XXI. Promesse mantenute

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"Per me basta così, avete altre domande?" Chiese il docente di letteratura inglese osservando i colleghi scuotere la testa dopo quel perfetto esame orale da parte di uno dei più bravi studenti degli ultimi anni.

"Complimenti Rivaille" intervenne la professoressa di russo che guardava adorante il suo studente preferito. "Hai deciso cosa fare dopo la scuola? Ho sentito che vuoi tornare in Italia"

Il giovane chiuse il tappo della chiavetta accomodandosi nuovamente al suo posto dopo una brillante esposizione alla lim.

Osservó i suoi insegnanti seduti lungo un immenso tavolo in legno.

"Sí, professoressa. Ho scelto di tornare nel mio paese per quanto io ami l'Inghilterra"

"Qualcuno ti aspetta a casa?" Chiese con un sorriso dolce posando il viso sul palmo della mano.

Rivaille annuì.

"Deve essere una ragazza fortunata" intervenne il docente di matematica, il più severo tra tutti gli insegnanti lì presenti.

"È un uomo" rispose senza paura o vergogna facendo sgranare gli occhi alla professoressa di russo che spostó lo sguardo verso la porta aperta.

"Non me l'aspettavo, sai?" Poi continuò. "E dimmi, com'è?"

Rivaille nascose un sorriso ripensando alla magnifica figura del fidanzato, il quale gli aveva inviato una foto proprio quella mattina per augurargli buona fortuna.

"È alto, parecchio anche. Ha i capelli castani, gli occhi verdi e beh...molto bello. È quasi un anno che non ci vediamo di persona".

La giovane professoressa sorrise guardando nuovamente verso l'uscita con un immenso sorriso sul volto.

"Sí, dico anch'io che è proprio un bel ragazzo, ti do ragione"

Il diciottenne la guardò confuso per poi seguire il suo sguardo, lentamente.

Non poteva.

No.

Il suo cuore mancò un battito.

Tutto fu sfocato per qualche attimo.

Non sentì più nulla tranne il proprio cuore aumentare notevolmente le sue pulsazioni.

Stava sognando?

Fece scorrere gli occhi sgranati sulla sua figura.

Eren appoggiato al muro fuori dalla sala lo osservava con un sorriso, fasciato dal completo elegante con la cravatta leggermente allentata.

Lo guardava innamorato.

Così come lui voleva.

Quegli occhi verdi gli erano mancati più di ogni altra cosa.

Il suo corpo non percepiva più nulla intorno a sé, vedeva solo Eren in tutta la sua bellezza che cercava di trattenersi dal correre ad abbracciarlo solo per la presenza di tutte quelle persone.

Rivaille però non fu dello stesso avviso.

Le gambe, fino a quel momento rimaste paralizzate sulla sedia, scattarono, come delle molle.

Levi non si preoccupó dei suoi insegnanti, né della chiavetta che provocó un rumore sordo nel cadere sul banco.

La cosa più importante era lui.

Il suo Eren.

Egli lo accolse tra le braccia quando si gettó al suo collo, lo alzó da terra e lo strinse più forte che mai.

Gli occhi bugiardi di cui mi innamorai || Ereri ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora