A volte, basta un attimo. Un attimo, un gesto, fatto d'istinto, all'improvviso, senza ragionarci più di tanto. Ma è proprio quel gesto, in quell'attimo, che riesce a stravolgere completamente la situazione. E il bello è che, in quell'attimo, non te ne accorgi neanche di quello che sta succedendo.
Quel giorno ero persa tra i miei pensieri, nella sala di danza, aspettando che Mina arrivasse per la nostra seconda lezione. Il rumore della porta che veniva aperta mi fece ritornare alla realtà, e sul mio volto si formò un timido sorriso alla vista della ragazza che, fino a quel momento, aveva occupato i miei pensieri.
Era l'unica cosa a cui riuscivo a pensare.
Ma lei, appena entrata nella stanza, aveva subito evitato il mio sguardo, fissando il pavimento, senza neanche salutarmi. Si posizionò davanti allo specchio, per raccogliersi i capelli in una coda, e solo in quel momento potei notare la sua espressione seria, che fece subito spegnere il mio sorriso.
«Okay, possiamo iniziare.» disse dopo poco, con uno strano tono di voce. Quasi come se stesse cercando di sembrare indifferente, il più distaccata possibile. Ma dalla sua voce trasparì un po' di incertezza, quasi preoccupazione. Stava cercando di prendere le distanze da me? Ma perché avrebbe dovuto farlo?
Fu difficile mascherare la mia espressione confusa, mista anche a delusione: era una persona completamente diversa rispetto a quella che avevo incontrato la prima lezione. Mi posizionai davanti allo specchio, a debita distanza da lei, per non disturbarla, provando così a far finta di niente.
I nostri sguardi non si incrociarono nemmeno una volta: non mi guardò mai dritto negli occhi, neanche quando mi rivolgeva la parola per correggere qualche mio errore. Mi sembrava che la mia presenza la stesse mettendo a disagio, come se in quel momento non volesse essere lì con me.
Fu forse l'ora più lunga e imbarazzante della mia vita. Continuavo a ripetermi che sicuramente non era per colpa mia, forse le era successo qualcosa. E la tristezza si trasformò in preoccupazione: cosa le era potuto succedere?
Alla fine dell'ora ci ritrovammo sedute per terra, schiena contro il muro. Come la scorsa volta. Senza scambiarci una parola, neanche uno sguardo. Lo stereo era spento, e quel silenzio scomodo e imbarazzante mi stava quasi iniziando a infastidire. Fu in quel momento che, non so come, decisi di mettere da parte la mia timidezza.
«Uhm» mi schiarii la voce, e sospirai leggermente, sperando che, per una volta, non avrei balbettato. «Tutto bene?» chiesi, cercando di sembrare il più naturale possibile, ma fui tradita dalla mia voce tremante.
Mina si girò verso di me, guardandomi negli occhi, per la prima volta da quando eravamo in quella stanza. Mi voltai anch'io, osservando il suo volto sorpreso: forse non si aspettava che le facessi questa domanda. Forse non si aspettava che avessi il coraggio di parlarle.
Beh, se fossi stata in lei, neanch'io me lo sarei aspettato.
«Perché me lo chiedi?» mi chiese a sua volta, dopo pochi secondi di silenzio. Non mi sembrava che stesse cercando di cambiare discorso, forse era davvero interessata a sapere il perché. Ma non ero preparata a rispondere a questa domanda, e quindi restai semplicemente in silenzio, non distogliendo lo sguardo da lei.
Ma, a volte, basta un attimo.
In un attimo, mi ritrovai la sua mano sulla mia guancia. Le sue dita affusolate la percorsero, sfiorandola, per poi fermarsi dietro al mio collo. Sentii il mio corpo ricoprirsi completamente di brividi, ma restai immobile, paralizzata dalle sue azioni. Non riuscivo a realizzare cosa stesse accadendo.
In un attimo, il mio sguardo incrociò il suo. I suoi occhi freddi sembravano sciogliersi, mentre io continuavo a perdermi in loro. E lei si avvicinava, si avvicinava, si avvicinava sempre di più. Ma nonostante ciò, i nostri sguardi non sembravano volersi abbandonare.
In un attimo, sentii il suo respiro colpire le mie labbra. La sua fronte si poggiò delicatamente sulla mia, la sua mano era ancora ferma sul mio collo. Vidi il suo sguardo abbassarsi, e così fece il mio. Si soffermò sulle sue rosse labbra schiuse. Quelle labbra che avevo sempre desiderato, ma che mi erano sempre sembrate così irraggiungibili.
Eppure, in quell'attimo, erano lì, poco distanti dalle mie.
In un attimo, la mia mente allontanò tutte le preoccupazioni. I dubbi, i problemi, sembravano essere spariti, lasciando spazio solo all'agitazione, al pulsare continuo del mio cuore. Batteva così forte che sembrava quasi che stesse uscendo dal petto. E quando la ragione si mette da parte e lascia spazio al cuore, non si può tornare più indietro.
In un attimo, accadde.
Sentii le sue labbra posarsi insicure sulle mie. Il mio corpo si irrigidì, il mio cuore smise di battere, i miei occhi si spalancarono. Ma subito dopo mi rilassai, chiudendo gli occhi, scoprendo così il sapore più bello che avessi mai provato: quello che sarebbe diventato il mio sapore preferito.
Le sue soffici e dolci labbra.
In quell'attimo, il tempo sembrava essersi fermato. In quell'attimo non sarei voluta essere da nessuna parte se non lì. In quell'attimo mi sentii per la prima volta completa, in pace, con l'unica persona che era in grado di farmi stare bene. E nessuno sa quanto avrei voluto che quell'attimo durasse per sempre.
Ma, purtroppo, un attimo non può durare per sempre.
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But it won't turn out well, I'll look back and regret it
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Like A Fool || Michaeng
Fanfiction"Hey sono qui! Proprio dietro di te. E non ho mai avuto il coraggio di raggiungerti." ~Michaeng Fanfiction~ girlxgirl