Epilogo

1.8K 106 11
                                    

Quel giorno Lauren chiamò la psicologa e le disse quando Camila potesse iniziare ad andarci, e lei le rispose dicendo ogni martedì e venerdì. La psicologa ormai sapeva le condizioni di Camila poichè avesse ricevuto dal dottore dell'ospedale i suoi appunti riguardo le visite che avesse fatto col tempo.
Così Camila iniziò ad andare dalla psicologa e la sua salute migliorò notevolmente, ma soprattutto grazie a Lauren, che riusciva a renderla davvero felice.
Ormai Camila aveva fatto circa quindici sedute e in queste quindici le vennero solo quattro flashback, sempre di sua madre, che le raccontava fiabe, l'abbracciava piangendo sul letto, le cantava canzoncine e le cucinava, ma non le vennero flashback riguardo la padre, ma nonostante ciò la dottoressa disse che ogni cosa avesse il suo tempo e si soffermò a comprendere più le sue emozioni per migliorare il suo stato d'animo e di conseguenza la sua memoria.
- Camz - sussurrò la fidanzata, vedendo come la sua ragazza stesse pensando - Sorridi - aveva in mano una polaroid e Camila era sdraiata sull'erba.
- Cosa?! Ferma! - urlò, ridendo per poi alzarsi e cercare di fermare la sua ragazza, ma quando Lauren fece la foto, Camila fu colpita da un forte flash e la sua testa iniziò a farle male.
- Camila, calmati, respira - si ripetè le regole che la psicologa le avesse detto in caso di un altra ricaduta.
- Camila? - la chiamò Lauren, vedendo come la sua ragazza fosse crollata a terra. La sua voce sembrò lontana.

- Ecco, brava. Sì, mi piace. Così - un uomo stava continuando a fare delle foto - Non muoverti, Camila! - disse, prima di ritornare a scattare altre foto.
La bambina stava piangendo e le lacrime stavano scorrendo sul suo volto.
- Brava, mi piace - sorrise l'uomo - È così bella la fotografia. Puoi immortalare qualsiasi momento -
- Papà, smettila - disse la piccola che era terrorizzata e che cercò di liberarsi dalle corde che aveva attorno ai polsi.
- Shhh - fece un altro scatto - Che bella la fotografia, eh? Immortali i momenti anche se noi siamo mortali -
Il padre era pazzo, senza dubbio.
- È bello vederti così - disse l'uomo, prendendo un taglierino - Soffrire così - iniziò a tagliare la pelle della bambina sulla spalla, facendo un disegno che Camila suppose fosse un cuore.
- Questo sai cos'è? - domandò il padre, ma Camila stava piangendo e non riusciva a rispondere.
- Questo è il tuo cuore adesso - il sangue iniziò ad uscire dalla ferita - Il tuo cuore è spezzato e sta sanguinando - lo diceva come se ne fosse felice - E lo sarà ancora di più fra qualche giorno - l'uomo sorrise - Soffrire è importante -
- Perché fra qualche giorno? - provò a dire la ragazza, nonostante le lacrime.
- Perché sai... la vita è così noiosa - l'uomo si allontanò da Camila - Io e mamma andremo in un posto più bello. La mamma mi odia, sai? Solo la zia mi vuole bene, ma io sono cattivo e lei cerca di non pensarci. Lei crede che io sia ancora il suo fratellino di dieci anni -

- Camila, Camila! - urlò Lauren, risvegliando la ragazza dal trance - Che hai? Camila... - i suoi occhi lacrimarono.
Camila scoppiò a piangere e si guardò la spalla. Un cuore, che non aveva mai notato, quasi del tutto sbiadito, era ciò che vide.
- Mio padre... no, quella merda - sembrò fuori di testa, si stava per tirare i capelli - È un pazzo - disse soltanto - Mi torturava solo per farmi delle foto -
- Torturare? - domandò Lauren, volendo i dettagli.
Camila si sedette sull'erba e cercò di cacciare le lacrime, ma non ci riuscì.
- Non lo so, Lauren, ma mi ha tagliato la spalla solo perché ne trovava gusto -
Lauren sgranò gli occhi, e guardò il posto menzionato e facendo attenzione si rese cose che avesse ragione.
La ragazza dagli occhi verdi si sentì quasi in colpa pensando che il flashback fosse avvenuto a causa del selfie che Lauren stesse facendo a Camila.
- No, non è colpa tua - disse la ragazza dagli occhi nocciola, riuscendo a leggere il suo sguardo e le sue lacrime.
- Scusa, scusa - Lauren si buttò sulla cubana e la strinse con forza - È brutto da dire ma io spero che tu ricorda di più così finalmente la chiuderai con i tuoi genitori. Sono stanca di vederti soffrire ogni giorno -
- Credo di aver visto abbastanza - disse Camila, quasi traumatizzata pensando a quel ricordo sbiadito.
E invece non fu così. Per niente.
A Camila venne un altro flashback, che la lasciò al risveglio sconcertata.
Suo padre la torturava anche in altri modi, ma non posso dirvi niente perché solo al pensiero mi viene la pelle d'oca.
Quel ricordo appartiene a Camila. Quel ricordo non lo raccontò a nessuno, era qualcosa di suo. Quindi non lo racconterò nemmeno io.
Quel ricordo l'aveva spezzata e distrutta in mille pezzettini, ma non vi parlerò mai di quel ricordo.
L'unica cosa che posso dirvi è che capì che suo padre non fosse davvero nessuno per lei e non lo sarebbe mai stato, non dopo tutto ciò che le avesse fatto. L'unica persona che meritava di essere ricordata era sua madre e Lauren.
- Papà, quel cuore spezzato è stato sostiuito con quello di qualcun altro - disse parlando con l'uomo nei suoi sogni, o meglio con una sagoma, che lei riuscì ad identificate - Ho conosciuto una ragazza e si chiama Lauren - la sua voce rimbombò nel vuoto.
- Ti scorderai anche di lei - sussurrò il padre.
- Non mi scorderò di lei -
Fu così che si svegliò. Sentì qualcuno piangere e vide Lauren bagnarle la t-shirt, sul letto.
- Non mi scorderò di te - sussurrò Camila, sorridendo debolmente.
La ragazza dagli occhi verdi alzò il viso e lasciò sfuggire in sospiro di sollievo.
Camila ricordò tutto ma non parlò mai del suo ultimo flashback a nessuno, lo fece morire con lei.
Le aveva promesso che non l'avrebbe dimenticata mai più. E fu così.
Non si scordò di lei. Non si scordò mai di lei.

Non scordarti di lei ➳ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora