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***
Ore: 16:26
I biglietti sono arrivati circa tre ore fa e, in questo preciso momento, sto preparando la mia valigia.

Dovrei portare i pantaloni corti?
Sì, siamo in piena estate.
Ma magari a Modena fa freddo...
Ma muoviti!
Si, sta calma!

Finisco di fare la valigia e vado a dare una mano a Francesco, il quale ha messo troppo poco tempo per fare la valigia.

"Sei sicuro di aver messo tutto?"

"Sì, controlla se vuoi."
Faccio come mi è detto e alzo un sopracciglio, quando vedo che ha messo solo due magliette e due pantaloni.

"Staremo li per una settimana.  Cosa vuoi farci con due cambi?"

"Non sapevo cosa metterci!" Fa spallucce ridendo.
Scuoto la testa e mi sbatto una mano in piena fronte; prima di sistemargli la valigia.

"Ecco fatto." Esclamo dopo quasi mezz'ora.

"Grazie." Mi lascia un bacio sulla guancia..

"Siete pronti? -Fa la sua entrata in scena, Stefano.- Il taxi arriverà a momenti."

"Sì, scusa ma abbiamo il volo alle 18:30, perché l'hai chiamato così presto?"

"I taxi non sono mai puntuali, ci sarà di sicuro traffico, con la nostra fortuna tutti i semafori saranno rossi, davanti a noi ci sarà  di sicuro qualche signore anziano lento e dobbiamo fare il check-in!"

"Okay..." Sussurro.
***
Siamo appena atterrati nell'aeroporto di Bologna che, a quanto ho capito, dista 30 km da Modena.
Dopo esser stati mezz'ora, o forse di più, a cercare i bagagli riusciamo a trovarli quasi tutti, dato che il mio l'hanno perso. Comunichiamo ad un addetto quanto accaduto e lui mi fa compilare un modulo, così che, appena lo ritroveranno, mi contatteranno.
Usciamo fuori e, da lontano, intravedo quello che tutte le bambine dovrebbero definire il proprio eroe, Matteo, mio padre.

"Ciao." Lo saluto freddamente, mentre mi fermo ad osservarlo.

"Ciao ragazzi!" Ci accoglie, quasi calorosamente.

"Non hai portato nessuna valigia?" Mi guarda con un sopracciglio alzato.

"L'hanno persa." Rispondo schietta.

"Ah, okay; vorrà dire che andrai a fare shopping!" Accenna una risata.

"Ahah." Metto fine alla sua presunta allegria.

"Forse è meglio metterci in auto."
***
Dopo circa 30 minuti, arriviamo davanti casa della sua presunta nuova famiglia.

"Sono sicuro che il figlio di Morena di piacerà!" Afferma Matteo, dandomi una pacca sulle spalle.
Colui che avrebbe dovuto amarmi più di chiunque altro, prosegue a passo spedito verso l'entrata, trascinando dietro di sé il trolley di Francesco. Stefano, invece, trattiene una mano sul mio fianco e ogni tanto mi da qualche spintarella per farmi camminare.
E posso giurare che, se vedessi questa scena in televisione riderei, è tutto così strano, ma allo stesso tempo buffo.

"Siete arrivati!" Esclama una voce femminile.
Una donna, dagli occhi di ghiaccio, avanza verso di noi.

"Eh già! Questa è la mia famiglia."  Afferma appena mettiamo piede in casa.

La sua famiglia, pff!

"Piacere Morena." Mi porge la mano, che afferro un po' titubante.

"Carlotta."

"Mi parla spesso di te, sai?" Mi sorride e, non posso negare che il sorriso di questa donna fa sorridere anche me.

"Veramente?"

"Sì, dev'essereun bel rapporto il vostro!"
Poso le mie iridi, che infondo sono le stesse delle sue, sulla sua figura. E, mentre lo guardo dritta negli occhi, sembra che io ritorni bambina..
Sembra che rutorni a quando mi portava al parco giochi sotto casa, quando mi spingeva per farmi volare sull'altalena, quando giocava con me a pallone, quando mi comprava il gelato, quando mi portava al mare, quando, la sera, andavamo al bar a prendere dei gratta e vinci.
Scuoto la testa e abbasso lo sguardo.

"Vi faccio vedere le stanze." Prende parola Matteo.
Avanziamo, in prodigioso silenzio, verso un corridoio che sembra quasi senza fine.

"Questa è la tua stanza, Carlotta." Afferma aprendo a chiave una porta.

"Più tardi, se vuoi ti porto a fare shopping.."

"Vado da sola." Affermo osservando la camera, che sarà mia per una settimana.
È abbastanza grande, mi piace. L'arrdamento è semplice, ma carino. Le lenzuola del letto sono fresche e si abbinano perfettamente con i muri, che sono tutti ghiaccio, tranne uno che è lilla.
Avanzo verso il balcone e noto che è comunicante con un'altra stanza. Nonostante la mia curiosità, non metto piede in quella camera, per educazione.
Mi fermo ad osservare il panorama godendomi il tramonto.

"Chi sei tu?" Una voce maschile, mai sentita in vita mia, mi fa sussultare.
Mi volto, dando le spalle al sole, e davanti a me c'è un ragazzo piu alto di me di qualche decina di centimetri, dalle spalle larghe e dalle braccia tatuate.  Presuppongo che sia il figlio di Morena dato che ha gli stessi occhi suoi.

"No, chi sei tu!" Affermo, facendo sembrare la mia domanda un' esclamazione.

"Ah, giusto! Sei la figlia di Matteo." Sbuffa.
Alzo gli al cielo e faccio retromarcia, entrando in camera.

Non voglio più sentir parlare quel ragazzo dalle spalle larghe di cui non so il nome, e tanto meno mi interessa.
Raggiungo il soggiorno e, seppure mi ero ripromessa di non scambiare parola con Matteo, purtroppo lo devo fare.

"Matteo." Attiro la sua attenzione.

"Chiamami papà. -Mi sorride.- Dimmi."

"Dove si trova il bancomat più vicino?" Domando.

"Ti accompagno?"

"No no, tranquillo!"

"Va bene, hai presente il supermercato vicino casa?"
Faccio cenno di no.

"Si trova, sulla destra a più o meno a tre isolati da qui."
Annuisco e lui continua.

"Ecco, la banca è lì difronte."

"Okay, grazie." Ringrazio prima di uscire di casa.
Cammino a passo spedito tra le strade di Modena, cercando il supermercato di cui mi parlava.
L'aria è leggermente fresca e la brezza leggera, che mi accarezza la pelle, è piacevole, molto probabilmente prima che noi arrivassimo è piovuto.
Un'auto bianca mi sfreccia accanto, prendendo una pozzanghera in pieno, schizzandomi tutta l'acqua addosso.

"Brutto cafone." Sussurro maledicendo il proprietario dell'auto, mentalmente.

Spazio autrice
Ehii
Come state?
Tutto bene?
Io sì!

Ecco a voi il terzo capitolo di "E se tu fossi la mia persona?"
Spero vi sia piaciuto, se si lasciate una stellina e, se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate con un commento!

Al prossimo capitolo, ciaooo

Scusate gli eventuali errori

E se fossi tu la mia persona?||FEDERICO ROSSI||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora