Appoggiò la sua mano sulla mia schiena e mi spinse leggermente per avvertirmi di fare un passo in avanti. Mi tolse la benda e il buio di un attimo fa si tramutò in luce. Una trentina di persone urlarono all'unisono: <<Sorpresa!>> e io mi sentii sopraffare sia dalla rabbia, perché sicuramente era stata Abby ad organizzare tutto e lo sa che io odio queste cose, sia dalla vergogna e dall'imbarazzo, in quanto la voglia di sprofondare in questo momento era salita alle stelle. Mi rivolsi verso Kevin e dissi: <<Io me ne vado>>
<<No, dai resta>> ribatté.
Nessuno poteva farmi cambiare idea, feci dietro front per uscire, ma mi strattonò il braccio.
<<Lasciami andare!>> stavo iniziando a piangere dal nervoso, tuttavia non era stato Kevin a fermarmi.
<<Non andartene, ha fatto tutto questo per te. Ti prego, non rovinare la sorpresa, è stato così carino>>
<<Cosa?! Non sei stata tu a farlo, Abby?>>
<<Certo che no! Sarò anche stronza a volte, ma so che odi questo genere di cose, non l'avrei mai fatto>>
Allora, è stato Kevin. Che dolce, si preoccupa per me. Però questo non cambia il fatto che voglia andarmene. Non sono in vena di festeggiamenti.
<<Ok. Comunque io torno in albergo. Per favore, non costringermi a restare>>
<<Va bene, come vuoi>>
Mi girai un'ultima volta per guardare Kevin, che stava parlando con dei ragazzi, e poi uscii.Fuori c'era fresco, un brivido percorse il mio corpo. Si intravedeva il mare calmo e il sole stava tramontando. Portai le mani sugli avambracci e cominciai a sfregarmi per scaldarmi. Ad un tratto qualcuno posò una giacchetta sulle mie spalle, scorse le sue mani fini a toccare i miei polsi, mi voltai e mi trovai nuovamente faccia a faccia con Kevin, il mio eroe.
<<Mi spiace che la sorpresa non ti sia piaciuta, speravo di tirarti su il morale>> disse sconfortato.
<<No, non dispiacerti...sei stato carino...e solo che io...>>
...e solo che io ti amo, e non riesco a dirtelo, e non posso starti vicino con questo groppo in gola che vuole uscire, ma non ci riesce, perché è troppo fifone da farlo.
<<...e solo che io...>> esitai un'altra volta <<ora non mi sento in vena di festeggiamenti>> abbassai lo sguardo e fissai le sue scarpe nere che aderivano sull'asfalto della strada.
Percepii una sua mano alzarsi e le sue dita si posarono sulla parte inferiore del mio mento. Diede una leggera pressione, spinse e mi sollevò la testa per guardarmi negli occhi.
<<Ok. Allora, ti andrebbe di fare una passeggiata?>>
<<Ehm, la caviglia>> dissi indicandola.
<<Ah giusto, scusa>> replicò imbarazzato grattandosi la nuca con la mano destra.
<<Sarà meglio se torno in albergo>>
Quanto mi sarebbe piaciuto passare la serata da sola con lui, ma - accidenti! - la sfiga è sempre dalla mia parte.
<<No>> si fermò un attimo a pensare <<ho io la soluzione>> ribatté con un sorrisino beffardo sulla faccia.
<<Ah! Che fai!>> mi prese, come stamattina quando caddi, tra le sue braccia e mi portò fino in spiaggia, fino alla riva del mare, e mi adagiò sulla sabbia.Devo ammetterlo, ma fino a quel momento non ero mai stata in spiaggia alla sera. È uno spettacolo meraviglioso: il mare è calmo, limpido, la luna riflette la sua luce su di esso; in lontananza si intravedono gli scogli fino ad andare oltre, fino al mare aperto, fino all'oceano; la sabbia è umida al tatto e il cielo tempestato di stelle.
Kevin si sedette accanto a me e posò un braccio sulla mia spalla cingendomi a sé. Un brivido raggelò il mio corpo, appoggiai la mia testa nell'incavo del suo collo e subito mi sentii meglio.
Quella notte non parlammo, restammo lì ad ammirare il paesaggio, restammo uno accanto all'altro, restammo insieme.<<Maggie, Maggie, Maggie. Sveglia!>>
<<Che vuoi!>> esclamai scontrosa e mezza addormentata. Una cosa che non si dovrebbe mai e poi mai fare è interrompere il mio sonno: le conseguenze per la persona che lo fa sono davvero terribili. Meglio non saperle e - soprattutto - meglio non venirle mai a sapere.
<<Stavo facendo un sogno celestiale e tu l'hai interrotto. Spero ci sia un valido motivo>>
<<Ehm...volevo solo sapere...>> balbettò picchiettando i due indici, come una bambina piccola e capricciosa.
<<Cosa Abby, cosa!>> dissi scocciata.
<<Volevo solo sapere cos'è successo ieri sera>> sputò il rospo con una velocità supersonica, come per togliersi un peso che portava da anni.
A sentire quelle parole "IERI SERA" mi si scaldò il cuore, ritornai al sogno che era stato appena interrotto. E che venne nuovamente interrotto perché la curiosità della mia amica non sa aspettare le esigenze degli altri.
<<Siamo andati in spiaggia e siamo rimasti a guardare il mare>> cominciai a raccontare smielata.
<<E poi?>>
<<E poi si sono fatte le due e io dovevo tornare in hotel, altrimenti i miei mi facevano fuori>>
<<Ma dai! Quindi non è successo di nuovo niente, sei la solita Maggie>>
<<Senti chi parla, almeno io ho qualcuno da amare, tu nemmeno quello>> affermai però con tono scherzoso.
<<Su questo hai ragione>> replicò sorridente.
<<Va beh, ora andiamo che è tardi. Il medico non aspetta!>>
Finalmente potevo liberarmi della fasciatura. Non la sopportavo più!
Per precauzione, andammo a fare un'ultima visita, ma speravo che con la caviglia fosse tutto a posto.<<Margaret Johnson>> urlò un'infermiera.
<<È il nostro turno>> disse mia madre.
Entrammo nell'ambulatorio del medico e ci sedemmo su una sedia. La stanza non era molto spaziosa, le pareti erano bianche con qualche piccolo quadro appeso qua e là; di fronte a me c'era una scrivania su cui erano sparse delle cartelle cliniche e delle ricette. Arrivò il dottor Robinson, strinse la mano ai miei genitori e si sedette anche lui.
<<Dalla lastra>> disse ispezionando una delle cartelle posate sulla scrivania <<sembra che vada tutto bene, niente di rotto. Se non ti fa più male a camminare, direi che possiamo togliere la fasciatura>>
<<Sì, sì, tutto bene>> risposi.
<<Allora, togliamola!>> accennò un sorriso e si alzò.
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Un giorno per innamorarsi [IN PAUSA]
RomanceCiao! Sono Maggie, non sono una ragazza molto normale, la mia vita è stata un inferno. Non sono una di quelle fighe che se la tirano, no, sono la solita sfigata che se ne sta in disparte. Ma dopo questi dieci giorni indimenticabili, niente è più nor...