Capitolo 4

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"Ti rendi conto di che colpo mi hai fatto prendere? Torno a casa ieri sera pronta a raccontarti della serata e tu non ci sei e stamattina mi sveglio alle 8:00 e di te neanche l'ombra e poi verso le 3:00 del pomeriggio ti ripresenti qui. Ah, poi volevo avvertirti che non muori se ti porti dietro il telefono?" "Scusa... Quindi com'è andato l'appuntamento quindi?" "Bene, ma non provare a cambiare argomento." Disse con un espressione rabbiosa stampata in volto. Aveva cominciato ad alzare la voce, e, come sempre, il suo tono era salito di un'ottava. "Ti ho già chiesto scusa 20 volte. E poi stamattina dormivi. Cosa avrei dovuto fare, svegliarti per dirti che uscivo? Non sei la mia badante?" Le risposi questa volta alzando a mia volta la voce. "Non mettermi in bocca parole che non ho detto.  Sai benissimo che non intendevo questo. " "A me sembra proprio questo quello che volevi dire.""Ti sbagli. Credo solo che se avessi lasciato un bigliettino o qualcosa probabilmente mi avresti evitato un attacco cardiaco." Disse incrociando le braccia sul petto. "Se non fossi costantemente così stressata e tesa magari l'avresti evitato comunque." Dissi lanciandole uno dei miei sguardi peggiori.  "Scusa se mi preoccupo per la mia migliore amica." Disse quasi urlando. "Possiamo dimenticare tutto. Hai ragione avrei potuto avvertirti. Mi dispiace per averti fatto preoccupare, non era il mio scopo te lo assicuro. Ma ti assicuro che so badare a me stessa." Dissi abbassando il mio tono di voce. Avevo ancora i capelli bagnati dalla nuotata. L'idea del bagno all'alba fu una delle idee peggiori che abbia mai avuto. L'acqua era completamente congelata e a causa delle onde sbattei ripetutamente contro il fondale, testimone di ciò erano il livido che mi ritrovavo sulla schiena.

Tornata all'albergo avevo trovato Amber nella mia camera, seduta sul letto a mordicchiarsi le unghie, e da allora avevamo cominciato a discutere. "So che sai badare a te stessa." "Allora la questione è chiusa.  Giusto?" "Giusto." Rispose Amber sospirando e tornando calma. "Allora  com'è andata la serata di ieri?" Chiesi per rompere il silenzio appena formatosi. Il suo viso si illumino e con un leggero sorriso sulle labbra mi rispose: "Bene. Anzi Magnificamente." "...Vuoi raccontarmi o devo tirarti le parole fuori dalla bocca?" Chiesi sedendomi sul letto affianco a lei. "Derek si è comportato da perfetto gentiluomo. Mi ha portato in un ristorante sulla spiaggia  dopodiché abbiamo passeggiato sulla spiaggia. Ho scoperto che è del West Virginia e che è di due anni più grande di noi. Viene qui ogni estate con un suo amico e affittano una casa poco lontana da qui dove stasera faranno una festa a cui sei invitata anche tu." Mi disse. "Non so se voglio venire." Le risposi buttandomi a pancia all'aria sul letto. "Sempre la solita guastafeste.  Me lo devi dopo lo spavento che mi hai fatto prendere." "Non ho mai detto di no!" risposi con tono acido "E poi non sono una guastafeste!" Aggiunsi sbuffando. "Per provarmelo devi venire a questa festa." Mi rispose Amber con un sorrisetto furbo sulla faccia.  "Basta che non possiamo il pomeriggio in hotel a preparaci. Chiaro?" "Signor si signora." Disse Amber facendo un saluto militare e scoppiando a ridere. "...Ora mi racconti cosa hai combinato ieri sera e stamattina?" "Niente di che. Ieri sono andata a ballare e stamattina a correre in spiaggia, successivamente a farmi una nuotata e all'ora di pranzo sono andata a comprare un panino." Le dissi brevemente. "Nessun incontro interessante?" Mi chiese Amber con fare invadente.

A quelle parole mi torno subito in mente l'immagine di Nicholas. Immagine che mi impegnai ad eliminare."No, nessuno." Amber apparve leggermente delusa a queste parole. "Posso chidere a Derek di presentarti qualcuno dei suoi amici." "Posso sopravvivere anche senza un ragazzo. Spero che questo tu lo capisca." "Certo che lo capisco, ma certi suoi amici sono davvero appetitosi!" "Appetitosi."  pensai facendomi sfuggire un risolino. "Che c'è di diverte al riguardo?" "Assolutamente nulla." Le risposi con lo sguardo più serio che riuscissi a fare.  "Certe volte proprio non ti capisco" Aggiunse infine alzandosi in piedi e avvicinandosi alla porta. "Ora però fatti una doccia dato che ne hai disperatamente bisogno." "Evviva l'onestà!" Le risposi vedendo uscire con la sua impeccabile postura fuori dalla camera.

Entrata in bagno aprii l'acqua calda della vasca e vi versai all'interno quasi un intero flacone di bagnoschiuma. Lasciai la vasca riempirsi e mi ci immersi dentro.

Chiusi istintivamente gli occhi e feci viaggiare la mia mente. Pensai alla mia famiglia, a mia cugina Kate che stava per laurearsi. Pensai ai miei amici, soprattutto a Zoey che si era iscritta al corso avanzato di chimica per l'estate e che quindi non era potuta venire con noi. Zoey Lee, figlia di un prestigioso medico di origine asiatica e di una eccezzionale cuoca francese, insieme ad Amber era una delle mie migliori amiche. Ci eravamo incontrate alle medie e da li siamo state inseparabili.

Pensai successivamente anche a Mathew, Mathew Scott. Migliore amico dai 5 anni, quando aveva condiviso con me i suoi biscotti con gocce di cioccolata, grande cotta fino agli 11, "fidanzato" da circa 3 mesi e gay non dichiarato da sempre. Lo scoprii a 13 anni quando lo beccai con la lingua conficcata nella gola di Andrew Parker. Mr. e Mrs. Scott sono sempre stati dei grandi conservatori cosa che ha sempre spinto Mathew a nascondere la sua natura.

Il nostro fidanzamento fu dovuto a causa di alcuni pettegolezzi che  giravano riguardo lui e Steve White. Non mi dispiaceva affatto essere la sua copertura, soprattutto dato che essendo capitano della squadra di football della scuola era sempre invitato alle feste più belle e di conseguenza lo ero anche io. Un altro lato positivo era che ciò avevo placato l'insistenza di David Morris, uno dei pochi ragazzi della scuola ad avermi prestato mai attenzione,  a chiedermi di uscire.

Infine non so come nella mia testa comparvero due straordinati occhi colo ghiaccio, due grandi spalle e un sorriso enigmatico.  Sapevo benissimo a chi appartenesero. Cercai di scacciare quelle immagini dalla mia mente ma con scarsi risultati.

Uscii dalla vasca, mi diressi in camera e mi misi la prima cosa che trovai.

Vestitami uscii dalla stanza e mi diressi verso quella di Amber. Il fatto che mi avesse detto che non avremmo passato il pomeriggio in hotel voleva dire che l'avremmo passato a cercare il vestito adatto per la serata e la cosa mi piaceva. Amavo fare compere con Amber, cercava sempre dei vestiti che mi stessero alla perfezione e li trovava sempre.

Bussai alla porta un paio di volte prima che Amber aprisse. " Shopping? " mi chiese aperta la porta. "Shopping!" confermai io con un gran sorriso. Amber scoparve nella stanza e totno fuori con la borsa. "Ho visto un negozio bellissimo non molto lontano da qui." Disse esaltante. " Che stiamo aspettando?" Le chiesi avviandoci insieme verso le scale.

***

"Esci da quel camerino subito!" la voce di Amber arrivò chiara e squillante alle mio orecchie. Eravamo nel negozio da ormai un'ora e mezza e io non avevo ancora trovato un vestito che mi stesse bene. Uno era troppo largo, uno sarebbe stato perfetto se avessi avuto un seno un po' più florido, uno era semplicemente terribile e un altro era decisamente troppo provocante o a detta di Amber "mooooolto sexy!!!". Ora stavo provando l'ultima abito scelto da Amber. Era un abito floreale stretto nella parte alta e lasciato libero all'altezza della vita fino a meta coscia. Era un po' corto ma mi piaceva da morire. "Esco, esco. Devo solo tirare su la zip..." Il tempo di finire la frase che Amber era dentro il camerino a tirarmi su la zip. " Sei fantastica!" Disse infine. "E tu splendida!" Dissi facendola girare per ammirare il dietro del suo vestito. Aveva oprato per un abitino rosso di pizzo.  "Mooooolto sexy". L'abito la copriva poco sotto il sedere e aveva uno scollo allucinante sulla schiena. Decisamente non il mio stile. Ma decisamente il suo stile.

***

Alle 9:00 eravamo in camera di Amber ancora in pieni preparativi. Amber si era fatta fare una semplice treccia alla francese da me e io mi ero affidata a lei per trucco ed il risultato non era affatto male. "Il marrone fa risaltare il verde dei tuoi occhi." Disse in risposta al mio "wow".

Dopo un altra mezz'oretta di "come mi sta questo?" e "sei sicura sia il mio colore?" oppure "non credi che non mi facciano sembrare le gambe strane?" eravamo finalmente pronte per la festa. Almeno così credevo.

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