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Ah, la libertà. Poter correre per prati fioriti, poter dire quello che si vuole, quello che si pensa, quello che si prova senza nessuno ostacolo, poter finalmente camminare senza quella cavolo di fasciatura. Sarei quasi tentata di dire in questo momento "che bella che è la vita", ma non sono così disperata, così eccitata, così contenta da dirlo.
La mattina ormai se n'era già andata, via come un soffio di vento, e io non vedevo l'ora che arrivasse il pomeriggio per poter rivedere Kevin. Stavolta gli avrei confessato tutto, ero pronta, avrei urlato ai quattro venti il mio amore per lui.

Per la prima volta, dopo sette giorni, ho fatto un vero pranzo, finalmente ho saziato la mia fame, ho riempito il mio stomaco che non vedeva più un vero piatto di lasagne da un'infinità di tempo. La cameriera arrivò con un vassoio fumante, contenente altre lasagne - io ne avevo già percepito l'odore proveniente dalla cucina - si avvicinò al nostro tavolo e disse: <<Gradite il bis?>>
Senza indugiare risposi: <<Sì>>.
Chi non resiste ad un piatto di lasagne? Io sicuramente no, ne vado matta! La morbidezza della pasta che si scioglie in bocca morso dopo morso e si mescola con il ragù e la besciamella...e il parmigiano gratinato che assapori dal primo istante, che tocca il tuo palato e viene rivoltato dalla tua lingua...una sensazione quasi indescrivibile.
Dopo avermi servito, la cameriera si diresse verso il tavolo accanto, mia madre mi guardò e socchiuse la bocca.
Oh, oh, quell'espressione. Non promette bene. Mi sa che ci siamo, è giunta l'ora della mia morte.
<<Questa mattina l'hai scampata, perché dovevamo andare dal dottore, ma ora non hai scuse. Dove sei stata ieri sera? Abby mi ha detto che sei rientrata tardi>> guardai di sfuggita Abby - la traditrice - con fare accusatorio e poi cercai una scusa plausibile.
<<Scusa un attimo, devo andare in bagno, è urgente>> dissi in preda al panico e corsi via.
<<Maggie, torna subito qui!>> urlò mia madre.
Ora avevo fatto una figuraccia pure davanti a tutti gli ospiti dell'hotel. Perfetto!
Mi chiusi in bagno e sperai di sparire, sperai che quella stanza fosse una macchina del tempo che mi avrebbe portato in un'altra epoca, dove tutti quelli che conosco non ci fossero. Invece, ero bloccata in un fetido e microscopico posto a rimuginare sul da farsi.
Cavolo - pensai - non riesco neanche a mentire! Scappo sempre e non affronto mai i problemi.
Uffa! E adesso come esco di qui. Mia madre sarà fuori come una sentinella ad aspettare che io appaia.
Margaret - mi feci forza - ce la puoi fare, su un po' di coraggio, non sei una pappamolle.
Invece, sì che la sono - la disperazione stava prendendo la meglio, dovevo combattere, solo che non ero brava come gli allenatori di calcio, basket o pallavolo con i discorsi motivazionali - sono una rammollita.
No! Cosa dici! Sei forte, so che lo sei - mamma mia che complessi che mi stavo facendo.
Ora apro quella porta e - la mano mi stava tremando - e, oddio, non riesco a guardare.
Attorniai la maniglia con le mie dita, chiusi gli occhi e spalancai la porta. Rimasi lì, ferma, con la vista oscurata.
<<Maggie? Cosa stai facendo?>>
Aprii un occhio.
<<Scappo da mamma e papà?>> dissi spiritosa e con un sorriso birbante.
<<I tuoi sono già andati>>
Veramente?! Strano che mi abbiano lasciato viva e senza neppur aver ricevuto una spiegazione.
Come se mi avesse letto nel pensiero, Abby disse <<Hanno notato che in questi giorni sei un po' giù, quindi non hanno voluto infierire maggiormente. Ho detto loro che siamo uscite a divertirci un po', nulla di che, e poi io ero stanca, perciò sono rientrata prima. Tu, invece, sei stata in buone mani>> mi fece l'occhiolino e io le diedi una spallata.
<<Dai, Abby>>
<<Eri in compagnia di Kevin. Sanno che è un bravo ragazzo, dunque non hanno detto niente a riguardo, non si sono arrabbiati>>.
Bene, almeno questa è fatta. Manca solo una cosa, la più importante, la più difficile: la mia dichiarazione d'amore.

Per una volta non sapevo cosa mettermi. Di solito prendo il primo vestito, maglietta, pantalone che mi capita a tiro, però questa volta era diverso, dovevo essere carina.
Anzi, figa!
Afferrai un vestito dopo l'altro e li lanciai a più non posso sul letto come una furia.
<<Abbyyyyyy! Non so cosa mettermi, non ho niente>> urlai disperata.
Uscì dal bagno e venne accanto a me.
<<Sei piena di roba, guarda. Stai bene con tutto, un vestito vale l'altro...a meno che>>
Perché quel sorrisino compiaciuto?!
<<A meno che cosa?>> chiesi con un misto di paura, ansia e agitazione.
<<A meno che tu non voglia andarci nuda>> e scoppiò a ridere a crepapelle.
<<Dai! Non è divertente. Piantala!>> esclamai irritata.
Adesso ci si mette anche lei a complicarmi le cose. Ne ho abbastanza! Va bene, metterò questo. Credo che mi stia bene.
Scelsi un vestito rosso acceso, aderente ai fianchi e che risaltava ogni forma del mio corpo. Misi un po' di matita sugli occhi, passai un ombretto color tabacco, resi voluminose le ciglia con il mascara e infine risaltai le mie labbra con un rossetto rosso sangue. Raccolsi i miei capelli in uno chignon e ne lascai cadere un ciuffo sulla mia fronte.
Non mi ero mai messa in tiro così per qualcuno, e soprattutto mi ero conciata in questo modo solo per andare in spiaggia. Ma si può! Se fossi al vostro posto, ora riderei: tutti in costume ed io vestita come se dovessi andare ad un gala. Com'è buffa e assurda a volte la vita!

Ci siamo, mancano pochi passi. Il giorno in cui cambierà la mia esistenza è arrivato. È oggi. Oggi e solo oggi rimarrà impresso nella mia memoria, e non se ne andrà mai.
Percorsi l'ultimo tratto di marciapiede e giunsi alla rampa di scale. Scalino dopo scalino, il battito del mio cuore accelerava. Non riuscivo a respirare, stavo andando in escandescenza. Abby mi aveva dato un po' di vantaggio, ma comunque sarebbe arrivata nel giro di pochi minuti.
Sei ancora in tempo per fuggire. Non umiliarti ancora. Lo sai che non ti guarderà mai in quel modo.
Ma c'è una speranza, io l'ho vista. L'ho vista nel modo in cui mi guardava ieri, l'ho vista nel modo in cui si preoccupa per me, l'ho vista nei piccoli gesti di ogni giorno. Vai, e digli tutto!
Abbassai lo sguardo per vedere dove mettevo i piedi, percorsi la passerella e, ad ogni rettangolo rosso e giallo che oltrepassavo, il mio coraggio aumentava.
Mi fermai di scatto, non so perché, ma esitai per un momento.
Decisi di alzare il mio sguardo e di non avere più paura. Quanto mai lo avessi fatto, la verità ora era davanti ai miei occhi.

Un giorno per innamorarsi [IN PAUSA] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora