• | Capitolo 8 | •

1.8K 101 4
                                    

Il giorno dopo Camila pulì il salotto e la cucina e subito dopo chiamò Dinah, camminando ansiosamente per la stanza.
Era felice ma turbata allo stesso tempo.
Pensava solo a due persone in quel momento : Austin e Lauren.
- Camila? - la voce dall'altro lato era assonnata e stanca - Sono le otto -
- Dinah, buongiorno - salutò Camila, con entusiasmo.
- Mi devi raccontare qualcosa? - domandò la bionda, notando la strana felicità della ragazza.
- Ieri... ricordi la ragazza della palestra? - domandò Camila, diventando quasi agitata.
- Sì? - la incitò a continuare, ma non glie lo permise, poichè sgranò gli occhi sorpresa, svegliandosi dal suo stato di trance mattutino - Non dirmi che l'hai scopata! -
- Emh... è stata lei. Avevo fatto un esercizio molto pesante e lei ha finito per... - fu bloccata dalla ragazza dall'altro lato del cellulare.
- Sta storia sembra una fanfiction - rise - Tu glie lo hai permesso? - domandò - Ovviamente - suppose.
- Ecco, Dinah... - il cuore di Camila stava andando a fanculo - Io... -
- Che hai? Sei sempre stata una ragazza stabile, Camila! Che ti succede?! - era scioccata. Una ragazza era davvero riuscita a metterla in quello stato?
- È stata solo voglia - disse Camila - Ne sono sicurissima. È una bella ragazza, senza dubbio, ma è stato solo... sesso - l'ultima parola, dalle sue labbra, uscì quasi con disgusto senza volerlo.
Ci fu silenzio, prima che la bionda iniziasse a ridere a crepapelle.
- Dinah... - la richiamò, ma la ragazza continuava a ridere.
- Tu... - provò a dire tra le risate - Per te è sesso? Ma cosa cazzo dici! Sei più confusa di me quando apro un libro di latino! Si capisce che sei innamorata! -
Camila sospirò, senza dire nulla.
- Devo dirti anche un'altra cosa... - sussurrò Camila, facendo capire dal tono alla ragazza bionda che fosse seria - Austin ieri mi aveva chiesto di sposarlo -
- Cosa?! - quasi urlò, strozzandosi con la propria saliva.
- Sì -
- E tu hai accettato?! -
- No -
- Grazie a Dio - disse, sollevata - Riguardo alla ragazza di prima... - riprese il discorso - Voglio tutti i minimi dettagli -
Camilà sbuffò.
- Dinah, seriamente... è una ragazza bella e  dolce, che si è preoccupata per me, ma a me non importa di lei, di conoscerla, della sua storia, eccetera - provò a convincere Dinah che i suoi pensieri fossero totalmente stupidi e inutili, ma sapeva che era impossibile se si trattava di Dinah Jane Milika Ilaisaane Hansen Amasio.
- Che palle che sei, Mila. Ora come farai con lei? - domandò.
- Credo che cercherò un'altra palestra - disse, con calma e tristezza apparente.
- Cosa?! -
- Non mi importa dei soldi che ho speso - disse Camila, con sicurezza - Lo sai che quelli non sono un problema -
- Non è questo! È che... stai facendo una pazzia! Perché?! - era arrabbiata, molto.
Camila prese una grande boccata d'aria, e poi la buttò via.
La realtà era che stava iniziando a provare qualcosa di strano per la ragazza dagli occhi verdi. Il modo in cui si preoccupava, la guardava e le parlava, faceva impazzire Camila, soprattutto il modo in cui Lauren si precipitava da lei quando faceva qualche pazzia, come quella di ieri. Camila sentiva qualcosa di strano. Le sue barriere difensive si abbassavano mentre il suo desiderio di trovare la felicità si impossessava di lei.
Da quant'era che non sorrideva in quel modo? La scorsa notte aveva sorriso tutto il giorno, pensandola. Aveva trovato la felicità. E lei non era felice da tempo. Non ricordava niente della sua famiglia e non aveva nessuna voglia di parlare con i propri parenti, poichè tutti probabilmente si fossero allontanati da lei per il suo "non ricordare" o semplicemente, perché a loro non fregava niente. Camila non li conosceva, o meglio, li ricordava vagamente, ma la cosa più strana era che non ricordava nulla dei suoi genitori, e nemmeno di lei. Camila aveva semplicemente paura : era abituata ad essere chiusa, e sentirsi finalmente libera e felice... le faceva paura.
- Camila... - la richiamò Dinah, con tono calmo - Perché? -
- Non lo so. Oggi non mi sento proprio di fare nulla. Credo che domani andrò da lei per riferirle che non voglio più andare in palestra -
- Starai scherzando... - disse, incredula, Dinah.
- No, Dinah, basta. Adesso vado. Ci sentiamo -
Non aspettò un saluto da parte sua e chiuse.
La sua felicità era crollata in pochi secondi.
- Non sono destinata alla felicità - disse fra sè e sè - Non quando non provo nulla per nessuno - una lacrima scivolò sul suo viso - Scusatemi - si avvicinò e alzò il viso verso la cornice che conteneva la foto che conteneva quella che sarebbe dovuta essere la sua famiglia - Piccola Camila, mamma e papà... scusatemi, ma per me non siete niente -
Strizzò gli occhi, prima di prendere con forza la cornice sopra il mobile e buttarla a terra con forza, provocando un rumore assordante a causa del vetro che si era scontrato col suolo.

Non scordarti di lei ➳ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora