter ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora