IV. Rivaille

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La reazione dei suoi amici la sera a cena fu meravigliosa.

Levi entrò nella sala quando il buffet di antipasti era già cominciato e per poco Isabel non si mise ad urlare quando lo vide arrivare al tavolo.

Aveva notato diversi sguardi soffermarsi su di lui, ma quello che più gli interessava era casualmente assente.

Sua madre aveva molto da raccontargli.

"Mio Dio, Levi sei una meraviglia!" Disse la sua migliore amica guardandolo estasiata. "Amo questo taglio".

Si accomodarono mentre anche Farlan li raggiungeva con un immenso piatto di verdure.

"Cazzo!" Esclamò. "Ma guarda te questo. È bastato tagliarti i capelli per farti diventare ancora più figo".

"Lo so" rispose in italiano sotto i loro sguardi confusi e in due secondi si ritrovò a parlare loro dell'avventura dalla parrucchiera.

Spiegò loro dai commenti di Eren alla sua uscita in grande stile.

I due risero al racconto immaginando l'epica scena.
"Domani che andrete a fare? Invece del limbo fate un torneo di beach volley?" Domandò il minore facendo scuote la testa a Farlan.

"Gli animatori sono liberi la domenica quindi non ci sono veri programmi. Pensavamo di andare a farci fare un massaggio alla SPA. Vuoi unirti a noi?" Bastò un'occhiata schifata di Levi per fargli capire la risposta.

"Domani mattina credo che andrò a correre" disse ringraziando con un cenno il cameriere tutto lentiggini che gli aveva servito il piatto.

                                *

Come da programma Levi alle sette e mezza di mattina era partito in shorts, forse anche troppo shorts, maglietta e scarpe da ginnastica.

Aveva superato la piscina dirigendosi lungo il percorso formato da centinaia di sentieri di ghiaia.

Nonostante la confusione doveva ammettere che era un bel posto e ben organizzato.

Inoltre le pulizie erano molto buone.

Scavalcò lo steccato tagliando per l'erba fino a fermarsi, trenta minuti dopo, davanti a un edificio parecchio grande.

Da fuori sembrava una bella palestra e senza pensarci due volte cacciò fuori il pass leggendo tutte le strutture a cui poteva accedere.

Imprecó sonoramente nel non notare che l'unica cosa che gli interessava fosse assente.

Si bloccò quando sentì qualcuno imprecare a sua volta poco lontano e, seguendo il suono, si ritrovò davanti Eren Jaeger steso a terra di faccia e con una scarpa slacciata.

Si trattenne dal ridere e incrociò le braccia al petto.

"Sei morto?"

Il castano alzò la testa di scatto mostrando un graffio alla guancia coperto di terra e fu in piedi in un battibaleno.

Due figure di merda con la stessa persona in meno di cinque giorni.

"Sei tu..." disse solamente soffermandosi sul suo taglio di capelli.

Era ancora più bello, sua madre aveva ragione.

"Sembri sorpreso, mamma non ti ha detto niente?" Chiese ironico voltandosi e cominciando a camminare.

Dopo un'occhiata al non del tutto coperto fondoschiena di Levi, essersi legato la scarpa e pulito la guancia, lo seguì come il corvino aveva immaginato.

"Sì, mi ha detto tutto. Mi spiace, non credevo che dicesse tutte quelle cose dalla parrucchiera"

"Pensavo avresti iniziato a giustificarsi e negare tutto"

"Perché dovrei?" Gli rivolse un sorriso con gli occhi scintillanti. "È vero che sei sexy e figo e questi pantaloncini me lo confermano" allungò una mano verso di lui sfiorandogli una ciocca che ricadeva sulla fronte.

La ritrasse non appena venne colpita con forza e ridacchiò.

"Questo taglio ti dona, Tronchetto"

"Ancora con questo cazzo di nomignolo? Lo sai il mio nome, usalo"

Eren inarcò un sopracciglio, confuso da quell'affermazione.

"Non fare quella faccia stupita, tua madre lo conosce"

"Non me l'ha detto, te lo giuro"

Il corvino ghignò divertito, probabilmente Carla non lo ricordava, non era un nome comune in effetti.

Si ritrovò il viso del maggiore davanti al viso ma mantenne la stessa faccia indifferente.

"Dimmi il tuo nome"

"Perché dovrei?"

"Perché potrei trovare nomignoli ancora più fastidiosi di Tronchetto"

Levi gli colpì la nuca con uno schiaffetto.

"Fallo e quello che avrà un palo su per il culo non sarò io"

"Che tipo di palo? Sono favorevole all'essere passivo" disse maliziosamente.

Il più piccolo lo guardò malissimo stringendo un pugno.

"Senti, tu non m'interessi, lasciami in pace"

"Sei etero?"

"Sono minorenne" ribattè aggrappandosi per la prima volta alla sua giovane età.

"Cosa? Davvero?"

"Diciassette"

"Nessun problema allora, ne hai quasi diciotto!" Sorrise Eren posandogli una mano sulla spalla che venne scostata con un gesto stizzito.

"Oi, tu non mi piaci, ficcatelo in quella testa piena di sabbia. Sono gay, ma questo non cambia le cose"

"Questo non vuol dire che in futuro io non possa farmi piacere. Ho tutte le intenzioni di corteggiarti"

Levi sospirò, anche se internamente era divertito dalla cocciutaggine del maggiore.

"Ci sarai questa sera alla festa?"

"Purtroppo"

"Mi concederai un ballo?"

"No" disse seccamente ammorbidendo però il tono nel vedere il suo sorriso smorzarsi un po'.

"Rivaille"

Eren lo guardò nuovamente confuso.

"Mi chiamo Rivaille"

Si ritrovò le braccia di Eren di attorno al collo.

"Grazie, grazie, grazie"
"Scollati" ordinò brusco il corvino.

"Questo non cambia le cose, non
m'interessi e non ho intenzione di fare alcunché con te"

Detto questo lo scostó incamminandosi verso la strada.
Sperava solo che avesse capito.

Non aveva intenzione di sentire altre promesse a vuoto.

Gli occhi bugiardi di cui mi innamorai || Ereri ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora