22 - Come to my arms, my beamish boy!

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Erano le due di notte quando Keichi ricevette una leggera gomitata sul braccio.

Sussultò a quel contatto improvviso, ma comunque in un primo momento pensò di fare semplicemente finta di nulla. Dopotutto su quel letto a due piazze ci stavano dormendo in cinque, era inevitabile che ogni tanto qualcuno si agitasse nel sonno e finisse addosso a chi aveva accanto.

Le gomitate però continuavano, facendosi via via sempre più insistenti.

Se si fosse trattato di Kazuto, Shun o Akane, non avrebbe avuto un solo attimo di esitazione a tirare un calcio alle sue spalle o a voltarsi per intimare allo scocciatore di turno di darsi una calmata.
Però era impossibile che fosse uno di loro tre, dato che stavano dormendo nell'altra stanza, insieme alla Duchessa e a Souchi.
Su quel letto infatti, oltre ovviamente al rosso, c'erano Bunko, Baiko, Ritsu e la Cuoca.
In pratica tutti completi sconosciuti, motivo per il quale il ragazzo si sentiva così a disagio, non riuscendo neanche a trovare un modo per uscire da quella situazione.

E Tweedledee si stava ancora chiedendo chi fosse a dargli tutte quelle gomitate, ma soprattutto come fare a farlo smettere, quando di punto in bianco gli arrivò un pizzicotto.

- Ehi! -

Sussultò, ribaltandosi sull'altro fianco per poter vedere chi fosse lo scocciatore.

- Finalmente ti sei voltato. -

Sbuffò Ritsu, distesa a pancia in giù accanto a lui, parlando in un bisbiglio.

- Che... Che succede? -

Chiese Keichi strabuzzando gli occhi, ancora più confuso ora che sapeva di essere stato disturbato di proposito.

- Niente. - Rispose Baby, per poi, nel notare che il ragazzo era già pronto a voltarsi nuovamente dall'altra parte, affrettarsi ad aggiungere: - Mi stavo solo chiedendo perché fossi sveglio. -

- Dopo tutte quelle gomitate e il pizzicotto finale, come avrei potuto non esserlo? -

Replicò il ragazzo.

- Ma che dici, io non ti ho svegliato. - Sospirò la donna, alzando brevemente lo sguardo al cielo. - Lo so benissimo che questa notte non ti sei proprio mai addormentato. -

A quella rivelazione il ragazzo sgranò lentamente gli occhi, non sapendo come ribattere.
In mezzo a quell'oscurità non riusciva a distinguere il volto di Ritsu, eppure si sentiva il suo sguardo addosso, o meglio, i suoi occhi fisso nei propri, come se stessero cercando di guardargli dentro.
E la cosa ancora più strana era che, benchè si fossero conosciuti solo sera prima e non si fossero mai rivolti la parola fino a quel momento, per un istante il rosso ebbe come l'impressione che ci fosse davvero riuscita.

- E poi... - Riprese la donna, abbassando ulteriormente la voce. - Mi sono accorta che stavi piangendo e mi sono preoccupata. -

All'udire quelle parole, quasi involontariamente la mano del ragazzo corse al suo viso, rendendosi conto con un sussulto di avere ancora gli occhi umidi.
Eppure era impossibile che lei se ne fosse resa conto, essendo tutto buio.

- È stato solo un presentimento, in realtà. A dirla tutta non ho sentito, nè visto proprio nulla. Però ciò che hai appena fatto mi ha dato la conferma definitiva. -

Nello scoprire di essersi tradito da solo, Keichi ebbe la tentazione di allontanare subito la mano dal viso, ma alla fine la lasciò lì, dopotutto ormai il danno era fatto.
Così semplicemente rimase fermo e in silenzio, in attesa di scoprire cos'avesse da dirgli la donna.

- Non voglio chiederti perché stessi piangendo, anche perchè dubito che mi risponderesti... Ma il fatto è che ho avuto come la sensazione che in questo momento noi due ci troviamo nella stessa situazione. -

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