16. Passione

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Tyler era di fronte a lei, erano a casa del ragazzo.
Lei sorseggiava un po'di Bourbon, offertole da lui, che aveva già svuotato il suo bicchiere.
«Secondo me devi lasciarlo stare. È uno stronzo, Caroline, non ha fatto altro che causare disgrazie a tutti noi!»
La conversazione, dacché era cominciata piacevolmente, aveva preso una piega tutt'altro che piacevole.
La ragazza si sentì in dovere di ribattere.
«Se é per questo, sono stati i Salvatore ad aver dato inizio a questo ciclo di disgrazie, Tyler!»
«Ma Klaus ha iniziato a seminare morte centenni prima della nascita dei Salvatore!»
«Non è colpa sua! Sai bene che suo padre...»
«Smettila di difenderlo, Care. Da che parte stai, eh?!» la rimproverò lui, severamente.
La ragazza si zittì.
Non stava da nessuna parte, se non dalla propria.
«Vuoi che ti elenchi tutto ciò che ci ha fatto? Bene.»
Caroline scosse la testa. Non voleva sentirlo; non aveva dimenticato ciò che Klaus aveva commesso in passato, nè aveva bisogno di sentirselo ripetere.
«Si è impossessato del corpo di Alaric, poi ha ucciso la zia di Elena, ha ucciso Giuls; dopo che ha spezzato la maledizione dell'ibrido ha costretto Stefan a tornare lo squartatore che era stato in passato. Hanno ucciso centinaia di persone, poi sono tornati dopo aver scoperto di non poter creare ibridi, ed ha costretto Bonnie a trovare un modo per riuscirci, utilizzando me come cavia. Ci ha provato con te, mentre stavamo ancora insieme. Entrato nel mio corpo ti ha baciata. Ha ucciso mia madre...» la ragazza cercava di non ascoltarlo, ma era impossibile. Agli angoli dei suoi grandi occhi azzurri da cerbiatta si accumularono delle lacrime.
«...Ed infine mi ha ucciso!»
Ci fu una pausa di silenzio e Caroline ebbe un tuffo al cuore.
Tyler sgranò gli occhi, guardando la vampira, poi cadde a terra, rivelando la figura di Klaus, che con sguardo di pura malvagità, stringeva in mano il cuore sanguinante del ragazzo.

«NOOOO! TYLER, NO!» Caroline si svegliò di scatto, gli occhi sbarrati, le lacrime che le rigavano il volto pallido.
Klaus corse immediatamente da lei e la guardò, seriamente preoccupato.
Lei stava piangendo, ininterrottamente, quando lui la strinse a sé, accarezzandole i capelli.
«Sssh... era un sogno Caroline...» mormorò al suo orecchio, dolcemente.
In realtà entrambi sapevano che Tyler era morto davvero, ma Klaus doveva pur consolarla...no?
Non appena Caroline si fu calmata, Klaus la liberò dall'abbraccio e si morse il polso.
Glielo tese, stando in ginocchio di fronte a lei, guardandola con preoccupazione.
«Tieni, bevi» le disse, sperando che lei non si opponesse.
Fortunatamente la vampira ai attaccò al suo polso e bevve il suo sangue, senza fare complimenti.
Si staccò poi, respirando profondamente.
Si sentiva meglio, fisicamente.
Ma Tyler era morto.
Tyler Lockwood era morto...
Per non bastare aveva anche ucciso, per la seconda volta, Liv Parker.
Si morse il labbro inferiore e delle lacrime scesero silenziose lungo le sue guance.
Klaus sgranò gli occhi, guardanda afflitto con la testa inclinata di lato.
Vederla piangere per colpa sua gli straziava il cuore e le viscere.
«Caroline...» sospirò, poi si alzò.
Con la super velocità le prese una sacca di sangue del suo gruppo sanguigno prefetito e glielo porse, stando in piedi, davanti a lei.
«Per favore... bevi.»
I due si scambiarono uno sguardo.
Caroline era incerta, spezzata in due, lui la supplicava di farlo sentire meglio nutrendosi.
Caroline afferrò la sacca e Klaus sentì il cuore appena più leggero.

«Puoi fare una doccia se vuoi... sei libera di prendere i vestiti che desideri, nella camera di mia sorella Rebekah» esclamò l'uomo, seduto al fianco della vampira, accarezzandole delicatamente un braccio.
«No... sto bene» mormorò lei, osservando insistentemente un punto fisso del pavimento.
Klaus sospirò.
«No, Caroline. Nessuno al posto tuo, dopo ciò che hai dovuto passare per causa mia starebbe bene» la guardò negli occhi, con serietà.
Lei ricambiò lo sguardo, con un'espressione di disorientamento, poi emise un lieve sospiro, distolse lo sguardo ed annuí.
«D'accordo...» mormorò, poi si alzò, e senza avere la minima idea di cosa stesse facendo, si diresse nella camera di Rebekah a scegliere dei vestiti.
Rimase a fissare un punto casuale dell'armadio colmo di vestiti, ripensando agli avvenimenti recenti, dimenticandosi di essere in casa di Klaus e di doversi fare una doccia.
Quando finalmente si riprese, per modo di dire, afferò i primi vestiti che le capitarono a tiro e si diresse in bagno.
Chiuse la porta a chiave e ci mise tutta la forza che aveva per non esplodere nuovamente in lacrime. Si tolse i vestiti luridi che aveva in dosso con una lentezza snervante e quasi imnaturale.
Li lasciò sul pavimento immacolato del bagno e si infilò sotto il getto di acqua calda che aveva aperto prima di denudarsi.
L'acqua sembrò come risvegliarla, non appena venne a contatto con la sua pelle morbida la ragazza si sentì più viva, più vera.
Il ché non sapeva se reputarlo un beno o meno.
Non durò molto il tempo che impiegò a lavarsi; si era presa la briga di  includere anche i capelli al lavaggio e sapeva che per Klaus non sarebbe risultato un problema.
Uscita dalla doccia si asciugò lentamente e con cura, la mente altrove.
Dopo aver asciugato i suoi morbidi capelli biondi, pulì il bagno e si portò in sala i vestiti sporchi che aveva indossato.
«Dove posso metterli...?» chiese la ragazza, Klaus era seduto su una poltrona a sorseggiare un alcolico.
«Non penso si possa più togliere tutto quel sangue da quei vestiti amore» esclamò lasciando intendere che sarebbe stato meglio buttarli. «Puoi tenere i vestiti di mia sorella comunque, lei ne ha abbastanza da vestire un esercito» aggiunse dopo qualche secondo di silenzio.
Caroline annuì con un sospiro e fece per uscire dalla stanza, ma Klaus, che prontamente si era già alzato, la raggiunse.
«Aspetta... Lascia che faccia io» mormorò afferrando i vestiti dalle mani della ragazza, che alzò lo sguardo verso di lui e li lasciò immediatamente.
I due si osservarono a lungo negli occhi, e il cuore di Caroline ebbe un sussulto, il suo stomaco una fitta.
Posò le mani sul collo dell'Ibrido e ad occhi chiusi lo baciò senza esitare.
Quest'ultimo, piacevolmente sorpreso, lasciò cadere i vestiti e cinse con le proprie mani i fianchi morbidi e puliti di lei.
Caroline separò le proprie labbra da quelle di Klaus e lo guardò negli occhi glaciali che posati su di lei sembravano sciogliersi ogni volta, e quel sorriso che si andava a formare sulle sue labbra da predatore spietato quale era andava solo a confermarlo.
Si sentiva una stupida insensibile a baciarlo dopo la morte di tutte quelle strege avvenuta per mano loro, ma in cuor suo desiderava da impazzire quell'uomo.
Klaus sembrò notarlo, perché avvicinò nuovamente il suo viso a quello di Caroline e la baciò con passione, per poi afferrarla dalle coscie, facendole intrecciare attorno alla propra vita.
La ragazza si sentì sporca e in torto, ma si accorse che erano solo le voci dei suoi amici nel fondo della propria coscienza a farle pesare così tanto quelle gesta così intime, perciò decise di metterle a tacere e a seguire il proprio volere e istinto.
Infilò le sue mani sottili e candide nei capelli morbidi e mossi di lui, che con la super velocità la portò nella propria camera da letto, chiudendo la porta alle proprie spalle.
Si avvicinò lentamente al letto, continuando a tenerla stretta a sè, prendendo fiato tra un bacio e l'altro.
La fece stendere sul materasso e le infilò le mani sotto la camicietta presa in prestito.
I cuori dei due battevano all'impazzata, in alternanza. Caroline lo guardò mentre lui le sfilava la camicia con desiderio.
Dopo averla gettata sul pavimento si fermò ad osservare il fisico asciutto e pallido della vampira e non mancò di lasciarsi sfuggire un sorriso.
Avevano entrambi desiderato così tanto quel momento che adesso sembrava essere un sogno.
«Sei splendida» mormorò accarezzandola con delicatezza nella parte tra il reggiseno e la pelle.
Caroline arrossì, mordendosi il labbro inferiore. Afferrò i lembi della maglia bordeaux di Klaus e gliela sfilò di dosso con l'aiuto di lui.
I due si osservarono per qualche istante, per poi perdersi nella serata più passionale ed emozionante che riuscissero a ricordare.
Le mani agili di Klaus si muovevano delicate e possenti sul corpo della ragazza, i suoi baci umidi si posavano prima sul collo di Caroline, con lentezza, per poi diventare sempre più veloci e possessivi, quasi come volesse divorarla. Scendevano giù, fino al seno, che poco prima lui aveva scoperto. E la schiena di lei si inarcava sulle lenzuola di quel gran materasso, a enunciare il suo coinvolgimento e piacere.
Al termine della serata i due si sistemarono sotto le coperte, i loro corpi nudi intrecciati teneramente.
Lei con la testa poggiata sul petto di lui, i capeli mossi e sciolti; lui con il braccio attorno alle sue spalle, mentre le accarezzava i boccoli dorati.
Klaus finalmente era felice e Caroline era libera di essere sè stessa.
Sorridevano entrambi ed i loro respiri erano sincronizzati, come il battito dei loro cuori immortali.

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