✿ ✿ ✿Era la prima volta in cui Jimin era rimasto in quella stanza più di un'ora. Si trovava ancora intrappolato con Yoongi.
«Senti Jimin, non puoi sentirti inferiore a qualcuno. Ho visto qualche lato di te. Ciò che mi hai permesso di scorgere. Sembri esser ricco di talenti. Non ho mai visto qualcuno danzar come hai fatto tu quel giorno. É un dono. Sembravi seguire il ritmo della musica con il tuo corpo. Per non parlare del tuo viso. Seriamente? Odio esporre i miei pensieri.
E odio ancora di più il fatto che tu non ti accorga del tuo potenziale.»Jimin si morse il labbro in imbarazzo.
Nessuno gli aveva mai confessato qualcosa del genere e di conseguenza non seppe come comportarsi.
La prima cosa, che gli venne istintiva, fu quella di respingerlo. Il più lontano possibile.«Ma davvero? Mi dica pure altro. La ascolto.» Poggiò una mano sotto il suo mento fingendo d'esser interessato. «Non sarebbe male una dichiarazione d'amore in questo momento, ad essere sincero. Però, non vorrei prometterle alcunché. Ecco, in realtà, non sono molto incline alle relazioni durature, sa?» Ghignò osservandolo.
Yoongi sbuffò alzandosi.
«Bene, continua pure a giocare, moccioso. Chi vuole più aiutarti. Puoi annegare nel tuo stesso mare.»Detto questo si voltò dandogli le spalle e dedicandosi ai fascicoli degli altri pazienti.
«Davvero si è arreso? Pensavo il suo sentimento fosse più forte di così.»
Scherzò pel di carota incrociando le gambe.Per tutta risposta, Yoongi afferrò il fascicolo di Jimin stendendo il braccio fino a raggiungere il cestino, per poi lasciarvi cadere dentro quel fascicolo.
«Ti ho liberato, Park. Puoi andartene senza che nessuno ti obblighi a tornar qui.» Disse semplicemente Yoongi senza alzare minimamente lo sguardo dai documenti che stava firmando.
Jimin si bloccò all'istante.
Non si aspettava un simile gesto. Sentì un vuoto tremendo.
Qualcosa trafiggergli il petto.
E non seppe spiegarsene il motivo.D'altronde, era sempre stato così.
Veniva assegnato ad uno psicologo. Dopodiché, faceva di tutto per farlo uscire di testa affinché abbandonasse di propria spontanea volontà il suo caso.
Eppure..
Jimin si avvicinò silenziosamente al cestino accovacciandosi e raccogliendo il suo fascicolo.
Lo pulì per poi poggiarlo sopra la scrivania di Yoongi.«É il suo lavoro, o sbaglio? Non lasci che un casino come me le distrugga il suo sogno.» Accennò un sorriso quando Yoongi alzò il viso.
«É così, giusto? Lei vorrebbe aiutare la gente, no?»Si accarezzò il retro della nuca in imbarazzo.
«Se è così, non dovrebbe arrendersi facilmente.»
Yoongi chiuse gli occhi sospirando.
«Non definirti mai più un casino. Mi irrita.»Jimin arrossì.
«Devo proprio andare a scuola ora.» Arretrò accelerando il passo verso la porta per poi bloccarsi una volta sentita la voce dell'altro.«Jimin-ah.»
Una volta accortosi di come l'altro l'avesse chiamato, sussultò leggermente.
«Si?» Domandò senza voltarsi.«Ricordati di mangiare.»
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ķ ŏ ʍ ȯ ŗ ė ɞ İ ☼ yoonmin.
Fanfictionķ ŏ ʍ ȯ ŗ ė ɞ İ: la luce del sole che filtra attraverso gli alberi. «Ero disperso in quella che era la mia vita,un bosco cupo fitto di alberi,e poi arrivasti tu illuminandomi il sentiero e mostrandomi la via.» -19.10 #16 boys. -19.12 #11 soft. -31.0...