Capitolo 12 - Fidati di me.

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Guardai la mia immagine allo specchio di fronte al letto e mi chiesi se il travestimento per la serata dedicata al compleanno di George fosse all'altezza delle aspettative. Presa dalla morsa dell'incertezza, indecisa su cosa diavolo indossare che fosse abbastanza sexy senza sembrare dozzinale o – peggio – irrispettoso verso qualcuno degli altri membri del club, Ethan aveva preso in mano la situazione, facendomi trovare il travestimento perfetto. Non pensavo sarebbe stato difficile, ma trovare un vestito che fosse sexy e al contempo non scimmiottasse le abitudini e i gusti sessuali di certe persone, si rivelò un'impresa difficoltosa. Se mi fossi presentata al Connexion vestita come una delle slave avrebbero potuto pensare che le stessi in qualche modo prendendo in giro, sminuendole o ridicolizzando i loro usuali costumi con i quali entravano davvero a contatto con la loro “parte”. Sistemai il cerchietto bianco e nero in tulle tra i capelli, passando poi al corsetto nero, composto da un tessuto così morbido da non riuscire a fermare le dita dall'accarezzarlo. Guardai il reggicalze che scendeva fino a metà delle mie cosce seminude e mi resi conto di non aver mai indossato qualcosa di così sensuale.

«Hai bisogno di una mano anche per la gonna?»

«Sì, grazie.»

Ethan aveva stretto i ganci sotto il tessuto con estrema lentezza e, con altrettanta calma, legò la gonna al corsetto spostando lo sguardo da me al mio corpo seminudo almeno una decina di volte. Si allungò dietro di sé per afferrare il grembiule bianco ornato di pizzo e allacciò anche quello. Sebbene le sue mani fossero ferme, il suo respiro regolare e la sua bocca appena increspata in un sorriso, capii quanto fosse estremamente eccitato.

«Potrebbe rivelarsi inutile.» Sussurrò, avvicinando le sue labbra morbide al mio collo, che si riempì di brividi, facendomi dimenticare per un attimo quello che aveva appena detto.

«Che cosa?»

«Vestirti.» Ethan fece scivolare le sue grandi mani sulle mie cosce. Tracciò le linee di stoffa del reggicalze, salendo fino a dove si congiungevano al corsetto, dunque virò verso le mutandine nere, infilando le dita sotto il tessuto tanto sottile e morbido da sembrare impalpabile.

«Siamo già in ritardo.» Dissi, rabbrividendo ancora, appoggiandomi con la testa sulla sua spalla per sorreggermi dal sussulto che mi torturò il corpo. Era sempre come la prima volta. Le sue mani erano sempre le stesse e i movimenti sempre simili, eppure tutte le volte, il mio corpo le percepiva come nuovi input a cui rispondere senza sapere come fare. Ogni volta, era un'esperienza tanto simile tanto diversa, sempre unica, sempre scioccante.

«Non pensavo che metterti addosso dei vestiti potesse essere anche meglio che spogliarti.»

«Dire che sono vestita, comunque, è un azzardo.» Ethan alzò un sopracciglio ed io finii di nuovo per osservare la magnificenza dell'abito che indossavo. Era poco più di un completo di biancheria intima, quello non potei negarlo, ma ogni dettaglio era così assurdamente rifinito da farlo sembrare un'opera d'arte, piuttosto che un travestimento adatto ad una festa. Era un abito fatto per sedurre, che non lasciava trasparire nemmeno un indizio di volgarità. «Ma è molto bello.» Aggiunsi, leggendo negli occhi di Ethan un velo di delusione. «Non sembra uno di quei pidocchiosi abiti da carnevale fatti di plastica.»

«Infatti non lo è.»

«Pensavo che un mascheramento da cameriera fosse dozzinale. Questo è straordinario.»

«Solo il meglio per il mio angelo.»

Mi girai verso di lui. L'immagine riflessa non mi bastò più, volevo che il mio sguardo bruciasse sul suo corpo coperto solo da un paio di boxer neri che in quel momento odiai, sebbene sembrassero stati confezionati appositamente per lui. Allungai le braccia sulle sue spalle e le strinsi dietro alla sua testa, fino a che non mi sollevai sotto la spinta delle sue mani. Lo baciai, sebbene la mia sembrasse molto più un'aggressione verso la sua bocca, che Ethan fronteggiò con la forza. Prese il mio mento tra le mani e dunque fu lui a dirigere il gioco. Bastò un dito in prossimità dei miei tessuti più sensibili a scatenarmi un gemito strozzato, che Ethan derise con uno sbuffo divertito. Lo guardai e, se in un primo momento sarei stata pronta ad offendermi per il suo prendere costantemente in giro la mia passione sconfinata per lui, in quello subito dopo, mi ritrovai a sorridergli sulle labbra, conscia che nessuno poteva regalarmi le stesse sensazioni.

Fleshly Connection - Connessione CarnaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora