"Se non sarai soddisfatto dei miei risultati, allora sarai libero di uccidermi."
L'uomo dai capelli bianchi non poteva fare altro che sperare di evitare di prendere una decisione che col tempo avrebbe potuto dimostrarsi sbagliata.
La CCG non ha fatto altro che darmi la caccia di continuo per mesi, mesi che per causa mia non si sono rivelati altro che spargimenti di sangue.
Ricordo ancora l'espressione sui volti degli agenti mentre gli venivano strappate le interiora.
Il gusto che avevo di uccidere ha provocato innumerevoli carcasse di morti, ma nonostante esistessero persone in grado di spegnermi la vita mi sono sempre sentita come se nessuno avesse mai voluto farlo.
Tuttora non faccio altro che chiedermi come fossero andate le cose se la mia vita avesse avuto fine, forse avrei evitato di soffrire tutto questo tempo.
Sono passati due anni dall'ultima guerra con Aogiri.
In seguito ai fatti accaduti mi sono trovata costretta ad apportare dei cambiamenti sia al mio aspetto esteriore che interiore, agendo in questo modo credevo di poter fare meno fatica ad accettare me stessa, ma non è stato così.
Durante lo scontro persi l'unica persona di cui mi importava davvero in questo mondo caduto in rovina.
I ricordi continuano a riaffiorare nella mia testa non lasciandomi un attimo di tregua, non smettendomi di ricordare la sola cosa che continua a farmi sentire una fidanzata di merda.
Non ho saputo proteggerlo."Akane Suzuya. Da quanto tempo." quelle tristi immagini apparse nella mia mente vengono interrotte da una voce femminile che conosco bene.
"Akira Mado. Ti trovo cambiata. I capelli lunghi ti donano particolarmente" riesco a percepire l'aria di sfida che ci circonda, l'odio presente nei suoi occhi nel sentire le parole di un nemico diventato compagno.
"Se le cose fossero andate diversamente non avrei esitato ad ucciderti. Cerca solo di non causare problemi altrimenti mi vedrò costretta a farlo."
"Il carattere di merda però ti è rimasto a quanto vedo." il sorriso appena uscitomi sul volto sembra averla irritata, forse è per via del suo strano carattere che negli anni passati non siamo mai riuscite ad andare d'accordo.
"Non sono venuta qui per perdere tempo. Forza andiamo." si volta iniziando a fare qualche passo assicurandosi che io la stia seguendo, la si percepisce ovunque in lei la voglia di uccidermi.
"Mi scusi collega, mi potrebbe dire dove siamo dirette?" le chiedo io sfottendola con l'intento di renderla nervosa, se non cerca di spegnermi a parole non è divertente.
"Per prima cosa ti pregherei di rimuovere dalla testa il termine 'collega'. Rispondendo alla tua domanda invece ci stiamo dirigendo verso lo Chateau." sospiro per poi fare un lungo sbadiglio e coprirlo con la mano sinistra, il suo tono di voce è soporifero.
"Chateau?" le chiedo con un espressione confusa ma curiosa allo stesso tempo.
"Ecco. Siamo arrivate." le nocche della sua mano colpiscono la porta un paio di volte mentre la mia attenzione viene catturata dall'abitazione che ho davanti.
"Ehi Akira. Mi fa piacere vederti." si tratta di una voce chiaramente maschile e da quello che sento il ragazzo sembra avere un sorriso sul suo viso, ma i miei occhi devono ancora finire di inquadrare alla perfezione il posto.
"Haise." dice muovendo leggermente il mento indicando con esso la mia posizione.
Haise ha detto?
Il mio sguardo incuriosito finisce su di lui, colmando quella sensazione di vuoto che avevo dentro.
La mia espressione diventa tutta d'un tratto seria nell'osservare la persona che ho davanti.
Alcuni ricordi mi riaffiorano in mente, riportandomi per un attimo indietro nel tempo di due anni."Lui è stato l'unico in grado di riuscire a cambiarmi."
Il mio corpo davanti al suo mentre trasportava quello dell'amico, le lacrime non facevano altro che coprirmi il volto.
Nessuno in seguito all'accaduto si era degnato di capire come mi potessi sentire, a questo mondo se sei un Ghoul allora non meriti di vivere.
STAI LEGGENDO
Tokyo Ghoul:re, tra la vita e la morte.
Fanfic«sai, avresti proprio bisogno di innamorarti» «io, innamorarmi?» «ti vedo sempre così solitaria, non credi che se un ragazzo entrasse nella tua vita ti sentiresti meno sola?» un innocente sorriso le appare in volto, come se sapesse di aver ragione...