Capitolo due- Elettra

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Non ho mai avuto paura del fatto che Ermal avesse tutte le ragioni di andare dalla polizia per denunciarmi. Il motivo? Mi ama, ovviamente. Ma ancora non lo sa. è insicuro e indifeso e deve ancora capirlo, ultimamente spero più del solito che accada in fretta, sono stanca di rimandare continuamente il nostro matrimonio. Alcune volte vorrei proprio abbracciarlo, il mio caro Ermal, mi fa così ridere quando interpreta la parte della superstar per bene che odia l'eccessiva insistenza di una sua fan. Trovo ancora più comiche le sue minacce di denuncia. Ma dai! il mio amore non avrebbe coraggio di gettare in pasto ai poliziotti la sua anima gemella. Io e lui siamo proprio anime gemelle. Ci somigliamo così tanto. Lui che dice di disobbedire e io che mi ribello. Ho appreso la teoria della disobbedienza ancor prima che lui la esponesse. Io lo penso e lui lo canta. Lo ringrazio, per avermi dato la forza di infrangere le regole, per ritagliarmi quello spazio in più di felicità. Se le regole ci impediscono di essere felici, perchè rispettarle? Lo ringrazio ancora, per tutte le volte che mi ha fatto capire che il coraggio non è mai troppo, che se vuoi una cosa la devi solo prendere o a volte conquistare. Per questo lui mi ama per forza, è stato lui che ha dato carburante a tutte le mie azione azzardate, anche nei suoi confronti.

Rientro a casa che mia madre ancora dorme, la toppa nella serratura è scattata con lentezza, ho aperto la porta e la luce dell'androne del palazzo si è riversata nell'ingresso. Mi sfilo le scarpe, sento di portare con me l'odore di notte e lo poggio con giacca sullo schienale della sedia. La mia camera è tanto intatta che pare che io ci manchi da anni- è solo che in casa ci sto così poco, sono così intollerabili le pareti domestiche..

Mi infilo a letto senza svestirmi, senza scoprirlo neppure; Tra meno di qualche ora mi dovrò alzare e..

"Elettra" la porta della camera viene socchiusa, un'ombra fa capolino, ombra che ha tutto l'aspetto di essere mia madre "Perchè continui a rientrare così tardi?"

Mia madre è l'unica persona che vive con me, l'unica con cui vorrei davvero vivere. Mio padre c'è e non c'è. E' un fantasma visto di sbieco che quando non c'è, è una benedizione ma quando c'è, è peggio di qualsiasi scongiuro. Non so che vita faccia, presuppongo un lavoro che lo costringe, da che io mi ricordi, a stare via per periodi lunghi mesi e a fare apparizioni di qualche settimana in cui consuma violenze inaudite. La piccola Elettra è cresciuta nell'ala protettiva delle sue prepotenze, non c'è da stupirsi se adesso è spesso definita ragazza difficile.

la voce materna vibra solo di stanchezza, dopo i mille fragori di rabbia che in questo periodo mi ha piombato addosso. Faccio finta di non sentirla, mi giro dall'altra parte, crollo di sonno qualche attimo dopo.

Frequento l'ultimo anno del liceo classico a cui probabilmente sopravviverò col massimo dei voti. La mia strategia per non morirci: minimo sforzo, massimo risultato- il che vuol dire benchè minima cosa, considerando che il mio QI mi permette di conseguire il massimo senza che io faccia praticamente nulla. Il problema di tutti sembra essere la mia condotta- il mio problema è che tutti si fermano alla mia condotta. Sono molto di più di una discola, è che nessuno se ne accorge. Confido lo farà Ermal, presto o tardi, i suoi occhi vedono più in là di qualsiasi altro.

Mi avvio verso scuola con addosso un insolito buon umore, ripenso alla faccia assonnata e irritata del mio divo preferito. Ma si gela il sangue quando noto, ferma davanti all'ingresso di casa, il suv arrogante di mio padre.


___spazio tipe che scrivono__

Ecco Elettra! E' un caratterino tosto e difficile, che sicuramente imparerete a conoscere e speriamo ad amare. Fateci sapere,

un bacio


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