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Dove eravamo rimasti? Ah, sì. Al momento peggiore della mia vita. Sì, davvero, tra tutto quello che mi è successo finora, posso dire che quello è stato il più odioso.
La dura e triste verità era davanti ai miei occhi. Non so come descrivere la sensazione che provai in quell'istante, posso solo dire che "faceva male".
Il cuore diventò ghiaccio, venne colpito da una scalpello e si frantumò in mille pezzi. Ero sbalordita e allo stesso tempo afflitta. Ero morta dentro. Il mio corpo era immobile, stava in piedi, ma la mia anima era morta. Morta.
Volevo piangere, urlare, tuttavia anche la mia voce era scomparsa, defunta come la mia anima. Il cervello non funzionava più, si era bloccato su quel momento, aveva impresso per sempre quell'immagine che continuava a tornare e a girare. Era diventato un disco di vinile, un gira dischi rotto che persisteva ad interrompersi, ad incepparsi.
Nulla più restava, solo un corpo fatto di pelle e ossa, a cui mancavano gli organi che avevano cessato il loro processo, e l'anima che lo aveva abbandonato in cerca di un posto migliore in cui essere felice.
"Essere feriti". Due parole che non vorresti mai sentire e mai provare. Allora perché mi avevano catturata? Erano penetrate dentro di me, oscurando tutto e provocando un dolore intenso, insopportabile. Pensavo di aver già raggiunto la soglia di sofferenza massima, invece mi sbagliavo: questa era imbattibile.
Un pugno in faccia, allo stomaco, persino un colpo di pistola avrebbe fatto meno male. Sarebbe stato meglio.

Sono stata paralizzata soltanto per pochi secondi, ma per me era stata un'infinità di tempo.
<<Maggie, tutto a posto? Perché ti sei fermata?>>.
Mi voltai lentamente, quando raggiunsi il suo sguardo, l'espressione di Abby cambiò immediatamente. Divenne scioccata, allarmata.
<<Oh mio Dio, Maggie, stai piangendo!>>
Ero troppo sconvolta per accorgermene, ma i miei occhi avevano cominciato a bagnarsi e a grondare come il sudore. Le lacrime divennero gocce d'acqua di una tempesta che sovrastava il mio viso. Il trucco era colato, esaltando ancor di più il mio stato d'animo.
<<Cos'è successo?!>>
Silenzio. Ero diventata uno zombie o forse peggio.
<<Ti prego, di' qualcosa>> mi scosse il corpo <<Parla, ti prego>>.
Non dissi niente, mi limitai a voltarmi di nuovo verso la direzione precedente. La scena del crimine era da quella parte. Non c'era bisogno di dire o fare niente, non c'era bisogno di nessuna parola, la risposta era lì di fronte a noi.

Abby fissò quel brutto spettacolo e comprese immediatamente il motivo della mia reazione. Mi cinse e mi aiutò a camminare.
<<Torniamo in hotel>> disse, senza aspettarsi altro da me. Avrei voluto dirle quanto bene le volevo, ringraziarla per essere sempre al mio fianco, per sopportarmi, ma non dissi niente, intanto lei lo sapeva già. Non c'era bisogno di dirlo, bastava uno sguardo per capirlo. La nostra complicità era unica.

Mi posò sul letto. Rimasi seduta con la testa bassa tutta la sera. Naturalmente non cenai, per lo meno avevo mangiato abbondantemente a pranzo. Quell'immagine non se ne voleva andare, probabilmente perché non avevo ancora accettato la cosa. Finché non ne avrei parlato con qualcuno, non l'avrei mai superata, mai cancellata dalla mia testa e curato il mio cuore.
La notte la passai insonne: la nuca era appoggiata alla parete, le mie braccia allungate raggiungevano le mie gambe distese sul letto; era buio e Abby stava dormendo.
Presi il telefono e decisi di leggere un libro di genere horror, conforme con il mio stato d'animo.
Passarono circa due ore, erano le 3 di notte. Attaccai al cellulare le cuffiette e ascoltai canzoni deprimenti fino alle 6 del mattino, poi il sonno prese il sopravvento e mi addormentai.

<<Buongiorno dormigliona>> Abby prova sempre in qualunque situazione a tirarmi su il morale, ma in questo caso non sarebbe mai funzionato.
Avevo dormito, sì, però stavo ancora male. Stavo male di un male mai provato prima, per questo non sapevo come superarlo. È come una malattia: quando l'hai già presa, sai come curarla, tuttavia, se è la prima volta che la sperimenti, non sai come comportarti, come affrontarla.
Non riuscivo nemmeno più a pensare, il cervello era in tilt, fermo su quell'istante.
<<Dato che, come io so, non saresti venuta a fare colazione, con il permesso della proprietaria, te l'ho portata qui>>
<<Non la voglio, grazie>> dissi con la voce rotta.
<<Mangia almeno una fetta di pane con il latte, non farci preoccupare. Tua madre mi sta facendo il terzo grado>> cercò di scherzare nuovamente e nuovamente non funzionò.
Scossi la testa e la lasciai cadere all'indietro battendola contro il muro. Il dolore provocato, che si diradò per tutto il corpo, era niente a confronto a quello che stava provando il mio cuore. Era un semplice pizzicotto, una stupida puntura di zanzara.
<<Voglio indietro la mia Maggie>> si lamentò <<questa persona che ho davanti a me non la conosco. Dov'è finita la mia sognatrice, la mia ragazza solare e perversa?>> di nuovo con il suo sarcasmo <<Me l'hanno presa e portata via. E al suo posto mi hanno lasciato un robot scassato, una copia sputata di Maggie, però rotta, non funzionante, senza sentimenti.>> si inginocchiò per terra e unì i palmi delle mani che aderirono uno accanto all'altro <<Ti prego Signore, fa che ritorni da noi>> mi guardò in cerca di un cenno, un assenso.
Ma niente.
<<L'abbiamo veramente persa. Preparerò il funerale, ti seppellirò in una bellissima tomba bianca, scriverò un fantastico elogio funebre, memorabile, ti...>>
<<Smettila!>> le tirai il cuscino addosso.
<<È tornata! Grazie a Dio!>> esclamò portando le braccia al cielo.
<<Ora possiamo parlare>> passò subito ai fatti.
<<Non abbiamo nulla di cui parlare>>
<<Sì, invece>> insistette.
<<Di cosa allora? Su, dimmi>>
<<Di quello che è accaduto ieri...in spiaggia...pomeriggio...>> sembrava che stesse spiegando qualcosa ad una bambina
<<passerella...mare...Kevin>>.
A quella parola il soffitto mi cadde in testa, purtroppo però non letteralmente. Rivissi il giorno precedente, la pellicola del film scorreva velocemente davanti ai miei occhi.
<<Non è successo niente>> negai nuovamente, e avrei continuato a negare fino allo sfinimento, se Abby non avesse pronunciato al posto mio quelle parole, le uniche che non avrei voluto sentire.
<<Kevin e Jade>>

Spazio autrice
Ciao, cari lettori!
Spero che la storia vi stia piacendo 😊
Siamo giunti alla svolta della vita di Maggie, da ora in poi tutto cambierà. Cosa accadrà?

Al prossimo capitolo ❤️

Un giorno per innamorarsi [IN PAUSA] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora