Era il 23 Dicembre. L'aria Natalizia si avvertiva in ogni dove: i bambini camminavano gioiosi per le strade; la gente si affrettava per negozi, addobbati di punto e tutti sembravano più felici.
Io, al contrario, ero un fascio di nervi. L'indomani sarebbe stato il compleanno di Rosa ed era un giorno importante, dal momento che compiva la bellezza dei ventun anni.
Avevamo deciso di andare in un bar, per dimenticare tutti i nostri problemi, ma per una questione di sfortunati eventi, non ero riuscita a comprarle niente.
Sospirai, levandomi i guantoni da boxe. Da quando Damian era a conoscenza di quello che era successo, si comportava in modo apprensivo, come se temesse un nuovo crollo da parte mia.
Non mi dispiaceva molto il suo atteggiamento, ma non potevo sopportare che mi parlasse con tono pacato e timoroso. Fatto sta, che aveva deciso che avevo più bisogno che mai di aiutare i miei muscoli flaccidi, nel caso si fosse rivelato essenziale.
«Stai bene?», domandò, ancora attaccato al sacco con un braccio. Quando mi voltai, aveva ancora quello sguardo addosso.
Sospirai. «Sì che sto bene, proprio come dieci minuti fa. Senti, vedi perché non volevo dire niente?» Lo indicai con il braccio.
Lui si accigliò. «Perché ti dà fastidio che io mi preoccupi per te?».
«Perché mi fa saltare i nervi, la tua apprensione. Mi stai addosso e mi parli in modo strano perché pensi che possa crollare ma, sai, non sono mai crollata, quindi puoi stare tranquillo». Freneticamente, slacciai anche l'altro guantone, affrettandomi per lanciarlo da qualche parte e andarmene.
Per una volta, avrei voluto che fosse Finn ad allenarmi. Era meglio subire le sue battute, piuttosto che la calma di Damian.
Le sue mani mi afferrarono per le spalle, voltandomi nella sua direzione. Era stranamente vicino, anche se iniziavo a farci l'abitudine.
«Non capisci che proprio per questo ne rischi uno?» Scossi il capo, voltandolo per non guardarlo in faccia.
«Guardami», ordinò. «Miriam, guardami». La delicatezza con cui mosse le dita sotto il mio mento, mi spinse a dargli retta. «Non voglio dirti cosa fare, ma non puoi nemmeno obbligarmi di non preoccupar-»
«Non ti obbligando. Voglio solo che tu non abbia un comportamento diverso per questa cosa. Non voglio che quando mi guardi tu debba pensare "povera, l'hanno stuprata. Adesso è rotta"». La voce mi si spezzò un po', ma con un colpo di tosse rimediai subito.
La pressione sulle mie spalle si fece più presente. «Non è quello che penso».
«Ah no?»
Si raddrizzò con la schiena, dandomi una spinta affinché giungessi nelle sue braccia. Mi circondò subito, al contrario di me, che rimasi immobile.
«Quando ti guardo, penso che sei bellissima». Non arrossire. Le sue labbra s'incresparono in un sorriso. Oddio, sta sorridendo a me.
«Penso che sei la persona più forte che io abbia conosciuto», mi accarezzò la fronte. «Penso che, forse, trattieni troppe cose dentro di te», mi toccò la guancia.
«E penso che vorrei conoscerle tutte». Rimasi senza fiato, come se fosse la prima volta, quando s'inclinò per poggiare la sua bocca sulla mia, in un contatto innocente come pochi.
Fiamme di calore mi avvolsero, spingendomi a ricambiare il bacio, a stringergli la vita tra le braccia per accoglierlo a me, per invitarlo, tentarlo a prendersi di più.
«Perché arrivo sempre in questi momenti?» il grugnito di Finn ci fece separare, ma non del tutto. Con la fronte sulla mia, Damian strinse gli occhi, trattenendosi dal dirgliene quattro.
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Suspended ( #1 Trilogia: La scelta )
RomanceTRILOGIA "LA SCELTA": LIBRO 1 [COMPLETO - Da revisionare] «Perché fai tutto questo? Mi conosci appena...» «Forse perché sei l'unica che lo merita». Miriam Bassi si è diplomata da circa due anni in Psicologia e lavora in un'osteria per mantenersi. Or...