Capitolo 6

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Erano le 2:00 di pomeriggio passate ed  eravamo sedute nel ristorante dell'albergo. Eravamo entrambe molto silenziose, nessuna delle due aveva voglia di parlare di ciò che era successo la sera precedente. Almeno così speravo. "Allora..." "Allora?" "Non hai davvero nulla da dirmi?" Chiese Amber alzando lo sguardo dal suo piatto puntando i suoi occhioni su di me. "Stavo per farti la stessa domanda." "Davvero?" Disse alzando entrambe le sopracciglia. "Perché l'ultima volta che ho controllato non ero io quella qui dentro che stava con le labbra attaccate a un gran pezzo di ragazzo." Rimasi per un attimo a bocca aperta. "Primo: non avevamo le labbra attaccate, al massimo si sfioravano. E secondo: non è un gran pezzo di ragazzo, è un coglione colossale." Amber scoppiò in una risata fragorosa, attirando alcuni sguardi incuriositi dei presenti. "E baci tutti i coglioni che vedi?" "Solo quelli colossali." Dissi ironicamente lasciando la testa cadere all'indietro. "E poi non lo stavo baciando." Segui qualche secondo di silenzio. Amber non era mai stata così silenziosa. La sera prima le doveva essere successo qualcosa. "Vogliamo invece parlare di cosa è successo a te ieri sera? Te ne sei voluta andare via dalla festa di punto in bianco." Mi guardo per un attimo senza parlare. "Nulla, ero solo un po'stanca. Sai com'è." "Strano. Ti che ti stanchi ad una festa. Dopo questa pessima interpretazione vorresti gentilmente dirmi cosa è realmente successo?"

Il suo sguardo si incupì. "Dato che parlavamo di coglioni colossali possiamo aggiungere Derek alla lista." Disse sospirando e poggiando la testa sul tavolo.

Ci fu un attimo di pausa e dopodiché proseguì. "Ieri si è ubriacato e ci ha provato con una brunetta da quattro soldi. Il tutto mentre mi stava seduto accanto." La vidi stringere le labbra mentre le si velavano gli occhi. "Affianco a me era seduto un ragazzo del posto che ha provato a consolarmi. Inizialmente abbiamo parlato in italiano ma dopo un po' ha reputato fosse meglio parlare in inglese. Mi ha offerto un drink e mi ha dato il suo numero.  Mi ha anche invitato a ballare." Disse e per un attimo le spuntò un lieve sorriso. "Ma poi è arrivato quell'idota di Derek che ha provato a tirargli un pugno ma era talmente sbronzo da colpire me su un fianco. A quel punto Andrea, si chiama Andrea il ragazzo, l'ha bloccato ed è andato a cercare qualcuno per accompagnarlo a casa. Mi ha salutato chiedendomi come stessi e incitandomi a chiamarlo." Finì di raccontare. "E...?" Amber inarcò le sopracciglia.  "E cosa?" "L'hai chiamato?" "Non so se lo chiamerò, sto ancora pensando a Dere." "Stai scherzando?  Cioè Derek si comporta da grandissimo coglione. Dopodiché arriva questo principe azzurro delle fiabe e tu pensi ancora a Derek? Se prima dicevo che eri tu la sveglia fra le due adesso ritiro tutto." "Hai ragione.Stasera lo chiamo." "Sarà meglio perché se non lo farai non credo che ti rivolgerò più la parola." Le dissi con una finta aria minacciosa che la fece ridere.

***

"L'hai chiamato?" "Non ancora, non voglio certo sembrare disperata. Lo chiamo domani." Mi disse Amber. "L'hai detto anche ieri. E il giorno prima ancora." Le dissi guardandola male. "Capisco il farsi desiderare, ma il tuo è un farlo disperare." "Magari mi ha dato il suo numero solo per una questione di gentilezza. Se lo chiamo e magari non vuole neanche uscire con me? " "Nessun ragazzo sano di mente rifiuterebbe di uscire con te. Ti sei vista?" "Magari ha la ragazza. Che ne sai?" "Se avesse la ragazza non ti avrebbe dato il suo numero. E poi ti ha chiesto lui di chiamarlo. Penserà che non ti interessa." "Non è così semplice." " E invece si!" Le dissi quasi urlando. "Sai che c'è? Se non lo chiami tu lo chiamo io." Aggiunsi in fine afferrandole il cellulare di mano e scorrendo la rubrica in cerca del numero di Andrea mentre Amber provava a riprendersi il telefono. Trovato il numero del ragazzo cliccai il tasto 'chiama' sullo schermo. Aspettai qualche secondo prima che qualcuno rispondesse.  "Pronto?" Disse una voce maschile.  "Amber sei tu?" A quel punto passai il telefono a Amber. "Pronto?" Le sentii dire prima di una decina di risatine e di 'sarebbe meraviglioso'. Aveva appena attivato la modalità "rimorchio". "Certo. Domani alle 3:30 al porto. Certo. Ok, allora porto una mia amica." A quelle parole sbiancai sapendo che per forza di cose l'amica di cui parlava ero proprio io. "Ok. Perfetto a domani." Disse riattaccando. "Yeeeeeeeeep" "I festeggiamenti a dopo.  Prima mi devi spiegare perché una tua amica dovrebbe venire al tuo appuntamento." Le dissi mettendole le mani sulle spelle in modo da fermare i suoi salti di gola. "Non aggitarti. Non farai la terza incomoda. La storia è questa: Andrea ha un amico che ha un motoscafo e l'idea era di farci un giro, ma dato che Andrea non ha il patentino per il motoscafo qualcuno ci doveva portare. L'amico però si rifiuta di uscire con una "coppietta"..." "Chissa perché..." Sbuffai, guadagnandomi un occhiataccia da parte di Amber. "Stavo dicendo che quindi l'amico non ci avrebbe accompagnato quindi Andrea mi ha proposto di portare un amica per un appuntamento a quattro. Io ovviamente ho pensato a te e gli ho detto che ci stavamo." "Senza ovviamente chiedermi un parere..." "Su, non farla tanto lunga. Potrebbe essere la mia anima gemella." "Si, io ti consiglierei però di trovarti un anima gemella che non stia a 7000km di distanza e passa." Ma le mie parole sembrarono entrarle da un orecchio ed  uscirle dall'altro. "O.Mio.Dio." "Che c'è? Ti sei accorta di essere completamente pazza?" "No" Disse fulminandomi con lo sguardo. "Devo comprare un costume nuovo. E magari anche un pareo ed un cappello abbinati." "Cavolo, mi sembra strano che non ti sia accorta di essere completamente pazza."

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