Capitolo VII

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Sono passati due giorni dalla riconciliazione di Jane con la sorella, tuttavia quest ultima sembra peggiorare ogni istante e tutti a corte sono terribilmente preoccupati.
La loro contea, la più potente e famosa di tutta l'Inghilterra, grazie anche al dominio del principe su di essa sta passando un'ottimo periodo.
Le tecnologie industriali si stanno evolvendo fino a giungere ad una vera e propria rivoluzione, i campi e terreni fertili sono rigogliosi e il sorriso della principessa Catherine sembra animare ogni cuore, fino al mese prima.
I mormorii della gente giungono frettolosamente alle orecchie del re che decide quindi di velocizzare la trasformazione di Jane nella sorella, affiancandole un tutore per gran parte della giornata e trasferendola momentaneamente con Catherine e con i principi nel palazzo reale di suo padre, re Edgar.
Tuttavia, tale scelta, non da affatto gioia alla primogenita.
-Et voilà, cacciate da casa nostra.
Il prossimo passo? Le segrete?-
Grida infatti ella, sporgendosi dalla carrozza per fulminare il padre e Annabeth, sull'uscio del maniere a salutare.
-Torna dentro Jane! Non butterai all'aria diciassette anni di piani per tener segreta la tua nascita in qualche secondo!-
Replica quello, ordinandole duramente di rientrare nell'abitacolo.
-D'accordo, non farti venire un malanno. Annabeth, spero che al mio ritorno il tuo corpo non sarà composto come ora da acqua e antipatia!-
Urla in conclusione la principessa, prima di salutare con la mano, un sorriso irrisorio in volto.
-Oh mio Dio, chiedo venia ma datemi tregua.-
Sussurra disgustata nell'osservare Catherine e Hans scambiarsi svariate effusioni e sorrisini smielati.
-Dubito che la smetteranno.-
Le sibila Kotler, infastidito a sua volta.
Ella si volta verso di lui, seduto al suo fianco, sorridendogli.
Passata appena un'ora i giovani viaggiatori sono giunti al castello
e dopo avergli concesso il tempo di rifocillarsi il re e la regina richiedono la loro presenza nella sala del trono.
-Buongiorno, miei cari. Il viaggio è andato per il meglio? Oh, Hans e Kotler Kaiser, come si sente vostra madre?-
Saluta educatamente quella, un sorriso gentile sulle labbra.
-Salve, sua maestà, il viaggio si è compiuto senza intoppi e nostra madre è quasi guarita completamente, vi ringrazio per l'interesse.-
Hans si piega in un grazioso inchino verso la reale e il fratello lo imita portandosi velocemente al suo fianco, allontanandosi da Jane con la quale stava allegramente conversando precedentemente.
-E voi, mie adorate nipoti? Suvvia, venite a darmi un'abbraccio e a baciarmi le guance!-
Ordina allegramente Re Edgar, alzandosi dal suo trono, mandando all'aria il protocollo e guadagnandosi un'occhiata ammonitrice da una delle sue guardie del corpo.
Nemmeno un bambino in un negozio di dolciumi può essere felice quanto lui in questo momento, mentre avanza a piccoli passi verso le giovani che si protraggono a loro volta.
-Oh nonno, ci siete mancato! Come vi sentite?-
Domanda Catherine, mentre l'uomo la stringe in un abbraccio.
-La mia salute in questo momento è piuttosto precaria ma sono tanto felice di vedervi da dimenticarlo!-
Sussurra gaio, un sorriso euforico sul suo volto segnato dal tempo.
-Buongiorno!-
Saluta in seguito Jane, baciando le guance del re mentre lui ricambia il trattamento riservato alla sorella.
Improvvisamente la porta della sala del trono viene aperta, attirando l'attenzione dei presenti e della regina, impegnata a informarsi dell'amica con i principi tedeschi.
Un'uomo alto, dal fisico atletico inizia a camminare elegantemente sul tappeto rosso che conduce al rialzo in marmo sulla quale sono poste le sedute dei reali, affiancato da una donna con la sua medesima grazia.
Egli indossa una camicia bianca in lino, i gemelli dorati sui polsi luccicano sotto la luce dei lampadari di cristallo, il suo smanicato è in pelle nera, abbellito da svariati dettagli grigi e le sue gambe toniche, che avanzano sicure lungo la navata sono fasciate da pantaloni di seta del medesimo colore, indossa inoltre degli stivali, i capelli biondi e ricci sformati lievemente dal cappello marrone che tiene in mano, gli occhi azzurri puntati verso gli ospiti.
La donzella invece li ha di un intenso marrone, i capelli del medesimo colore del Lord le ricadono sulle spalle in luccicanti e folti boccoli, il suo corpo magro fasciato da un vestito dalla gonna in pizzo sui toni del giallo.
Entrambi risultano estremamente carismatici, quasi intimidatori agli occhi dei presenti.
Tutti tranne quelli di Jane.
-Jasper, Rosalie.-
Annuncia quella in modo da presentarli, mentre la raggiungono.
-Loro sono Kotler e Hans Kaiser, principi di Germania. Rosalie e Jasper Crawford, i figli di mio zio Albert.-
-Piacere, signori.-
Rosalie avanza verso il biondo, porgendogli la mano che egli non esita a baciare.
-Piacere nostro.-
Replica, accennando un sorriso.
Anche Jasper avanza verso Hans, presentandosi a sua volta.
-Cugine, ho convinto Jasper ad interrompere la sua cavalcata per accogliervi, non sono stata un tesoro?-
Domanda sarcasticamente Rosalie, aprendosi in un sorriso caloroso quanto quello dei nonni.
-Proprio un'amore.-
Commenta Jane, con un'espressione contenta in viso.
-Potrei mostrare i giardini del palazzo ai principi e accompagnarli in una cavalcata.-
Propone il cugino, osservando re e regina.
Essi acconsentono, mormorando quanto generoso sia il loro pupillo.
Successivamente i tre uomini lasciano la stanza, diretti nelle scuderie.
-Anche Jane e Cathy avranno certamente qualcosa da raccontarmi, le conduco nelle mie stanze, sempre che il mio gemello non abbia intenzione di sequestrare Jane come l'ultima volta in cui ci siamo visti.-
Commenta Rosalie, ottenendo una risata divertita da tutti i presenti, prima di condurre le cugine dove aveva promesso.

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