Jungkook e Jimin uscirono dalla lussuosa residenza Kim quando il più giovane si scontrò con una ragazza. Fortunatamente riuscì a non far cadere la povera vittima della sua goffaggine: una ragazza alta con gli occhi castani, i capelli lunghi ricci biondi che indossava una canottiera bianca e un paio di jeans attillati, insoliti per l'afosa giornata estiva.
<<Ti prego, scusami. Non stavo guardando.>> si scusò il giovane facendo un piccolo inchino.
<<Oh, non ti preoccupare, non mi sono fatta nulla.>> rispose la ragazza sorridendo.
Un'altra ragazza li raggiunse.
<<Marianna tutto bene?>> chiese.
<Si, tutto bene, tranquilla.>> rispose Marianna alla sorella.
Quel nome e quella voce mossero qualcosa dentro Jimin, che era rimasto dietro Jungkook.
Jimin spuntò da dietro le spalle dell'amico e appena vide la ragazza gli si illuminarono gli occhi. Spostò il povero Jungkook di lato e sorrise alla ragazza bionda.
Marianna appena vide il ragazzo dai capelli rosa, fece un sorriso a trentadue denti e Jimin l'avvolse in un caloroso abbraccio.
Intanto Jungkook scrutò la ragazza arrivata con la presunta amica di Jimin. Era una ragazza alta, slanciata con gli occhi color nocciola e i capelli lisci, castani con le punte bionde; indossava un paio di short neri e una maglietta grigia. La castana stava guardando la sorella con volto interrogativo.
Quando i due piccioncini sciolsero l'abbraccio, Marianna si accorse dell'espressione della sorella; così si affrettò a fare le dovute presentazioni.
<<Lui è Jimin. E Jimin, lei è Alice.>> disse sorridendo.
<<Piacere.>> Jimin porse ad Alice la mano accompagnata da un gran sorriso. La ragazza ricambiò la stretta.
<<Alice e Marianna>> pensò Jungkook guardando le due ragazze con i nomi e i tratti decisamente non orientali.
<<Lui è Jungkook.>> disse Jimin, <<un mio caro amico.>> continuò mettendo un braccio intorno al collo dell'amico. Jungkook sotrise timidamente.
<<È stato un piacere, ma adesso noi dovremmo andare.>> affermò Alice guardando la sorella. Le ragazze salutarono ed entrarono nella villa.
Rimasti soli, Jungkook a braccia incrociate guardò Jimin come una mamma guarda il proprio figlio per fargli confessare di aver mangiato tutti i biscotti.
<<Che c'è?>> chiese Jimin innocentemente.
Jungkook arricciò le labbra e alzò un sopracciglio.
<<Se ti riferisci a Marianna, è una storia lunga.>>
<<Allora vedi di accorciarla.>> rispose il moro.
<<È un'amica di vecchia data. Tutto qui.>>
<<Si certo, e io sono Justin Bieber.>> ironizzò Jungkook <<e come mai sono entrate nella villa? Affari sporchi con Kim? Sarebbe un peccato per due ragazze così belle rovinarsi in questo modo.>> continuò in cerca di risposte.
<<Madonna Jungkook, sembri mia nonna a Natale. Ti fai mai i fatti tuoi?>>
Jungkook lo guardò male e Jimin sbuffò.
<<Non fanno affari loschi con nessuno, sono entrate nella villa semplicemente perché ci abitano.>> spiegò Jimin.
<<Sono le figlie di Kim Seojun? Quel Kim Seojun? Chi l'avrebbe mai detto che un uomo come lui fosse sposato e avesse persino delle figlie.>> affermò stupito.
<<Si, sono figlie di quel Kim Seojun. Ora hai finito con le domande?>> disse secco il rosa.
<<No.>> rispose Jungkook. Jimin sbuffò.
<<Che altro c'è?>> chiese Jimin esausto.
<<Come mai hanno nomi e tratti occidentali?>>
<<Fai due più due. Kim Seojun ha sposato una donna italiana e hanno deciso di dargli nomi italiani.>> spiegò.
<<Fortuna che hai detto che non fanno affari loschi, sono la famiglia mafiosa perfetta.>> commentò scherzosamente Jungkook. <<Certo che punti in alto.>> continuò facendo un occhiolino e ammiccando.
<<Smettila.>> disse Jimin dando una pacca al ragazzo e mettendosi a ridere contagiando il più piccolo.
<<Ho un altra domanda.>> disse Jungkook tornando serio e guardandolo negli occhi.
Jimin guardò il più piccolo storto poiché non capiva il veloce cambio d'umore.
<<Lei sa che sei un gangster? Sa di noi Bangtan?>> chiese serio.
<<No e non lo deve sapere. Sicuramente conosce il nome dei Bangtan ma non ci ha mai visti.>> rispose.
<<Sai che si chiederà come mai sei venuto qui, vero?>>
<<Le dirò la verità. I tuoi genitori avevano un affare con suo padre e io ti ho accompagnato.>>
Jungkook annuì e tornarono a casa dai neo sposi e dagli altri ragazzi.Nel frattempo, le ragazze erano entrate in salotto, dove de cameriere le accolsero.
<<Quindi lui è il tuo fidanzato? Il famoso Jimin di cui mi parli sempre?>> chiese Alice alla sorella, la quale annuì fiera con un gran sorriso. <<Niente male.>> commentò mentre Marianna arrossì leggermente.
Le ragazze arrivarono all'ufficio del padre e bussarono.
<<Avanti.>> pronunciò la voce profonda del padre dall'interno della stanza. Marianna aprì la porta ed entrò seguita dalla sorella.
<<Ragazze, prego sedetevi.>> Le due ragazze seguirono le parole del padre e si sedettero sulle sedie difronte alla scrivania.
<<Avete bisogno di integrarvi di più bello stile di vita mafioso. Siete già molto brave in varie discipline e sapete maneggiare le armi, ma questo non basta, avete bisogno di esperienza. Per questo ho deciso di affidarvi ad un gruppo di gangster.>>
Le ragazze rimasero stupite al l'affermazione del padre.
<<Cosa? Ti prego dimmi che stai scherzando.>> chiese Marianna del tutto incredula.
<<No, sono serio.>> rispose il padre senza esprimere emozioni.
Marianna guardò Alice e non vedendo reazioni da parte sua iniziò a preoccuparsi. Sapeva che se la sorella non avesse detto qualcosa prima o poi sarebbe scoppiata e sapeva che quando esplode, non la ferma più nessuno.
<<Io non ho intenzione di sottostare a nessuno. Siamo grandi, non abbiamo due anni e non ci servono i babysitter.>> affermò Alice con tono sorprendentemente calmo. Marianna la guardò stranita. Vedendo che la sorella stava picchiettando le dita sul bracciolo della sedia, segno che si stava innervosendo, Marianna le prese la mano.
<<È una cosa inevitabile, prima o poi entrerete nella malavita mafiosa, avete la mafia nel sangue. Insomma, vostra madre è italiana e se devo essere sincero a volte quasi mi spaventa.>> contestò il padre.
Alice lo guardò disgustata. Aveva sempre odiato gli stereotipi. Non si sentiva di certo una santarellina ma gli stereotipi le stavano stretti.
<<Non vi sto chiedendo se volete o meno. La mia è un'affermazione, non esistono risposte. Da domani sarete affidate agli EXO, ho già parlato con Suho, il loro leader e siamo scesi a compromessi.>> continuò il padre.
<<Ho sentito dire che i Bangtan siano migliori e che stiano diventando sempre più potenti. Perché non ci hai affidato a loro?>> replicò Alice cercando di infastidire il padre, ma senza risultati.
<<Domani l'autista vi porterà da loro, resterete con loro e farete quello che vi diranno. Non gli ho detto che siete mie figlie, potrebbero riservarvi un trattamento speciale ed essere troppo buoni. Sono stato chiaro?>> continuò Seojun facendo finta di non sentire il commento della figlia.
<<Si.>> risposero le ragazze in coro.
<<Bene, ora andate. E mi raccomando, quando sarete dagli EXO, mostrate un po' di educazione, non voglio che roviniate il nome dei Kim.>>
Sentite le ultime parole del padre, le ragazze uscirono e si avviarono verso le proprie camere.
<<Andare in prigione sarebbe più divertente.>> commentò Alice con il sangue che le ribolliva nelle vene. Odiava essere trattata come una bambina e odiava l'idea di dover sottostare alle regole di un gruppo di gangster.
<<Beh, ci sono pur sempre io con te. Nel caso in cui le cose si mettessero male, ci divertiremo a modo nostro.>> disse Marianna facendo un occhiolino alla sorella e mettendole un braccio intorno al collo.
<<Siamo gemelle eterozigoti del tutti differenti ma a volte sei troppo uguale a me. Stai per caso cercando di rubarmi il posto? Devo preoccuparmi?>> chiese scherzosamente Alice.
<<Chi lo sa.>> rispose Marianna con un ghigno beffardo.
STAI LEGGENDO
Criminal Love
Mystery / ThrillerQuando un mafioso deve sposarsi per continuare la stirpe, giura di non amare la moglie per evitare rischi e pericoli; ma, come si suol dire, al cuore non si comanda e i pericoli non tarderanno ad arrivare.