46. Andiamo subito via da qui.

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Lupus in fabula
(Ecco il lupo della favola)
-Terenzio

«Allora... che cosa avevi intenzione di dirmi?» mi domandò Damian, vedendomi in uno stato di agitazione. Mi guardai attorno, nonostante fossi consapevole di essere sola con lui, per accettarmi che Finn non fosse tornato indietro o qualcosa del genere.

«Non è facile da spiegare, ma sono sicura che da sola non saprei che fare». I suoi occhi si scurirono, mentre mi perquisiva sospettoso.

«È successo qualcosa?», fece un passo avanti. Qualcosa, nella sua posizione, mi fece intuire che fosse pronto a scuotermi se non avessi parlato. «È per il lavoro?»

«No, niente del genere», col polso levai il sudore dalla fronte. «Non so come dirlo perché faccio fatica ad ammetterlo, non voglio crederci ma se proprio devo indagare, devo farlo per bene». Non capiva, lo leggevo nella sua fronte aggrottata, nelle sue labbra arricciate e nella sua mano tesa verso l'alto.

«C'entra qualcosa Finn?»

«No, forse, non penso». Adesso iniziavo a confondermi da sola. «Non so perché ho voluto che se ne andasse» più o meno. «Forse volevo solo stare con te. Sei l'unico di cui possa fidarmi ciecamente... a parte Rosa, ovviamente».

«Continuo a non capire cosa stai cercando di dirmi. Che ne dici di saltare i preliminari e di andare dritta al punto?»

«È quello che sto tentando di fare», digrignai i denti davanti al suo tono ostile. Non era quello che mi aspettavo.

«Una settimana fa, circa, sono andata a trovare la nonna. Abbiamo litigato, poi, la sera, ho fatto un sogno strano, un incubo più che altro. Mi sono svegliata agitata e poi ho sentito un rumore strano». Inconsciamente, il corpo di Damian si tese in avanti.

«C'era qualcuno in casa? Era Massimo, vero? Avresti dovuto-».

«Non è quello che stai pensando!» Racchiusi nelle dita i polsi delle sue mani, poggiate sulle mie spalle. «Ma ero preoccupata e ho voluto controllare. I rumori provenivano dalla stanza di Greta e, quindi, mi sono messa a origliare».

Damian alzò un sopracciglio. «Stava facendo sesso con qualcuno e ti sei messa a sentire?»

«Ma che dici, no!» con un colpo alla spalla, lo feci arretrare. «È molto seria la questione, Damian, smettila di prenderla alla leggera», lo rimproverai.

Volevo raccontargli cosa fosse accaduto ma mi privava di ogni voglia, con quell'atteggiamento.

«Era sola nella sua camera, ma era al telefono. Diceva cose strane, sdolcinate e sentimentaliste. Cose del tipo "mi manchi" "non vedo l'ora di vederti"».

«Insomma, si è trovata un fidanzato. Non vedo cosa ci sia di sbagliato». Si spostò, fino ad arrivare a toccare la recinzione con il bacino.

Grugnendo, aggiunsi: «Il problema è che parlavano di me!»

«Parlavano di te? Ne sei sicura?»

«Vuoi per caso accusarmi di essermi immaginata pure questo?», lo sfidai perché, il fatto che non mi avesse creduto, restava ancora una ferita fresca.

«Non sto dicendo questo. Ma, ammettendo che tu abbia ragione, cosa c'è che non va? Sei la sua migliore amica ed è normale, suppongo».

Stringendo le mani in due pugni, lo fulminai. «Non è normale se lei stava organizzando un'uscita, ma lui la trovava imbarazzante». Mi preparai a sganciare la bomba che lo avrebbe fatto scattare come una molla. «Non è normale se, nel discorso, c'entrava anche Aurora».

Suspended ( #1 Trilogia: La scelta )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora