We Won

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Aria.

La senti, sulla pelle, sulle braccia scoperte e spalancate verso il mondo.

La brezza di una notte diversa, nuvolosa ma fresca, e respiri. Di nuovo.

Non hai mai dato la colpa a Tony per la prigionia che sei costretto a subire resecato in quella casa, ma non puoi nascondere che veder sparire dalla tua vista quelle mura immobili ti fa sorridere più di quanto ti eri aspettato.

«Se non ti metti quella felpa addosso ti prenderà un coccolone», ti dice Tony, indicando l'indumento che tieni poggiato sul braccio, ma sta sorridendo. Lo ha detto solo perché sa quanto ti piace quando si preoccupa per te e tu ti volti verso di lui, rispondendo a quel gesto col medesimo.

«Non importa», rispondi, e gli prendi la mano tra la tua, e cominci a muoverti per le strada semi deserte di una New York fatta di luci e colori che di giorno non potresti mai vedere.

«Non importa», ripete Tony, con una risatina, lasciandosi trasportare da quello che per te è un gioco. Un gioco, nulla più.

Per lui è un modo per liberarsi un istante di quel senso di colpa, che non dovrebbe nemmeno avere, ma che in un certo senso tu comprendi benissimo e vedere la tristezza sparire dai suoi occhi è tutto ciò che hai desiderato in quei giorni infiniti.

«Cosa ti va di fare? Chiedimelo e lo facciamo», continua Tony, e tu sei sempre un passo avanti al suo, pronto a scoprire le novità del mondo e lui, alle tue spalle, pronto a proteggerti nel caso qualcosa arrivasse a dividervi.

«Niente di particolare, solo camminare con te», gli dici, e lui annuisce e ti aggrappi al suo braccio; chi se ne frega di quei pochi esseri umani ignari che vi lanciano occhiate interrogative.

«Mi chiedo cosa ci sia di tanto sconvolgente nel vedere un adolescente e un anziano camminare per le vie di New York alle tre del mattino», commenta Tony, mentre una coppietta vi passa vicino e vi lancia uno sguardo a dir poco sconvolto e ti ridi.

«E pensare che all'inizio non volevi nemmeno stare con me, impaurito dalla differenza d'età», gli dici, trovando quel ricordo tanto ridicolo da farti scuotere la testa; è divertente in fondo pensare che quel brutto periodo, in cui hai lottato tanto per ottenere da lui un amore che non fosse paterno, è durato meno di un soffio di vento.

Tony ride leggermente: «Ma che dici? Il fatto che ti respingessi non significa che non volessi stare con te», ti risponde.

Tu sbuffi divertito e alzi le spalle. Dopotutto è vero, col senno di poi ti rendi conto che era palese quanto in quel periodo fosse tormentato all'idea di amare un ragazzino e più cercavi di fargli entrare in testa che non c'era nulla di male, più lui trovava motivi per allontanarti.

«Quanto sono cambiate le cose, da quel tempo, Tony?».

«Tanto. Troppo», dice lui, e sospira stancamente prima di lasciarti un bacio sulla testa, che ti scalda il cuore così tanto da farti arrossire leggermente. «E sono felice di aver scelto di accantonare le mie paura e seguire l'istinto, stavolta», continua, e sei contento anche tu che l'abbia fatto e poi sospira di nuovo e ogni volta che lo fa è come una pugnalata in mezzo alle scapole che ti toglie il fiato per un agghiacciante e interminabile secondo.

«Ehi», gli dici, e ti fermi solo per poterlo guardare e capire, attraverso il suo sguardo, che cosa gli passa per la testa. Inutile chiedergli cos'ha, ti risponderà sempre che non è niente, che sta bene, che va tutto alla grande, come sempre d'altro canto quando invece è un po' di tempo che quel sempre è relativo ed ogni giorno è troppo difficile persino fingere.

Tales About a SpiderKid and an Iron Guy - Starker [ Tony X Peter ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora