Chapter 29.

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«Cosa significa questo?» Sbottò Yoongi irritato indicando con lo sguardo la valigia che stava all'ingresso mentre incrociava le braccia al petto.

«Dovrò cercare un altro alloggio, anche se penso di partire, a dir la verità. I soldi che mi ha lasciato mia madre dovrebbero bastarmi per sopravvivere all'estero.»
Jimin si avvicinò sedendosi su quella che sarebbe stata per l'ultima volta la sua poltrona.

I ricordi lo assalirono con violenza.
I loro battibecchi.
Il loro primo litigio.
Il giorno in cui si ubriacarono.
Il loro primo bacio.

Tutti quei baci rubati..
Stranamente, non avevano mai perso il loro effetto. Continuavano sempre a sorprenderlo.

Ripensò alle volte in cui abbassò le difese permettendo solo agli occhi di Yoongi di intravedere il suo cuore.

O le volte in cui lo abbracciò.
In quei momenti sperava davvero che non scappasse dalle sue braccia eppure, per ironia della sorte, era costretto lui a scappare in quel momento.

«C-che intendi dire?» Iniziò ad andare in panico il maggiore, non comprendendo come dovesse agire. Stava succedendo tutto così velocemente.
«Non è manco passata quella fottuta settimana che ti ha dato di tempo!»

Jimin sorrise intenerito alla sua vista.
Adorava quando il maggiore si preoccupava per lui. Ma forse, aveva esagerato. Doveva lasciarlo andare. Allontanarlo dal casino che era la sua vita. Se ancora si potesse definire tale, ovviamente.

«Non osare sorridere in quel modo, cazzo. Non comportarti come se fosse un addio, bastardo.» Yoongi si passò una mano fra i capelli. Quel ragazzino lo stava mandando su di giri e non erano passati nemmeno cinque secondi. Ed il fatto che non sapesse interpretare le motivazioni delle sue stesse azioni, lo mandava ancor di più fuor di testa.

Perché ti stai comportando da ragazzino, Yoongi? È un fottuto paziente.

«Nessuno sa meglio di lei quanto io voglia rimanere qui.» Ammise arrossendo leggermente e una volta accortosene, distolse lo sguardo verso la sua adorata finestra studiando per l'ultima volta il paesaggio che si poteva intravedere oltre ad essa. Quel giorno era così nebbioso e scuro.

«Allora rimani. Rimani qui, con me. Anzi, te lo ordino.» Si morse il labbro mentre andava esaurendo le ragioni che potessero convincere il più piccolo a non andarsene. In quel momento, era davvero lui l'adolescente.

«Non posso più permettermi il costo delle sedute, Yoongi.» Spostò lo sguardo su di lui. «Non ho un lavoro. Non ho nemmeno completato i miei studi. La mia unica possibilità è l'estero. Forse riuscirò a debuttare come ballerino.»

«No. Non puoi, porca troia. Non puoi andartene, lo capisci?» Gridò contro Jimin non preoccupandosi affatto di spaventarlo.
Non gli era sfuggito nemmeno il fatto che il minore avesse iniziato a dargli del tu dopo così tanto tempo e odiava il sol pensiero che fosse a causa della loro imminente separazione.

D'altra parte Jimin si era abituato all'atteggiamento del più grande e sapeva benissimo che qualunque fosse stato il suo umore, non l'avrebbe mai ferito.

«Perché? Dammi un motivo, Yoongi.» Si alzò sfidandolo anche lui.

Il menta si irrigidì sentendosi intrappolato.
Aveva un'ultima motivazione.
Ma forse non sarebbe stata sufficiente.
E questo dubbio, lo portò a rimanere in silenzio divorandolo dall'interno.

«Bene. È stato un piacere, Yoongi.» Jimin gli rivolse un ultimo sorriso portando una mano ad accarezzare lievemente la sua guancia per poi ritirarla, sforzandosi di mantenere il sorriso.

Così, gli diede le spalle e afferrò la propria valigia, annuendo a se stesso come a farsi coraggio.

«Jimin-ah.» Jimin si bloccò prima di varcare la soglia dell'uscita chiudendo gli occhi quasi consapevole di ciò che avrebbe sentito. «Per quanto possa contare, io credo d'amarti.»

Ci fu un tonfo. Jimin aveva lasciato cadere la valigia.

Yoongi quasi si preoccupò di quella reazione, ma prima che potesse ricredersi, il minore si voltò correndo verso di lui saltandogli letteralmente addosso ed avvolgendolo in un abbraccio.

«Certo che ce ne hai messo di tempo, coglione

ķ ŏ ʍ ȯ ŗ ė ɞ İ ☼ yoonmin.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora