45. Piccoli dettagli.

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Tornammo a casa subito dopo aver passeggiato lungo il sentiero. Damian si era dimostrato abbastanza comprensivo quando gli avevo detto di voler andare con calma e che, il mio va bene, non significava che gli perdonavo tutto: la mia fiducia, doveva riacquistarla.

Damian aveva insistito affinché restassi da lui, ma gli avevo detto che non era il caso. Tuttavia, nulla mi aveva impedito di fermarmi per uno spuntino.

«Hai detto che mi avresti messo al corrente delle tue ricerche», disse. «Che cosa intendevi dire, precisamente?»

Masticai in silenzio, evitando il suo sguardo. Rosa mi aveva detto di dirglielo, che da sola non ce l'avrei fatta, eppure avevo scoperto più cose stando in solitudine che in compagnia.

«Ha importanza, adesso?» Non volevo dirglielo subito, anche se avevo promesso di dargli fiducia. Non avevo alcuna prova certa, non sapevo nemmeno se le cose fossero collegate fra di loro!

Probabilmente avrei pensato che Greta mi stesse soltanto nascondendo una semplice relazione, se non avessi letto il mio nome e quello di Aurora.

E poi c'era la questione di Dominic, anche se aveva palesemente espresso il suo parere: mi aveva mentito e non c'era intenzione, da parte sua, di raccontarmi la verità. Questo, però, riguardava Damian e me.

«Certo che ha importanza». Incrociò le mani sul tavolo davanti a me. «Se proprio vogliamo arrivare al nocciolo della questione, dobbiamo collaborare. Non ti sarai mica messa alla ricerca di Massimo, vero?»

«No...» anche se ci avevo pensato. «Senti, non avevo intenzione di fare un bel niente, è accaduto tutto per caso. E, anche se non ti va a genio la mia presenza, sono implicata in tutto ciò e non resterò a guardarmene zitta e buona».

«Sì, l'hai già detto», alzò gli occhi, «ma non mi hai ancora detto cosa intendi fare. Vuoi collaborare ma se nemmeno io so da che cosa iniziare, come pensi di poterlo fare tu?»

Feci una smorfia. «Be', grazie per la fiducia», mi tesi in avanti, volendogli confidare un segreto, nonostante fossimo soli in casa. «Come ti ho detto», annunciai a denti stretti, «le cose sono capitate, non le ho cercate. Quindi, la mia pista potrebbe essere più efficace della tua».

Damian aprì la bocca e, sicuramente, solo per ribattere. Forse, avevo anche ferito il suo orgoglio ma, prima che potesse farlo, bussarono alla porta.

Damian grugnì ma non ebbe il tempo per alzarsi, perché Finn era già entrato. Affrettò il passo nella nostra direzione, con aria agitata.

«Ho scoperto qualcosa», Damian mi lanciò un'occhiata soddisfatta e, reprimendo l'istinto, evitai di sorridere.

«Spero qualcosa di utile e non un buco nell'acqua come l'altra volta», mi ritrovai a borbottare. Lui m'incenerì. «Dicevo soltanto».

«E tu che ci fai qui? Non penso che dovresti restare-»

«L'ho portata io qui». Finn lo fissò come se gli fossero appena spuntate tre teste. «Ho deciso di-», faticava davvero a pronunciarlo, «collaborare con lei».

«Collaborare?». Mantenne la propria valigetta sotto l'ascella. «Con lei», m'indicò col pollice. «E da quando?»

«Da quando», con la forza delle mani mi spinsi verso l'alto, «la sottoscritta ha fatto più progressi di te nel giro di, uhm, un giorno».

Sapevo di star giocando col fuoco e non perché temessi la reazione di Finn ma, se le tracce che stavo seguendo si fossero rivelate inutili, allora avrei fatto una grande figura.

«Non ci giurerei». Tirò con forte impeto la valigetta, appoggiandola sul tavolo e aprendola. «Stavo controllando di nuovo le telecamere, perché sapevo che qualcosa non andava e mi sono accorto che, a un certo punto, la registrazione saltava. L'ho controllata ancora ed ecco cosa ne è uscito fuori».

Suspended ( #1 Trilogia: La scelta )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora