-Pessime Notizie.-Come di consueto, Jane, sarcastica e cinica primogenita di Villa Crawford scende le scale in tutta fretta, dirigendosi verso il salone, in ritardo.
-Maledizione!-
Ringhia, tirando con forza il vestito che le si è impigliato in un candelabro.
Ottenendo la caduta di esso, la candela a pezzi e la stoffa strappata.
-Dannato te e chi ti ha messo qui.-
Sibila, raggiungendo trafelata il luogo dove i suoi famigliari stanno svolgendo la cena, pensierosa.
I libri della sorella, che ha consultato dopo il breve diverbio con il principe Kotler parlavano tutte di medicina e le pagine da lei studiate recentemente (quelle che Jane ha segnato con I fermagli) trattano sintomi della tubercolosi.
Che qualche sua viziata amica tema di avere il malanno?
Oh, quanto spera Jane che sia Annabeth l'inferma in questione!
Con tali quesiti ancora in mente prende posto a tavola, accanto al padre, di fronte a lei la matrigna la osserva acidamente e al suo fianco Catherine e il fidanzato si scambiano ridicole, a suo modesto parere, effusioni, Kotler li osserva a sua volta annoiato, un cipiglio infatti occupa il suo bel volto.
Non appena la strega dell'ovest apre le labbra, dipinte di rubino nonostante i suoi gentili incoraggiamenti a smetterla di sembrare una prostituita, Jane si prepara a mantenere la calma, afferrando un calice di vino bianco.
-Jane, è molto difficile per te giungere a cena in orario per una sola volta? Non vuoi che i domestici vengano a disturbarti ma ciò comporta la tua autonomia nel scendere nel giusto tempo. Per di più oggi che abbiamo ospiti, il cibo si sarà probabilmente freddato!-
Assume un'espressione melodrammatica, neanche avesse picchiato Kelly, il suo orrido barboncino ringhioso.
Tutto la padrona, insomma.
-Ed è un mio problema perché?-
Ribatte tagliente, mangiando un boccone di patate, che risulta addirittura bollente!
-Amore, Jane sta nuovamente assumendo quest atteggiamento oltraggioso nei miei confronti!-
Starnazza la gallina, ottenendo uno sguardo disperato da parte del compagno.
Kotler, appura la giovane, le scambia un occhiolino contornato da sorriso divertito, quando lo osserva per un secondo.
-Jane, smettila. Oggi è una triste giornata per noi. Dobbiamo darti un annuncio.-
-E guarda caso sono l'unica all'oscuro, viste le vostre faccine piegate in smorfie più musone del solito, che novità!-
Ribatte quella, guardando con stizza il genitore, prima di bere un'altro sorso di acquavite.
-Non voglio illuderti con premesse o preamboli, so che preferisci le persone dirette: tua sorella, a causa di una serie di sfortunate coincidenze, tra cui la febbre che l'ha tenuta a letto tre mesi, questo inverno, ha la tubercolosi.-
Si trattiene dallo sputare il liquido che ha in bocca sulla compagna del padre, nonostante non si pentirebbe affatto del gesto.
Deglutisce, prima di puntare gli occhi sulla gemella che, tra le braccia del principe sembra effettivamente più fragile del solito.
-È di questo che parlavi nel tuo diario? Da quanto lo sapete? Pensavate che non potessi capire! Come se fossi nata ritardata!-
Sibila iraconda, mente Catherine strabuzza gli occhi.
-Hai preso il mio diario?-
Replica, scandalizzata.
-No, le mie mani sono possedute e l'hanno rubato senza che mi accorgessi!-
Risponde sarcasticamente, una risata amara lascia le sue labbra.
Nessuno può notare il suo immenso turbamento a causa della notizia.
-Non avresti dovuto permetterti, Jane!-
Si altera la malata, fulminandola con lo sguardo.
-Se ti degnassi di parlare con me, nonostante non sia ai tuoi livelli intellettuali da come mi dipingi in quelle pagine, sua maestà, non ne avrei avuto la necessità, non penserai che abbia interesse verso i tuoi sfoghi da bambina!- Inveisce su di lei, frustrata, tentando di alzarsi.
-Non adesso, dobbiamo ancora terminare il discorso.-
Adam Crawford le blocca il polso e non può far a meno di risedersi, sconfitta.
-Da quanto lo sapete?!-
Domanda di nuovo, con un tono che non ammette repliche.
-Un mese, tutti tranne Kotler, ovviamente.-
-Un mese.-
Ripete la giovane, la voce le viene a mancare, e si ordina di ricacciare indietro le lacrime, indossando una maschera di freddezza e disinteresse che è solita utilizzare quando viene ferita.
-Un mese! Quella ormai passa a miglior vita e io non sapevo neppure fosse malata. E il suo bello è stato informato prima di me!-
Grida, puntando un dito verso il malcapitato che sussulta al suo sguardo di fuoco.
-Tu! Non hai alcun diritto più di me! Hai capito bene? Non sei nemmeno legato a questa maledetta famiglia per ora! -
Si rivolge direttamente al principe che sbianca come un cencio.
-Calmati! Stai agitando Cathy, le fa male.-
-Nome davvero azzeccato padre!
Ora dovremo tutti sussurrare per non turbarla, come i personaggi di "Cime Tempestose" nei confronti di quella viziata pecora imbecille di "Catherine Earnshaw."-
Nonostante continui con il suo sfogo abbassa notevolmente la voce, prendendosi la testa fra le mani.
-Tuttavia c'è dell'altro.-
Annuncia Annabeth, un lieve sorriso nel vedere la sua nemica tanto adirata.
-Oh Dio, si ti prego annuncia tu la prossima disgrazia, non potrei essere più felice di così.-
Ringhia, puntando gli occhi azzurri in quelli verdi della donna.
-Tua sorella la prossima settimana dovrà presiedere a un'evento nella scuola privata più prestigiosa del paese, si terrà in una biblioteca, lei dovrebbe presentare un libro. Tutti gli inglesi stravedono per la loro incantevole principessa, non possiamo presentarla così, scarna e pallida, anche i suoi capelli hanno perso lucentezza.-
Un terribile presentimento si fa spazio nella primogenita mentre un brivido scende presto lungo la sua schiena.
-Dovresti sostituirla.-
Termina la megera, aprendosi in sorriso che non si preoccupa più di celare.
-Jane, questo solo in caso non riesca ad avere abbastanza forze, ma non preoccuparti, io...-
Cerca di spiegare Catherine, in una patetica scenetta per scusarsi.
La interrompe furiosamente, non urla più, nonostante il messaggio arrivi ugualmente forte e chiaro alla malcapitata come uno schiaffo.
-Chiudi il becco, non puoi capire!-
Continua a tenere lo sguardo inferocito sulla portatrice di tale notizia, prima di spostarlo verso il padre.
-Non lo farò. Se teniamo tutto all'oscuro, in caso di una disgrazia partirebbero le peggiori teorie cospirative, ricordi quando Jasper prese una stupida febbre per aver galoppato fra la neve tutto il giorno? Dissero che zio l'aveva avvelenato, visto un accesa discussione che avevano avuto pubblicamente dei giorni prima. Diranno che l'ha uccisa la tua amabile fidanzata, anche se sarebbe piuttosto plausibile.-
L'uomo le riserva uno sguardo di ghiaccio, e si rivolge lei con una freddezza mai attuata prima nei suoi confronti, causa la gomitata da parte della sua donna, che Jane non noterà mai, purtroppo.
-Ormai è stato così deciso, questa settimana sarai seguita da un educatore, oltre che da tua sorella per apprendere i suoi usuali atteggiamenti.-
Nessuno può più tenere ferma la giovane che prima di schizzare in camera sua li maledice tutti con un poco gentile:
-Andate al diavolo!-

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Principessa Jane
General FictionDiciannovesimo secolo, anno 1847. I Crawford sono membri di un casato reale, il capostipite primo in linea di successione alla corona inglese. La sua rispettabile famiglia, composta dalle figlie Jane e Catherine e dalla nuova compagna Annabeth, è sp...