• | Capitolo 10 | •

1.5K 75 0
                                    

Camila era tornata a casa frustata, dopo aver chiesto il permesso al dottore, che annuì semplicemente, dicendo che un semplice svenimento non fosse così grave da farla rimanere in ospedale.
Le lacrime, varie volte, in auto, tentarono di scendere sul suo viso.
Austin era rimasto in silenzio durante tutto il viaggio, ma piangeva silenziosamente pensando a se dire o no una frase, o meglio una domanda, alla sua ragazza.
- Camila... - disse, con un filo di voce, dopo aver posteggiato l'auto e aver spento il motore.
La ragazza si voltò. Era rimasta indifferente alle sue lacrime. Lo riteneva stupido. Non era lui a scordare, ma lei.
- Sì? -domandò Camila, incuriosita per il suo richiamo.
- Dimmi che non ti scorderai di me - sbattè la testa contro il volante, girando il suo volto sofferente verso di lei.
Camila si sentì quasi in colpa. Stava con Austin da circa due anni, ma non lo amava. Allora perché non lo aveva ancora lasciato? Perché si sentiva amata da qualcuno. Voleva riempire quel suo vuoto dentro di lei.
- Austin... stiamo insieme da due anni... - venne bloccata dalle sue labbra, che si erano scontrate con le sue, disperatamente.
- Dimmi che non scorderai questo - disse tra le labbra, baciandola con quasi aggressività ma sofferenza.
Camila aveva gli occhi sgranati, sopresa per l'improvviso comportamento di Austin, ma si lasciò andare solo per farlo sentire meglio.
- Ti prego... - sussurrò Austin, lasciando che le proprie lavrime scivolassero sulle loro labbra.
- Austin... io - provò a dire - Ti amo - uscì con disgusto, ma era l'unico modo per farlo smettere.
Sapeva che lui sarebbe andato oltre, e lei non voleva.
Austin sorrise e si staccò dalle sue labbra.
- Il dottore mi ha anche detto che puoi continuare tranquillamente ad andare in palestra. Ti farebbe solo bene - disse con voce roga causata dal piango. Prese le chiavi, per poi uscire ed aprire la portiera della ragazza.
- Austin, io pensavo di non andarci più - rispose sinceramente Camila.
- Ci devi andare - disse con decisione Austin - Libererai il tuo stress, e chissà, magari la tua memoria migliorerà. Se no siamo costretti a prendere uno psicologo. Inoltre il dottore mi ha chiesto cortesemente di cercare di ricordare il tuo passato. Provaci. E se non ci riesco, dovremmo seriamente chiamare uno specialista -
Camila sospirò, pensando che non avesse altra scelta.
Non voleva nessun psicologo. Secondo lei erano solo uno spreco di soldi e di tempo.
Entrarono nella grande villa, allora Camila decise di parlare, ricordandosi di un particolare.
- Oggi Dinah non era venuta all'ospedale. Come mai? - domandò.
- Oh... - il ragazzo fece un viso che chiedeva estremamente perdono - Ero così preoccupato che mi ero scordato di chiamare la mia famiglia e la tua amica -
Camila fece uno sguardo di comprensione e poi prese il suo cellulare dalla sua borsa per cliccare il numero di Dinah e fare la chiamata. Il problema della sua memoria l'aveva allarmata così tanto che avesse persino paura di scordarsi di chiamarla, quindi lo fece subito.
In effetti la situazione era abbastanza grave. Austin le aveva detto pochi giorni prima, notando le sue continue dimenticanze, che di quanto sapeva dalla zia di Camila prima che morisse, era che i genitori di Camila fossero morti all'età dei dieci anni della ragazza, che fu così obbligata ad essere affidata alla zia. Purtroppo Camila col passare dei giorni e degli anni si dimenticò del tutto dei propri genitori.
Austin non sapeva nemmeno per quale motivo fossero morti i genitori della sua ragazza, poichè la zia di Camila, al solo pronunciare la parola "morte" scoppiava a piangere, facendolo sentire così in colpa.
- Camila? - Dinah rispose alla chiamata, sorpresa per averla chiamata durante il suo lavoro.
- Dinah. Sono svenuta... - disse Camila, cercando di trovare il coraggio per parlare - Avevo avuto un flashback su mia zia, e sono svenuta. Sono andata in ospedale e il dottore ha detto che soffro di... - d'un tratto non ricordò più nulla del discorso col dottore.
- Di? Ti sei scordata, Camila? - ormai Dinah era abituata alle sue dimenticanze, ma si sentiva frustata ogni volta che Camila le raccontava qualcosa e finiva per non ricordarsi più niente.
- Sì... - sussurrò - Sono sicura che era urgente - disse, sentendosi frustata - Austin! - chiamò Camila - Perchè sono andata in ospedale? Cosa ha detto il dottore? - domandò, puntando il suo sguardo sul suo fidanzato.
- Perché soffrì di post-traumatico da stress - disse Austin, leggermente sorpreso che Camila avesse scordato una cosa del genere.
- Il dottore ha detto che soffro di una malattia che non mi fa ricordare il mio trauma, e di conseguenza ciò che era collegato ad esso, quindi credo che abbia passato qualche trauma collegato ai miei genitori, visto che non mi ricordo per niente di loro. Inoltre lo stress accumulato in questi anni peggiorano la mia memoria - disse Camila, ricordando, e dicendo tutto d'un fiato, per paura di scordare di nuovo
- Cosa?! - esclamò Dinah - Non è possibile - Dinah stava per iniziare a piangere - Ne sei sicura? - domandò.
- Sì, Dinah... io ricordo questo - disse, sperando che avesse detto tutto corretto, per poi rivolgere lo sguardo ad Austin, che annuì alle sue parole, con tristezza.

Non scordarti di lei ➳ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora