Capitolo Diciotto - Elettra.

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Credevo che al mio ritorno a casa mia madre mi avrebbe ucciso, lo temevo anche quando ho attraversato l'uscio della porta lasciando che il ''dove sei stata?'' preoccupato di mia madre mi trapassasse.

Ma la mamma è sempre la mamma, si sa.

Le è bastato uno sguardo per capire che nel mio buonumore si nascondeva un uomo. Da lì in poi mi è sembrata stranamente più calma e mi ha rivolto un semplice '' vedi di non fare cavolate.''

Ora sono nella mia stanza, aspettando che si mobiliti la situazione. Ermal non si è più fatto sentire e io sto dando di matto. Non è ancora il mio fidanzato, ok. Ma sono gelosa. Terribilmente gelosa. Che poi, la mossa di dirmi che oggi passerà la giornata con una sua amica non è stata per niente furba. Provo a chiamarlo un'infinità di volte al cellulare - dopo che ho provato malamente a rubare il suo numero, lui si è addolcito e me lo ha dato di sua spontanea volontà- ma senza successo. Così la mia mente parte alla ricerca di una motivazione della sua scomparsa. Magari ha avuto un imprevisto. Magari sta male. Magari è morto. Avrei preferito sicuramente una di queste possibilità rispetto al terribile dubbio che potesse già avere un 'altra. Mi convinco gradualmente che è l'unica ipotesi plausibile, quella che più temo. Ma sì, con la facilità che ha Ermal di attrarre ragazze. Mi sta tradendo. Mi sta tradendo con un'altra delle sue fan puttane. Eh ma gliela farò pagare. Innanzitutto troviamo questa mignotta. Avviso mia madre della mia successiva scomparsa e sparisco dietro la porta dopo un sospiro da genitore disperato. Dopotutto, è un giorno intero che non sento Ermal, sarà pur arrivato il momento. Prendo al volo l'autobus che mi parcheggia a qualche metro dall'entrata di casa di Ermal, ma io sono intelligente, e so che un superdivo come lui non può entrare dall'ingresso principale, così mi fiondo davanti a quello secondario. Mi sistemo nascosta dietro una siepe con il rischio che mi scambino per pazza o per stalker. Controllo l'entrata come se fosse una bomba pronta ad esplodere e aspetto che Ermal rientri dal lavoro. Dopo un via vai continuo di gente apparentemente indaffarata, vedo il mio sposo avanzare dal fondo della strada mezzo nascosto tra occhiali da sole e cappello. Forse crede di essere riconosciuto di meno. Sono sicura che Ermal stia aspettando qualcuno. Sono sicura ch e ci deve essere un'altra che dopo il lavoro lo cerca come me.

Quando Ermal sta per arrivare illeso al portone di casa viene bloccato da un paio di ragazze che a parer mio sono degli ormoni viventi. Una per poco non piange e l'altra ne approffita per abbracciarlo. Cerco di contenere la rabbia alle mie ipotesi che si affermano piano piano. Mi sistemo meglio dietro le piante in modo da godere di una visuale migliore. Ermal si è fermato a parlare con loro, e maledico il fatto di non poter ascoltare la loro conversazione. Staranno sicuramente proggetando il loro appuntamento. Quando Ermal scribacchia qualcosa su un foglietto di carta per poi restituirlo alle sue fan, penso che ovviamente lui stia dando il suo numero. Non sospetto neanche che si tratti di un semplice autografo. Quando Ermal entra in casa, ignaro della strage che sto per compiere, io salto fuori dal mio nascondiglio e mi affretto a trattenere le due giovani. Sono tutt' e due bionde con gli occhi chiari peggio di barbie e emettono risolini inutili. Quando mi vedono avanzare nella loro direzione non ridono più e tentano addiritura di guardarmi male. AHAHAHAHA. Povere sprovvedute.

''Ragazze,quello è Ermal Meta vero?'' chiedo.

loro ridono ancora e sembrano psicopatiche. Le odio.

''Sìììì, oddiiio. Anche tu sei una sua fan?! Noi lo amiamo.''

Cerco di indagare più a fondo.

'' è proprio bello, vero?'' fingo di essere al loro livello.

Mi rispondono in maniera stupidamente sincera, anche troppo, direi.

''Oh, sì. è così sexy, con quei pantaloni aderenti, poi. Alcune volte vorrei strapparglieli di dosso!"

Colpo basso, ragazzina.

''Bene.'' Sono pronta a sganciare la bomba.

'' Ti spiego subito questa reazione istintiva che tu reprimi. è dovuto al fatto che sei una zoccola. Anzi siete due zoccole. E dovete stare lontane dal mio fidanzato. Anzi, posso darvi un consiglio? la prossima volta non esagerate con le risate per sembrare delle fan innocue. Si vede lontano un miglio che siete due cagne.'' Faccio per andarmene con il cuore pieno di soddisfazione, quando mi arriva un'inaspettata risposta. La più alta delle due barbie prende la parola.

''Ma come ti permetti? Cagna ci sarai tu! Anzi tu sembri proprio un topo. Sì Sì. Un topo.''

Il mio bracci si muove da solo e do un pugno capace di spaccare la roccia. Lo sferro diritto diritto in faccia alla bella bionda. Il passo è breve per scatenare una delle risse più feroci ma anche più facili alle quali abbia mai partecipato. Temo di averle mandate tutt'e due all'ospedale. Anzi, lo spero.

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