Capitolo 11

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Avevo la testa a pezzi, come sempre dopo quelle serate.

Ma questa volta c'era una piccola differenza: non avevo la più pallida idea di dove mi trovassi.

Provai, con scarsi risultati, a concentrarmi per ricordare gli eventi della sera precedente.

Vuoto.

Di una cosa però ero sicura: dovevo aver fatto qualche cazzata!

Mi guardai intorno. Quella sicuramente non era la mia stanza. Era una camera da letto arredanta in stile rustico con lenzula e tende bianche. Ah, e dettaglio piuttosto importante, non ero sola in quel letto!

Un braccio mi avvolgeva la vita; provai a girarmi il meno bruscamente possibile per vedere in faccia il ragazzo senza svegliarlo.

Appena lo vidi ricordai tutto.

"O.Mio.Dio."

Lo stavo baciando, lo stavo davvero baciando. Ma non duro molto.

"Sei completamente andata." Disse Nick allontanandomi da lui. "Andiamo a cercare la tua amica così ti riporta a casa!"  Aggiunse prendendomi per un braccio. "Non voglio andare a casa!" Risposi io con fare lamentoso e liberandomi dalla sua presa. "Voglio fare festa tutta la notte." Urlai portando le mani al cielo.

Poi avvicinandomi al suo orecchio dissi: "Vuoi farmi compagnia?" "Sai, come gentiluomo ho dei principi." "Ma davvero?" Risposi mordendomi il labbro inferiore e posando le mie mani sul suo petto. "Non ti immagini che cazziatone farebbe la tua amichetta del cuore ad Andrea e, di conseguenza, Andrea a me." "Che nobili principi..."

Le mie mani risalirono lungo le sue spalle andando poi ad avvolgergli il collo.

Cominciai poi a mordergli l'orecchio e a baciargli il collo.

"La forza di volontà di un uomo ha un limite molto basso."  "L'hai superato?"

Mi fisso con quel suo sorrisetto sgembo.

Mi mise le mani sui fianchi e mi tirò a se. "Da parecchio ormai." Disse poi baciandomi. Feci passare le mie mani fra i suoi ricci.

Sentii la sua mano fredda posarsi sulla mia coscia ed alzare il vestito sempre più mentre le sue labbra cospargevano il mio collo di baci. Lo strindi ancora di più a me e poi lui si bloccò. Si staccò di scatto. "Se continuo non sapto più fermarmi." E con queste parole scompari fra la folla. "STRONZO!" Urlai anche se ero sicura non mi avrebbe sentito con tutto quel rumore.

Mi sistemai il vestito e avanzai barcollando verso i divanetti dove intravidi la figura di Zach. Stava palesemente flirtando con una ragazza seduta affianco a lui.

Mi avvicinai e gli tocchai la spalla aspettando che si voltasse.

"Hey, dov'eri finita?" "Mi sto annoiando qui. Andiamo da te o da me?" Sul suo voltl si fece largo un sorriso, si alzò e offrendomi un braccio disse:"Da me?" "Perfetto." Replicai il aggrappandomi al suo braccio.

Quando fummo arrivati davanti all'uscita la voce di Amber mi fermo. "Dove stai andando?" "A casa di Zach!" Quando mi girai notai che vicino c'era Nick. Quell'idota doveva averla avvertita.

"Sei ubriaca fradicia. È meglio se torniamo in hotel." "Smettila di comportarti come se fossi mia madre, ho diciotto anni ormai. Sono un'adulta. Sono in grado di prendere le mie decisioni." Sbraitai lasciandola a bocca aperta. "Ivy è meglio se ascolti Amber." Disse a quel punto Nick. "Amico, perché per una volta non ti fai i cazzi tuoi?" Intervenne Zach piazzandosi davanti a Nick.

"Nick, lascia perdere. È un'adulta, è in grado di prendere le proprie decisioni." Disse Amber portando via per un braccio Nick che in quel momento sembtava voler uccidere Zach con lo sguardo.

"Allora, andiamo?" "Certo." Risposi.

"Buongiorno dolcezza." Disse Zach con voce ancora assonnata. "Hey." Rispodi io frettolosamrnte mentre cercavo di recuperare i miei vestiti in giro per la stsnza.

"Ottimo, odio le ragazze che dopo lasciano numeri o comunque pretendino di rimanere in contatto." Aggiunse poi mettendodi in pancia in giù sul letto.

"Che idiota! Non mi era mai capitato di spingermi così lontano con un ragazzo da ubriaca."

Trovata la borsa presi il telefono e aprii i messaggi. Erano tutti di Amber ovviamente accompagnati da diverse chiamate.

-Iv dove sei? Ti prego chiama.

-Scusa non dovevo lasciarti andare via conun perfetto sconosciuto.

-Ti prego fatti sentire.

Letti tutti mi limitai a risponderle con un semplice:"Sto bene, tranquilla."

Uscii dal portone.

Non avevo la minima idea di dove mi trovassi e di come tornare all'albergo.

Mi misi seduta sui gradini subito dopo il portone e poggiai la testa sulle ginocchia.

Non riuscivo a credere a cosa avessi fatto la sera prima.

That SummerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora